Lido Adriano, il «Grande Teatro» torna dal 30 maggio, con un centinaio di persone

Romagna | 29 Maggio 2024 Cultura
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Federico Savini
«Sicuramente ha ragione Gigio Dadina, quando dice che qui si fa teatro e quindi il risultato finale è quello che conta. Se si perde questo spirito e ci si crogiola solo nell’esperienza “sociale” si perde la tensione. Però è anche vero che, se ci fosse stato il modo di farlo, io avrei voluto lavorare a un documentario su come questa esperienza sta evolvendo, sui legami che nascono in una comunità che, letteralmente, si crea grazie alla forza del teatro e della musica. Il Grande Teatro di Lido Adriano per noi è davvero una famiglia, quella con cui passiamo più tempo in questo periodo dell’anno, e che vorrei riuscisse in qualche modo a “stabilizzarsi”, a fare spettacoli anche in inverno, al Cisim». Lanfranco «Moder» Vicari guarda già in avanti, e questo la dice lunga su quanto entusiasmo ribolla nei laboratori del Grande Teatro di Lido Adriano, che tornerà a «manifestarsi» da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno, ogni sera alle 20 direttamente sulla spiaggia, per poi andare tutti al Cisim per assistere alla seconda creazione di questo esperimento socio-teatrale diretto da Luigi Dadina, che quest’anno si intitola Panchatantra o le mirabolanti avventure di Kalila e Dimna.
Lo spettacolo a cui ha lavorato Dadina con Moder come aiuto-regista, responsabile della parte musicale e ovviamente rapper coinvolto in scena, nasce dalla più antica raccolta di favole dell’India, il Panchatantra, e in particolare il suo primo racconto, Il Leone e il Toro, adattato da Tahar Lamri a partire dalla traduzione araba dell’VIII secolo di Ibn al-Muqaffa. «È
la storia di un tentativo di scalata al potere - dice Dadina -, la storia di due fratelli, una storia di manipolazione delle informazioni, di un re che si fa ingannare e finisce per uccidere un innocente. Tahar Lamri dice che le favole sono “l’alfabeto dell’umanità”, viaggiano senza fermarsi, ci svelano i meccanismi delle nostre anime. Non ci chiediamo più quante persone hanno aderito quest’anno al nostro viaggio, sono tanti e tanti di loro erano già con noi lo scorso anno, di tutte le età e nazionalità. Hanno introiettato la regola aurea del nostro teatro: o arriviamo tutti o non arriva nessuno, questo coro multiforme mi commuove per come accoglie i nuovi arrivati».
Seconda tappa di un percorso triennale, come l’anno scorso il Grande Teatro di Lido Adriano è nato da una serie di laboratori tenuti al Cisim per mesi, coordinati logisticamente da Federica Francesca Vicari e aperti letteralmente a tutti.
«Quattro laboratori per la precisione - spiega Moder -, con molte persone attive su vari fronti e probabilmente un centinaio di totale, a gravitare attorno al progetto. All’interno del laboratorio di rap, per capirci, alcune ragazze del laboratorio di teatro hanno scritto un pezzo bellissimo, che sarà cantato da loro in tunisino e marocchino. Il laboratorio di teatro ha coinvolto tre fasce d’età: adolescenti, adulti e bambini, che sembrano una vera compagnia teatrale! Per questo è stata fondamentale la collaborazione coi ragazzi di Spazio A, che guideranno anche il pubblico dal mare al Cisim. Poi ci sono i laboratori di coro e musica d’insieme, che Francesco Giampaoli ha diretto fondendoli insieme, grazie anche all’aiuto di Jessica Doccioli, una bravissima cantante che si è “rivelata” l’anno scorso e che infatti ha guidato il coro».
Non saranno poche le differenze rispetto allo spettacolo dell’anno scorso. «Il testo di quest’anno, scelto da Tahar Lamri, mette in grande evidenza l’aspetto morale delle favole, ma senza dichiararlo: lo lascia intendere dalle storie degli animali – spiega Moder -. Si parla di potere e di menzogna, e devo dire che gli adolescenti hanno preso particolarmente sul serio questa seconda cosa. Mi ha colpito perché noi adulti, in molti contesti, diamo l’ipocrisia per scontata, non ci facciamo più caso, mentre loro hanno uno sguardo più puro che ci ricorda l’importanza vera delle cose. Poi, sulla parte relativa al potere, ci siamo presi delle libertà narrative notevoli».
«È proprio un “teatro rap” - aggiunge Luigi Dadina -, dietro al quale emergono il monodiare dei griot e il recitare salmodiante della cultura islamica. Tutto questo a Lido Adriano, dove i condomini ospitano persone che vengono da lontano».
«C’è in effetti più musica dell’anno scorso - aggiunge Moder -, con una band consolidata, quasi “la band del Cisim”. E ci sono romagnoli doc, immigrati di seconda generazioni ma anche rifugiati appena arrivata a Lido Adriano. Lo spettacolo avrà un approccio con lo spazio più dinamico dell’anno scorso, un po’ per scelte registiche che privilegeranno i singoli attori rispetto al coro, un po’ anche grazie alle scenografie di Nicola Montalbini e Alessandra Carini e alle opere che saranno disseminate in vari angoli del Cisim e del giardino. La cosa più bella - conclude Moder -, è che siamo tutti motivatissimi ma non abbiamo tutti le stesse motivazioni. Si litiga anche e non tutte le persone hanno un carattere semplice, ma alla fine trovano tutti il loro posto. Come in una società o in una famiglia che funziona».
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