La faentina Maria Pia Timo è «la Lumaca» nell’attesissimo «Pinocchio» di Matteo Garrone

Romagna | 13 Dicembre 2019 Cultura
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Federico Savini
«Il film non sono riuscita a vederlo in anteprima, ma tutti mi dicono che sono bellissima e compaio molto, forse più di quel che ci si poteva aspettare dalla Lumaca. D’altra parte è vero, indosso un costume strepitoso, penso che proprio le scene ne guadagnino. Certo, come donna mi sentivo abbastanza un mostro, ma tutti a dirmi che ero bellissima, come gasteropode!». Maria Pia Timo sdrammatizza e si può anche capire che dopo una full immersion nei panni di un gasteropode il «sentirsi donna» sia qualcosa che vale la pena ripetersi, ma l’attrice faentina è pur sempre alla vigilia di un «lancio internazionale» a tutti gli effetti. Qualche mese fa, dal primo teaser-trailer del Pinocchio di Garrone la scoprimmo indossare gli ingombranti panni della Lumaca, la serva della fata Turchina, all’interno di una produzione ricchissima - se non l’avete ancora fatto guardate i trailer, fanno bene agli occhi - e di un cast stellare, con Roberto Benigni, Gigi Proietti e poi ancora Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Marcello Fonte, Davide Marotta, Enzo Vetrano e tanti altri. La Timo, attrice principalmente di teatro con una lunga carriera comica anche in tv, non è nuova al mezzo cinematografico e, tra gli altri, ha lavorato anche con Pupi Avati. Ma questa volta parliamo di una produzione internazionale in piena regola. «E’ stata la prima volta in cui la conoscenza dell’inglese si è rivelata fondamentale, necessaria, visto che era la lingua del set – conferma Maria Pia Timo -. I truccatori della sezione “prostetici”, quelli cioè dei personaggi non umani, erano praticamente tutti stranieri, il direttore della fotografia danese, il responsabile degli effetti speciali greco e così via…».
Una bella Babele. Disumanizzante?
«In realtà no perché, oltre al professionismo di livello altissimo delle maestranze, Matteo Garrone è molto bravo a fare squadra, a mantenere umano e divertente il clima. Cosa tanto più importante quanto più lavoro c’è dietro a un film e dietro a un film come questo, credimi, di lavoro ce n’è tantissimo. Non parliamo poi della cura maniacale dei dettagli».
Facciamo un passo indietro. Come sei stata contattata?
«Al telefono, semplicemente - ride -. Non so quali criteri abbiano seguito, ma insomma sono andata a Roma, a provare con un attore che faceva Pinocchio e subito dopo Garrone mi ha detto di prepararmi, che c’era da andare subito a Londra per il trucco, affidato peraltro al due volte premio Oscar Mark Coulier, che guarda caso ha fatto un lavoro formidabile. Questo accadeva circa un anno fa e probabilmente sono stata una delle prime attrici ufficialmente nel progetto, proprio perché il lavoro tecnico sulla lumaca è tra i più complessi, e Garrone voleva il personaggio “pronto” prima degli altri. Per capirci, che Geppetto sarebbe stato Benigni si è saputo molto dopo».
Com’è Garrone sul set?
«Una persona cordiale e molto alla mano, come dicevo bravissimo a fare gruppo. Mi dicono sia un pittore e mi pare persino ovvio che lo sia; ha un gusto per la bellezza estetica di ogni ripresa che si riscontra anche nei film in cui racconta i lati brutti della società, quindi in una favola questa cosa emerge all’ennesima potenza. Supervisiona e revisiona ogni cosa nel minimo dettaglio. Le immagini sono quadri, si vede anche dai trailer. Credo che tanto gli adulti quanto i bambini rimarranno incantati dalla bellezza delle immagini di questo Pinocchio».
E il tuo rapporto con Pinocchio?
«Era il libro preferito di mio nonno e l’avrò letto integralmente 3-4 volte, quindi sono proprio felicissima di esserci, tanto più che la Lumaca l’ho sempre trovata divertente, specie quando Pinocchio vuol farsi aprire perché è notte e ha freddo ma lei è talmente lenta che gli apre all’alba! Tra l’altro, nel 2001 interpretai proprio Pinocchio in Cantiere Pinocchio, uno spettacolo diretto da Alberto Grilli, rappresentato per il Premio Scenario. Tornando alla Lumaca di Collodi, molti non la ricordano perché Disney non la inserì nel suo cartone animato, a differenza di Comencini che nel suo sceneggiato anni ‘70 la inserisce, anche se in forma quasi completamente umana. Diciamo che Garrone rispetto a Disney ha mantenuto un’aderenza molto maggiore al libro originario, non può avere gli stessi tempi narrativi di Comencini – non dimentichiamo che Pinocchio è un romanzo in tutto e per tutto, molto complesso -, ma in compenso nel film di Garrone ci sono effetti speciali che ricreano al meglio la magia del libro».
C’è molto di magico anche nella Lumaca…
«Per gli antichi era simbolo di rinascita, perché scompare e riappare dopo le tempeste, e poi è proprio un bellissimo animale, affascinante».
Impegnativo il trucco?
«Giudica tu: ho girato in alcune tranche per un totale di tre settimane e ogni giorno sul set per me partiva alle 6.30 e finiva alle 22. Il motivo? Proprio il trucco, per il quale servivano quattro ore! Il corpo della lumaca va aggiunto al mio, ci tengo a precisarlo! (ride, nda). Già il costume è curato in ogni dettaglio e Massimo Cantini Parrini, il costumista, lo risistemava prima di ogni singolo ciak. Poi io indosso una maschera e sono truccata ovunque, quindi anche a mangiare dovevo usare i guanti, poi mi avevano costruito uno sgabello apposito per farmi sedere, visto che 16 ore sono lunghe… Anche per struccarmi ci voleva un’ora…».
Per la recitazione, cosa si prova ad essere una Lumaca?
«Il difficile è proprio “essere” una Lumaca, dovevo anzitutto muovermi lentamente, ma in un film non puoi nemmeno esserlo troppo. La parte più difficile però è stata trovare la “misura” di quanto potevo spingere sul comico e il grottesco. Un film come Reality di Garrone ha aspetti comici, ma capire con esattezza cosa lui volesse da me per questo film ha richiesto impegno e tanto equilibrio, da trovare in poco tempo».
Con quali attori sei stata sul set?
«Soprattutto con quelli che interpretano Pinocchio e la fata Turchina, da bambina e da adulta, poi ho incrociato Papaleo e Vetrano, che cominciava a girare in Puglia dopo di me, e più di tutti Massimo Ceccherini, un autentico comico nato che in questo film è anche aiuto regista di Garrone. Alcune gag della Lumaca sono nate da suoi suggerimenti».
Non c’è solo il cinema, visto che in gennaio debutterai con un nuovo monologo…
«Sì, Una donna di prim’ordine debutterà il 14 gennaio al Masini, a Faenza, e poi sarò anche a Conselice e Modigliana. L’ho scritto insieme a Roberto Pozzi e con la collaborazione di Sabrina Toscani di Organizzare Italia, proprio perché l’“ordine” è l’oggetto principale dello spettacolo, non a caso sottotitolato Guida pratica per sistemare l’armadio, il cane e il marito. Il monologo prende spunto dall’evidenza che vivere nel mondo di oggi è complicatissimo: ci sono semplicemente troppe cose da gestire e di cui dover rispondere, dagli accumuli negli armadi e in frigorifero fino alle mail, i social e lo smartphone. Mettere ordine in questo caos sarebbe la salvezza dell’umanità, ma vedo che stiamo affogando… E io non faccio mica eccezione, praticamente prendo ordini dal mio telefono ed eseguo…».
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Auguri alla signora simpatica di VispaTeresa
Commenta news 15/12/2019 - Carmen Pironi Auguri
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