Le comunità islamiche del Ravennate: "Attentati in Europa, siamo i primi a soffrire e a segnalare sospetti"

Romagna | 14 Dicembre 2020 Mappamondo
le-comunit-islamiche-del-ravennate-quotattentati-in-europa-siamo-i-primi-a-soffrire-e-a-segnalare-sospettiquot
Silvia Manzani
«È pesante, ogni volta, dover smentire, dover specificare che noi non c’entriamo, che non tutti i musulmani sono terroristi. D’altro canto, però, vedo che qualcosa sta cambiando, che molti cominciano a distinguere». Sono le parole di Abdellah Bensadiq, segretario del Centro di cultura islamica di Fusignano e presidente dell’Unione dei centri di cultura islamica dell’Emilia-Romagna, rispetto agli ultimi attentati a firma dell’Isis che hanno colpito il cuore dell’Europa: Nizza, in ottobre, e Vienna, in novembre. «Noi siamo i primi - spiega Bensadiq - a inviare alle forze dell’ordine le segnalazioni in caso di persone sospette. Non siamo certo lo Stato, non possiamo intervenire. Ma è anche nel nostro interesse presidiare affinché non ci siano infiltrazioni jihadiste o affinché queste vengano sventate. A Ravenna ci sono state delle teste calde, nel Lughese per fortuna niente: la presenza di una forte comunità musulmana serve anche a questo, a prevenire». Bensadiq, marocchino di Rabat, è in Italia da trent’anni, vive a Voltana e lavora a Conserve Italia: «Io sono musulmano ma anche italiano, grato a questo Paese che mi ha accolto. Da un lato sono abituato a vedere associare gli attentati terroristici, ingiustamente, alla mia religione, dall’altro vedo che oggi c’è più comprensione, tra la gente, del fatto che uccidere degli innocenti sia un atto imperdonabile, che nessun Dio lo permette. E che noi musulmani brava gente prendiamo le distanze, ovviamente, da tutto ciò, anche se suona banale dovere ripetere che non tutti i musulmani sono terroristi». 
A fargli eco è Moustapha Toumi, co-fondatore della moschea di Ravenna: «Smettiamo di dire terrorismo islamico, oppure cristiano o ebraico o induista: le religioni non c’entrano niente. Qui siamo davanti a menti vili portatrici della cultura della chiusura che nega qualsiasi apertura verso l’altro. Bisogna lavorare insieme per vincere la battaglia contro questi portatori di odio e fautori di violenze e di terrori». Toumi parla con orgoglio del contesto locale: «A Ravenna, grazie alla politica locale di integrazione, orientamento ed inclusione abbiamo saputo rendere l’approdo dei profughi bosniaci nei lontani anni Novanta una ricchezza. Se aggiungiamo a questo il processo di dialogo interreligioso ed interculturale partito dal tempo del cardinal Tonini, possiamo ben dire che sul territorio c’è un’amicizia consolidata tra cristiani e musulmani».
Nella sua vita di immigrato dal Marocco e poi da cittadino integrato in Italia, così come da membro del direttivo dell'Associazione di cultura islamica di Faenza in cui è stato per molti anni, Rachid Loukili racconta di non avere mai visto soggetti sospetti intorno agli ambienti della sua comunità e della moschea: «Noi, quando ci sono atti di terrorismo, siamo i primi a stare male e a condannare. Uccidere non c’entra nulla né con la religione, né con la cultura. E credo sinceramente che le persone, ormai, questa distinzione in testa ce l’abbiano. Certo, è più facile sentirsi rincuorati da chi conosciamo e frequentiamo direttamente. Ma più che la gente, penso siano i mass media a veicolare un’immagine del terrorismo confusa. E che rischia di associare attentati e Islam». Per quanto con gli occhi aperti e pronto a segnalare alle autorità eventuali situazione non chiare, Loukili guardando al territorio locale è sereno: «Io vedo tanti musulmani seri, lavoratori, integrati».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-le-comunit-islamiche-del-ravennate-attentati-in-europa-siamo-i-primi-a-soffrire-e-a-segnalare-sospetti-n26778 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione