Lugo, Cristiano Cavolini: «Mi sento il vincitore morale di questo Masterchef»

Romagna | 13 Febbraio 2021 Le vie del gusto
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Samuele Staffa
«Partecipare a Masterchef era il sogno della mia vita. Rifarei tutto, compreso gli errori che mi hanno permesso, grazie ai consigli degli chef, di migliorare». Il 46ene Cristiano Cavolini, originario di Solarolo, dopo aver toccato diversi paesi della Bassa Romagna, oggi risiede a Bologna. Non ha vinto e non si vede più sul piccolo schermo da qualche giorno. Ma si sente io vincitore morale. Tutti i giorni torna al suo lavoro di saldatore nello stesso paese che ha dato i natali a Laura Pausini, sua tifosa. Mantiene il suo impegno alla guida della Pro Loco di Lugo e coltiva il sogno di aprire una trattoria tutta sua.  
Cosa le ha lasciato questa esperienza?
«Io continuo ad avere ogni giorno la stessa energia che avevo all’interno della masterclass. Un percorso come quello di Masterchef segna per sempre: questa è una scuola di vita, che forma e fortifica sia in cucina sia fuori».   
L’aspetto più difficile di questa avventura?
«Quando sono in cucina sono al centro del mio mondo, in una dimensione in cui mi trovo a mio agio. All’interno della masterclass, invece, ero chiamato ad essere piuttosto combattivo. Ma la vera sfida è stata quella con me stesso. Ho un carattere particolare: non sono aggressivo per mia natura, sono un bonaccione». 
Ha reso l’immagine di una persona diretta, sensibile e poco incline agli stratagemmi...
«Merito di babbo e mamma, le due persone che hanno cresciuto me e i miei tre fratelli. Ci hanno lasciato l’educazione, il rispetto e la serietà. Lo dico con gli occhi umidi, mentre ricordo il mio papà che non c’è più... Sono principi che ti accompagnano per tutta la vita».     
Il ricordo più bello in trasmissione?
«Ce ne sono tanti. Tra questi, il vero affetto tra i prtecipanti. Sembra che siamo in guerra tra noi. Certo, è una gara, ma finito il lavoro in cucina eravamo come una famiglia che amava condividere il tempo libero. Sembra un paradosso, ma condividevamo anche le ricette: puoi avere la ricetta migliore del mondo, ma se non hai la mano...  Poi ricorderò per sempre i profumi all’interno della classe di Masterchef: magia pura». 
Conosce Erica Liverani, la ravennate che nel 2016 ha vinto Masterchef?
«Non di persona, ma tutti i partecipanti alle precedenti edizioni di questo programma sono nostri idoli. Non mi dispiacerebbe incontrarla. Conosco il suo percorso e mi piacerebbe calcare le sue orme. Certo, lei ha vinto la gara. Ma io mi sento il vincitore morale di questa edizione: non mi interessava il montepremi, ma dimostrare di avere il coraggio per voltare pagina».
Quindi vorrebbe aprire un’attività tutta tua?
«Ora studio un po’. Poi mi piacerebbe aprire qualcosa di mio: la Trattoria Cavolini». 
Dove?
«Ora sto a Bologna, un punto strategico di passaggio...».
Cavolini ha alle spalle una lunga militanza tra le fila della Pro loco di Lugo di cui, da un anno e mezzo, è presidente: ha preso il posto di Mauro Marchiani, che ha conteso a Davide Ranalli la poltrona da sindaco in occasione dell’ultima tornata elettorale e oggi è vicepresidente dell’associazione. Un anno fa le tensioni tra Pro loco e il Comune di Lugo avevano portato alla cancellazione anticipata di alcuni eventi, a partire dal Carnevale del Ghetto. Poi il Covid ha, di fatto, spazzato via tutto...
«I volontari della Pro loco sono battaglieri: nel direttivo dell’associazione condividiamo le linee guida da portare in Comune. Spero che questo momento di pausa abbia permesso all’amministrazione di fare mente locale: devono capire che la Pro Loco è sempre stata al servizio del Comune. Noi non abbiamo colore politico: andrebbe ammainata la bandiera dei pirati e issata quella bianca da entrambe le parti. Spero che il cammino possa proseguire col sorriso sulla bocca».
Ora cosa bolle in pentola?
«Tutti gli eventi sono confermati. Nonostante la pandemia, continuiamo a sentirci tutte le settimane e a pianificare eventi. Abbiamo voglia di uscire da questa situazione, fare baldoria e animare Lugo. Ora stiamo incentivando eventi on-line: ad esempio, il mercatino natalizio ‘Dona’, che ogni anno scalda il Pavaglione, si è tenuto via web. Oppure la messa di S. Ilaro, trasmessa via Facebook. Ma i nostri volontari scalpitano per tornare sul campo. Ci manca il ‘la’ per partire con tutta la sinfonia».
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