Indirizzi musicali alle medie, "il bello di suonare in una orchestra"
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Barbara Gnisci
Capacità di ascolto, intonazione, orecchio e senso del ritmo sono alcune delle abilità prese in considerazione alla prova attitudinale per accedere ai corsi musicali delle scuole secondarie di primo grado. «Ai ragazzi - spiega Claudio Bondi, referente del corso musicale della scuola Montanari di Ravenna - non sono richieste delle competenze specifiche, ma si apprezza la predisposizione alla musica e la facilità nel riconoscimento dei suoni attraverso dei semplici esercizi come intonare una canzone, riprodurre dei ritmi e riconoscere l’altezza dei suoni». Il corso è presente dal 2015 ma è solo dall’anno scolastico in corso che la Montanari è diventata ufficialmente una scuola secondaria di primo grado a indirizzo musicale: «Abbiamo quattro cattedre: pianoforte, sassofono, tromba, flauto. Cerchiamo di accontentare le richieste dei ragazzi seguendo le loro preferenze per lo strumento, ma questo non sempre è possibile. Personalmente penso che la scelta dello strumento non sia prioritaria rispetto al “fare orchestra”, in quanto ritengo che la musica d’insieme sia un formidabile laboratorio di socializzazione e di convivenza civile, perché il risultato finale dell’esecuzione è legata alla positiva partecipazione di tutti e all’armonizzazione delle competenze acquisite». Due sono i rientri pomeridiani ogni settimana: un’ora dedicata allo studio dello strumento, poi un altro rientro per la prova d’orchestra.
«LA LUCE NEI LORO OCCHI»
Le quattro cattedre sono presenti anche alla Don Minzoni, sempre a Ravenna, dove le procedure per entrare e le caratteristiche del corso sono simili. «Cogliere la luce negli occhi di questi ragazzi - riferisce Franco Emaldi, referente del corso musicale - è la cosa che ci interessa di più. Non è richiesta ai bambini nessuna preparazione, ma teniamo in considerazione il talento e la determinazione». Concerti in piazza o in altri luoghi della città, partecipazione a serate o a concorsi sono alcune delle attività cui partecipano le classi musicali: «Il primo anno gli iscritti - prosegue il professore - studiano in maniera indipendente perché devono acquisire le competenze di base dello strumento; in seconda e in terza media, invece, entrano a far parte dell’orchestra composta da 55/56 elementi che si esibiscono tutti insieme. La nostra idea è quella di uscire dalla scuola e avere rapporti con il territorio. Collaboriamo, per esempio, con Ravenna Festival e con Pazzi di Jazz». Con il repertorio si spazia molto dalla musica classica, passando per quella pop fino ad arrivare al jazz: «I ragazzi - conclude Emaldi - hanno la possibilità di imparare molto di più che a suonare uno strumento. Fanno un lavoro su loro stessi. Migliorano quotidianamente la loro autostima e coltivano la loro creatività; infatti, oltre ad esercitarsi con pezzi di repertorio, li lasciamo liberi di improvvisare».
«UN GRANDE VALORE AGGIUNTO»
Sono 35 anni che il percorso musicale è attivo anche nella scuola secondaria Carchidio-Strocchi di Faenza, dove gli strumenti tra cui scegliere sono pianoforte, violino, oboe e tromba: «Ci sono degli studenti che hanno frequentato il nostro corso - spiega Stefano Allegri, referente del corso - che sono diventati insegnanti a loro volta, oppure che sono entrati in vari conservatori italiani. Alcuni di loro tornano da noi a salutarci e ancora con tanta voglia di suonare. Credo che la prova attitudinale e la possibilità di non entrare spaventi qualche genitore che vorrebbe proteggere il proprio figlio dalle prime delusioni. Io penso invece che sia molto importante coltivare la voglia di mettersi in gioco e di cimentarsi con una disciplina complessa che rappresenta, nel percorso scolastico, un valore aggiunto e un percorso di squadra. Perché la musica è prima di tutto un’opportunità di crescita».