Imola, blitz del leader della Lega Salvini al mercato: “Possiamo vincere in Emilia-Romagna”

Damiano Ventura -Selfie, abbracci ed autografi. L’incursione mattutina di Matteo Salvini al mercato di Imola, come spesso accade con i personaggi pubblici che occupano numerosi spazi televisivi, è stata degna di una rockstar. Il leader del carroccio, accompagnato dagli esponenti locali della Lega tra cui Simone Carapia, si è trattenuto nella piazza imolese per un paio d’ore, giusto il tempo di percorrere le corsie del mercato ambulante disposto sotto il palazzo comunale che appena qualche mese fa festeggiava la vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative. Salvini, circondato da poliziotti, militanti e giornalisti, dopo aver distribuito volantini elettorali e dopo aver stretto centinaia di mani, ha fatto tappa al bar Bologna improvvisando un breve comizio in seguito al quale ha risposto alle domande dei giornalisti presenti. In merito alle prossime elezioni regionali ha sostenuto che «Se cambia l’Emilia Romagna non sarà un problema solo per Renzi, Di Maio e Zingaretti, non sarà una notizia solo italiana ma una notizia che farà il giro del mondo perché Il PD e la sinistra in generale riteneva questa regione casa sua e cosa sua. In democrazia i cittadini scelgono e dopo 50 anni per la prima volta nella storia potranno scegliere un cambiamento serio concreto strutturato e coerente. Non vedo l’ora che passino questi 47 giorni». L’ex ministro degli interni poi ha indicato la sindaca dimissionaria imolese Manuela Sangiorgi come «Uno dei tanti esempi di eletti ed elettori 5 Stelle che non digeriscono l’abbraccio col PD, il tradimento degli ideali di cambiamento imposto da Grillo soprattutto in Emilia Romagna dove nacquero i 5 stelle in antitesi al sistema dei poteri forti, al sistema della cooperazione sbagliata e dello strapotere delle banche. A Imola come in tante altre realtà ci sono 5 stelle che non ci stanno». Il mese scorso la sindaca a poche ore dall’annuncio di dimissioni aveva dichiarato di aver lasciato Piazza Matteotti perché non voleva essere “ostaggio del PD”.