«La Cava degli assassini» di Albonetti, Raggi e Randi alla Bottega Bertaccini

Romagna | 19 Dicembre 2020 Cultura
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Di brigantaggio romagnolo si è scritto tanto, in questi anni di febbrile ricerca sulle radici storico-culturali della nostra terra (che peraltro è tutto un fiorir di stereotipi di indirizzo opposto), ma un focus preciso sulla violenza sanguinaria che ha innervato tanta parte della storia per altri versi solatìa della Romagna è abbastanza inedito. Allo stesso modo è interessante e meritoria l’operazione che in Faenza. La Cava degli assassini (Il Ponte Vecchio) compie il non meno inedito trio composto da Gabriele Albonetti insieme al giovane ricercatore storico Mattia Randi e al cronista veterano Carlo Raggi. Citando Olindo Guerrini in un titolo che ha più livelli di lettura (il poeta intendeva stigmatizzare il luogo comune a suo dire eccessivo sulla rissosità dei romagnoli), i tre autori indagano in questo agile e documentato volume non soltanto - non semplicemente - le torbide vicende legate a 13 fatti di sangue più meno eccellenti legati a Faenza, ma più in generale intendono contribuire allo studio antropologico dei romagnoli, un popolo nelle cui alterne vicende la violenza e il sangue versato hanno sempre avuto un certo peso.
Dalla strage della «frutta del mal orto» di Frate Alberigo a La Castellina, all’assassinio di Galeotto Manfredi per mano della giovane moglie, fino all’uccisione del conte Filippo Ferniani, all’uomo squartato davanti al cimitero di Granarolo, al «Brenta», vero e proprio serial killer novecentesco, qui si disvelano segreti e raccapricci di accadimenti elusi dalla storia maggiore e che vengono raccontati da ogni autore a seconda delle competenze: Mattia Randi copre per sommi e sanguinosi capi la storia «omicida» romagnola che dall’Impero conduce al Rinascimento, passando il testimone a Gabriele Albonetti che approfondisce in particolare il cruciale secolo XIX (quello che attraverso una serie di storiche peculiarità - su tutte il rapporto col papato e coi francesi, nonché la mala digestione dell’agognato Risorgimento - dà sostanza antropologica alla Romagna contadina che prelude all’emancipazione novecentesca), mentre a Carlo Raggi tocca la contemporaneità, in forza della sua lunga militanza in prima fila nella cronaca giudiziaria del nostro territorio.
L’excursus che nel libro si compie fin dall’introduzione è puntuale nel legare la Storia romagnola con la S maiuscola a una costellazione di fatti di sangue che caratterizzarono già l’epoca remota dei soldati di ventura, cui fece seguito l’alternarsi al potere di turbolente casate nobiliari, per tacere delle consuetudini delittuose di casa Rasponi e della violenta quotidianità della mezzadria, radice di quell’odio per il potere che sarà sempre insito nel dna romagnolo e porterà al famigerato brigantaggio. Albonetti su questo tema ha buon gioco nel ribaltare tutta la stereotipizzazione (in buona parte originata da Spallicci e Pascoli) del primo Novecento, dal Passator per così dire «cortese»  alla Romagna non proprio sempre «solatìa», mentre l’appellativo di «meridione del nord» derivava dal poco invidiabile primato nazionale dei delitti conquistato nel secondo Ottocento. Se poi aggiungiamo, come fa con pertinenza il citato Roberto Balzani, che «i partiti di massa [qui] non furono figli del Risorgimento, quanto del disincanto generato dalla fase conclusiva del Risorgimento» si completa un quadro nel quale appunto la stereotipizzazione novecentesca della riviera da cartolina trova ben poca ragion d’essere.
Il libro coniuga con efficacia la dimensione dell’analisi storica con declinazioni antropologiche con quella puramente narrativa - talvolta addirittura cronachistica - che tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina di vicende così cruente e spietate che ci sarebbe da scriverne e leggerne ancora. (f.sav.)

Albonetti, Randi e Raggi saranno «Librai per un giorno» sabato 19 dicembre alle 17 alla Bottega Bertaccini di Faenza, negli spazi esterni, dove incontreranno i lettori e venderanno i l libro nel rispetto delle distanze e delle norme di sicurezza.
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