La storia di Denis: "Covid? Ne ho viste di peggio"
Denis Vassura sapeva ben prima del tampone positivo di avere contratto il Coronavirus. Cinquantatré anni, residente a Marina Romea, era preparato perché la compagna frequenta la palestra di Ravenna dove si è sviluppato il focolaio passato alle cronache: «L’Asl mi ha contattato il 14 marzo perché cercava le persone che erano venute a contatto con i clienti del centro. La mia compagna aveva già qualche linea di febbre che in realtà andava e veniva. Io, dopo un po’, ho iniziato ad avere mal di testa, febbre, male alle ossa e a perdere gusto e olfatto. Quando sono venuti a fare il tampone a lei, ho chiesto che lo eseguissero anche a me, tanto ero consapevole di essere stato contagiato. In realtà il protocollo non lo prevedeva, quindi per me sono tornati in un secondo momento, dopo che la mia compagna aveva già avuto l’esito». Con la febbre per dieci giorni, Vassura non si è però mai spaventato: «Chiaro, il bollettino serale dei contagiati e dei morti non aiuta, così come non aiuta il fatto di sapere che questa è una situazione nuova, che non si sa bene come gestire e affrontare. Ma mi ero procurato un saturimetro per controllare che i miei parametri rimanessero buoni e il fatto di continuare respirare bene mi tranquillizzava molto». Tra il decorso della malattia e l’attesa dei due tamponi negativi, alla fine è passato un mese: «Per fortuna ho un giardino che mi ha consentito, una volta che ho iniziato a stare meglio, di prendere un po’ d’aria. In passato sono stato in ospedale per quattro mesi: ne ho viste di peggio. In confronto, questa è stata una passeggiata. Nella vita mi occupo di giardini, quando ho cominciato a stare male ero in pari con tutto. Insomma, non ho avuto danni, anche se alcuni dei lavori che avrei dovuto fare di qui in avanti sono putroppo saltati. Alla fine, se la mia compagna non fosse stata in quella palestra, dai sintomi non si sarebbe nemmeno accorta di avere contratto il Covid, tanto erano lievi». (s.manz.)