La povertà cresce secondo i centri Caritas di Lugo, Bagnacavallo e Massa Lombarda

Romagna | 04 Dicembre 2023 Cronaca
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Federico Savini
I poveri crescono. E l’avrebbero fatto anche senza l’alluvione, che di certo non è stata d’aiuto. È quanto emerge, in semplice e perentoria sostanza, da un approfondimento sul tema della povertà presso i principali centri Caritas della Bassa Romagna, che si occupano di gestire i punti d’ascolto, distribuire i pacchi alimentari e dare sostegno alla parte più economicamente fragile della nostra comunità.
Ormai non è più una novità che i cittadini italiani si rivolgano alla Caritas in un numero sempre più simile a quello degli extracomunitari, non stupisce riscontrare che i problemi nel reperimento del lavoro siano (purtroppo) sempre gli stessi, mentre quelli per la casa aumentano (e tra l’altro quest’anno non c’è nemmeno il contributo all’affitto a cui tanti avevano partecipato l’anno scorso; era già un chiaro segnale…), mentre il dato sulle persone che vivono sole è in pure lui in continua e laconica crescita.
Il Rapporto Caritas 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia fotografa un quadro drammatico: oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione. Sono 357mila più dell’anno scorso i «poveri assoluti». E purtroppo interpellando i volontari delle Caritas di Lugo, Bagnacavallo e Massa Lombarda il quadro locale è coerente con quello nazionale.

Com’è evoluta la situazione della povertà sul vostro territorio? L’alluvione ha peggiorato le cose?
Vittorio Tampieri (Caritas Lugo): «Attualmente si rivolgono a noi 1850 persone, 130 in più di un anno fa. Il numero degli stranieri è stabile, più una settantina di ucraini, mentre gli italiani sono passati da 720 a 850. Sono 300 i bambini sotto i 15 anni, tantissimi. Il peggiorando è ma marcato. L’alluvione per un certo periodo ha condotto in Caritas persone mai viste, ma da qualche mese non li vediamo più, mentre i numeri aumentano per i casi di povertà più strutturali. C’è da dire che i più poveri tra coloro che hanno subito l’alluvione non riusciranno a sistemare casa».
Francesca Negroni (Caritas Bagnacavallo): «Purtroppo, come prevedibile, la situazione nel complesso è peggiorata. E devo dire che l’alluvione ha inciso relativamente poco sulla povertà, nel senso che i danni maggiori sono stati a Boncellino, dove quell’autentica devastazione se non altro ha interessano per la maggior parte case coloniche, colpendo nel profondo un numero relativamente basso di famiglie. Noi abbiamo aiutato con elettrodomestici, deumidificatori e cibo, in un’ottica emergenziale. Oggi seguiamo soprattutto una manciata di famiglie che, nell’area dell’Albergone, sono state colpite in modo strutturale. Nel complesso i poveri sono in aumento costante e si cronicizzano».
Marilena Franti (Caritas Massa Lombarda): «L’ alluvione ha sicuramente peggiorato le cose e come gruppo Caritas abbiamo ospitato diverse persone che sono venute ad aiutarci dal nord Italia, abbiamo dato aiuto ai ragazzi di via Angiolina a Sant’Agata, a Conselice attraverso la lavanderia nei locali parrocchiali e abbiamo donato le eccedenze di cibo a chi ne avva bisogno, in tutta la Bassa. Quanto alla povertà, sono in Caritas da oltre 10 anni e posso affermare che la situazione, se paragonata ai primi anni, è molto cambiata. Proprio le richieste sono diverse, a 360°, e tutto questo per garantire una qualità di vita appena sufficiente! Ogni settimana, attraverso colloqui o segnalazioni delle assistenti sociali, accogliamo nuove famiglie. Alle 130 famiglie, pari a 400 persone, che sono entrate nel servizio Caritas forniamo cibo con cadenze settimanali, quindicinali o mensili. Attraverso l’aiuto dell’Unione Europea (Sifead) e del Fondo Nazionale, oltre che giacenze alimentari forniteci da alcuni supermercati, ogni 15 giorni andiamo al Banco alimentare di Zello per rifornirci di viveri. Inoltre ci sono raccolte gestite dai nostri supermercati locali (come la Coop) e la Colletta Nazionale. Attraverso il passaparola e il rapporto con altre associazioni abbiamo visto crescere il numero delle famiglie che ci donano vestiario, a volte cibo, suppellettili, coperte, lenzuola, asciugamani, giocattoli. Partecipando alla giornata Nazionale della raccolta del farmaco, per l’intero anno solare riusciamo a coprire il bisogno di farmaci. Da due anni l’esperienza dell’“Aiuto allo Studio” permette di avere lezioni private a bambini e giovani in necessità».

Organizzerete iniziative speciali per le feste?
Vittorio Tampieri (Lugo): «A Natale faremo un pranzo in Collegiata. Verranno almeno un centinaio di persone, forse di più».
Francesca Negroni (Bagnacavallo): «Stiamo lavorando a un pranzo di Natale aperto a tutti, non ancora sicuro al 100%».
Marilena Franti (Massa Lombarda): «Organizzeremo un pomeriggio dedicato ai bambini con Babbo Natale, mentre per gli adulti soli è in programma il tradizionale pranzo di Natale».

Il problema maggiore è la casa o il lavoro? O magari altro…
Vittorio Tampieri (Lugo): «Molti lavorano in nero, o comunque non guadagnano abbastanza. Poi bisogna considerare che la perdurante condizione di povertà scoraggia molte persone, che possono anche rinunciare a cercarla un’occupazione. Sul fronte della casa è anche peggio: mutui e affitti sono cresciuti anche del 50%...».
Francesca Negroni (Bagnacavallo): «La casa, non solo per l’aumento dei costi ma anche perché, dopo molte brutte esperienze, molti proprietari non affittano più, senza contare l’incidenza negativa su questo dell’alluvione. È proprio dagli assistenti sociali che ci arrivano richieste per la casa, un chiaro segnale. A San Francesco avevamo allestito posti letto per l’alluvione, ma si trattava di una misura emergenziale».
Marilena Franti (Massa Lombarda): «Ci sono problemi sia sul fronte della casa che del lavoro. In particolare i cinquantenni faticano ad inserirsi o re-inserirsi nel mondo del lavoro. Quanto alle case, sono ormai quasi inesistenti quelle affittabili, il mercato è oggi più orientato alla vendita. Le poche disponibili hanno affitti proibitivi, non sostenibili per chi si trova in stato di povertà. Purtroppo riusciamo a dare meno risposte di quanto vorremmo, è la nostra battaglia quotidiana».

Sono molte le situazioni di povertà cronicizzata?
Vittorio Tampieri (Lugo): «In larga maggioranza purtroppo. Vediamo anche persone che riescono a migliorare la propria condizione, per un po’ spariscono ma spesso li rivediamo, perché incontrano nuove difficoltà. Servirebbero aiuti di ben altra entità».
Francesca Negroni (Bagnacavallo): «Una quindicina, sulle 85 famiglie che aiutiamo. In maggioranza sono stranieri e il problema maggiore sono gli affitti da 5-600 euro, troppo alti. È importante però che sappiano rialzarsi sulle loro gambe, l’ottica deve essere sempre quella di rendersi autonomi».
Marilena Franti (Massa Lombarda): «Le situazioni che possiamo considerare cronicizzate sono una cinquantina, persone che da oltre 10 anni ci chiedono aiuto. Il nostro successo più grande è quando ci salutano dicendo “Da oggi posso andare avanti solo con i miei mezzi”».

Quanti vivono soli?
Vittorio Tampieri (Lugo): «Sempre di più, è un problema dei nostri tempi che impatta anche sulle possibilità materiali di sostenere un affitto. Da soli è più difficile».
Francesca Negroni (Bagnacavallo): «La solitudine incide tantissimo sulla povertà e riguarda sempre più persone. Non solo anziani, perché ad esempio siamo molto attivi sul fronte del co-housing, la convivenza che sempre più spesso è la sola possibilità tipicamente per i padri separati, che dovendo anche mantenere i figli non hanno abbastanza soldi per una casa soltanto loro».
Marilena Franti (Massa Lombarda): «Abbiamo una trentina di nuclei famigliari composti da una sola persona. Dallo scorso settembre, per attenuare l’isolamento di quelli che chiamiamo “I giovani di una volta”, abbiamo pensato di accompagnarli una domenica al mese in un luogo dove poter condividere momenti di ascolto, musica e dialogo, festeggiando i compleanni di quel mese con una merenda insieme e balli in conclusione»

Volontari e aiuti sono sufficienza?
Vittorio Tampieri (Lugo): «Quest’anno, mentre la povertà cresce, se non altro abbiamo ricevuto molti aiuti, anche da tanti privati, più del solito. Credo di poter dire che la sensibilità a questo problema c’è, a livello sociale. Abbiamo una dozzina di volontari attivi, con i quali riusciamo a far funzionare il nostro centro».
Francesca Negroni (Bagnacavallo): «Non abbiamo problemi per i mercatini, mentre per i compiti più impegnativi, specie quelli burocratici, i volontari scarseggiano. Del resto, con l’età della pensione sempre più avanzata questo è un problema generale del volontariato».
Marilena Franti (Massa Lombarda): «Per fortuna siamo tanti, possiamo contare su 25 volontari che una volta al mese si incontrano per organizzare e migliorare il lavoro».
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