Lotta greco romana, il faentino Timoncini non molla dopo il rinvio delle Olimpiadi: "Nel 2021 avrò un anno in più, ma posso qualificarmi lo stesso"

Gabriele Cocchi
Un rinvio tira l’altro e per Daigoro Timoncini sono evaporati, nel giro di un paio di settimane, i due grandi obiettivi del 2020: prima il torneo di qualificazione a Tokyo in programma a Budapest, poi i Giochi Olimpici ai quali sognava di partecipare. Niente di fatto, invece. Causa emergenza Coronavirus, infatti, se ne riparlerà l’anno prossimo. Erano tanti gli interrogativi sul tavolo che rimbalzavano: dal dubbio se disputare le Olimpiadi nelle date previste con tutti i rischi che ciò avrebbe comportato, al rinvio di alcuni mesi, per provare a confermare il 2020 come anno olimpico. Alla fine, invece, il Cio e gli organizzatori hanno trovato l’accordo: posticipo di un anno con la logica conseguenza che gli atleti non ancora qualificati, ma ancora in lotta per riuscirci come Timoncini, potranno pianificare al meglio allenamenti e tappe di avvicinamento così da uniformare la preparazione: «Penso sia stata fatta la scelta più giusta per salvaguardare al meglio la salute, che deve essere in assoluto il pensiero principale di ognuno di noi - spiega il lottatore faentino - siamo nel pieno della pandemia e tutti hanno il dovere di salvare la propria integrità e quella degli altri con atteggiamenti consoni per cercare di prevenire il contagio».
Anche per lei è un periodo di grandi incertezze: la settimana scorsa era a Budapest per il torneo di qualificazione, come aveva vissuto l’attesa per un appuntamento che poteva essere fondamentale per la sua carriera e com’era lo stato di forma? 
«Ero giunto a Budapest una decina di giorni prima per evitare il problema relativo ad un eventuale blocco dei voli e l’eventuale conseguenza del non potere gareggiare, come del resto avevano fatto anche gli altri atleti, ma poi la situazione è precipitata nell’avvicinarsi alla data di inizio ed il torneo è stato rinviato. Ovvio che sia rimasto molto dispiaciuto, in primis perché significava che il contagio si stava allargando a macchia d’olio ed in secondo ordine per il fatto del non gareggiare, ma se si doveva rischiare qualcosa molto meglio rinviare tutto. La mia condizione era buona, le sensazioni erano positive perché ero bello carico sia fisicamente che mentalmente, e ci arrivavo dopo avere disputato alcuni incontri di avvicinamento non troppo dispendiosi, ma molto utili».
Tornando alla decisione di rinviare le Olimpiadi, dal punto di vista «anagrafico» non è il massimo per un veterano come lei.
«Rispetto la decisione e mi adeguo, con la situazione di contagio globale che si è creata penso sia stata una saggia decisione perché guardando le varie ipotesi, disputarle normalmente avrebbe significato correre enormi rischi, rimandarle di qualche mese voleva dire organizzare tutte le qualificazioni rimaste facendole in fretta. Passare direttamente al 2021 permette invece di programmarsi di conseguenza senza l’assillo di scadenze impellenti. Mi rendo conto che, non essendo giovanissimo, questa decisione non gioca certo a mio favore, ne sono perfettamente consapevole, ma la salute è tutto. L’importante è farsi trovare pronti quando sarà il momento e provarci».
Come sta trascorrendo questo periodo di isolamento?
«Appena rientrato dalla trasferta magiara mi sono chiuso in casa e vivendo da solo mi sento più tranquillo. Ne approfitto per leggere maggiormente e per cercare di allentare i ritmi, ovviamente svolgo in casa un’ora di allenamento giornaliero, basato soprattutto sulla ginnastica senza sovraccarichi. Ora che è arrivata questa decisione toccherà a ogni Federazione stilare i propri programmi in vista delle Olimpiadi 2021 e quindi aspetterò di conoscere come programmerà l’attività la Federazione Internazionale Lotta. Quando sarà varato il nuovo calendario con date ed eventi allora mi organizzerò per farmi trovare al meglio negli appuntamenti decisivi».
Come era riuscito a mantenersi al top mentalmente senza subire troppo la tensione e la pressione relative a tante incertezze?
«Ho imparato a focalizzare i miei pensieri sull’oggi e su quanto posso fare per ottimizzarlo e per ottenere il meglio da ogni giornata senza preoccuparmi di quelle cose che non dipendono direttamente da me».
Le capita di pensare all’eventuale rischio contagio in un combattimento?
«Ci ho pensato, ma sono certo che quando si ripartirà saremo tranquilli e lo si farà solo perché l’emergenza è rientrata e quindi il pensiero sarebbe poi solo quello di dare il meglio con la consapevolezza che se non subentreranno fattori non prevedibili me la posso giocare con chiunque. La non verde età potrebbe facilitare i guai fisici, ma regala anche tanta esperienza, soprattutto nella gestione del lavoro».