Inchiesta mascherine Covid, patteggia l'ex parlamentare Gianluca Pini
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Il 9 ottobre i legali di Gianluca Pini hanno proposto alle procure di Ravenna e Forlì un patteggiamento per il loro assistito, arrestato nel giugno scorso nell'ambito di un'inchiesta per truffa di mascherine anti Covid cinesi arrivate in Romagna nel 2020. Il patteggiamento si riferisce a tutte le accuse e prevede due anni di condanna, interdizione dai pubblici uffici e impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione per 3 anni e 5 mesi, 20mila euro da versare in favore di tutte le pubbliche amministrazioni i cui funzionari sono imputati di fatti di corruzione. Per quanto riguarda la parte risarcitoria, questa si chiude con il sequestro di beni immobili e non per un totale di 780 mila euro. Pini, dopo essere rimasto in carcere un paio di settimane è ai domiciliari dal 7 luglio. Ora i gip dei Tribunali di Forlì e di Bologna, dovranno valutare la congruità delle pene concordate e approvarle. L'ex deputato della Lega, da tempo residente a Fusignano era finito al centro di due inchieste della Procura di Forlì e della Dda di Bologna su una presunta truffa per le mascherine anti Covid ed episodi di corruzione assieme a Gianluca Prati, dipendente Ausl Romagna, Sergio Covato, funzionario della prefettura di Ravenna e l'ex direttore delle Dogane Marcello Minenna. Per il filone bolognese dell’inchiesta, Pini era stato accusato di corruzione ed accesso abusivo a sistema informatico per aver fatto ottenere a Pino Daniele, ex comandante della stazione dei carabinieri di Cotignola e Salvatore Albano della Digos di Forlì i trasferimenti che avevano chiesto in cambio di informazioni sulle banche dati. Per il filone forlivese dell’inchiesta che, invece, aveva portato ai domiciliari Marcello Minenna, Pini sarebbe stato al centro di una truffa sulle mascherine nei primi mesi del 2020. Secondo l’accusa, l’ex parlamentare leghista aveva fatto ottenere a Minenna la conferma della nomina a direttore dell’Agenzia delle dogane dopo il cambio di Governo inserendolo all’interno della Lega. Minenna, in cambio, aveva sbloccato un carico di mascherine anti Covid che Pini aveva venduto senza gara all’Ausl di Forlì per 3,5 milioni di euro. Secondo l’accusa l’ex direttore delle Dogane aveva anche chiesto ad alcuni suoi collaboratori di vigilare che Pini non avesse problemi anche in fase di accertamento da parte dei funzionari territoriali delle dogane.