Il Ravenna Festival parte a San Vitale con un’opera da camera in prima assoluta
«Venerata come una santa e maledetta come un demonio. Ancora oggi la sua vera natura, così straordinariamente enigmatica, si sottrae a qualsiasi interpretazione basata sui mezzi della nostra ragione». Aveva probabilmente ragione Frank Thiess a definire in questi termini la controversa figura dell’imperatrice Teodora, figura tra le più radicate nella storia di Ravenna nell’immaginario dei suoi suo cittadini, tanto che se la ragione non basta per dare una «quadra» a un personaggio così contradditorio, beh, dovrà per forza pensarci l’arte.
E il Ravenna Festival certo non si sottrae a sfide di questo tipo, visto che al netto della doppia data concertistica dei Wiener Philharmoniker con Muti all’Alighieri, l’avvio vero e proprio dell’estate festivaliera 2021 è affidato proprio a Teodora, scalata al cielo in cinque movimenti. Opera da camera per soprano, attrice, danzatrice, coro e strumenti che Barbara Roganti allestirà nei sacrali spazi di San Vitale mercoledì 2 e giovedì 3 giugno alle 21.30 (in coproduzione con il Festival di Musica Sacra di Pordenone).
Autore delle musiche di quest’opera, in prima assoluta e trasmessa per l’occasione da RadioRaiTre, è il compositore Mauro Montalbetti, cinquantenne allievo di Antonio Giacometti e tra i più eseguiti della sua generazione, in tutto il mondo e da orchestre prestigiose. La Filarmonica della Scala, tanto per fare un nome, gli commissionò nel 2014 l’opera Another’s Hell eseguita sotto la direzione di Daniel Harding, ma anche il grande Mario Brunello ha eseguito una sua prima.
A San Vitale, la soprano Roberta Mameli, l’attrice Matilde Vigna e la danzatrice Barbara Martinini (Teodora e le sue sorelle) saranno accompagnate dall’Altrevoci Ensemble per la direzione di Antonio Greco e con Andrea Berardi all’organo. Da quasi millecinquecento anni l’Imperatrice Teodora fissa con il suo sguardo severo i visitatori della Basilica di San Vitale. Ora, finalmente, la Basilissa abbandona i mosaici della chiesa e prende forma, corpo, vita. La sua «scalata al cielo in cinque movimenti» vedrà la luce proprio sotto le volte dorate della basilica dove risplende il mosaico del suo corteo imperiale. Non il mero racconto della sua esistenza - sostengono gli autori - bensì un percorso che cerca, attraverso la musica, di addentrarsi nel suo labirinto.
Supportato da musiche di derivazione madrigalistica, il libretto di Barbara Roganti cercherà dare vita a un’esistenza nella quale «verità e calunnia coesistono ad ogni passo - si attinge dalle note di regia -. Il desiderio di farne un’eroina si sgretola rapidamente tra le pagine del romanzo, il tentativo di infangarne il nome fa apparire disperata la penna dello storico. Teodora è il corpo femminile e l’icona di santità, sono i frammenti d’oro dei mosaici di San Vitale, e le voci dei sotterranei nell’ippodromo di Costantinopoli. Non c’è creatura più bassa, non c’è animo più sublime, non c’è rivolta più grande, non c’è altezza tanto sognata, non c’è immagine più inammissibile per noi di una donna di potere che non possiamo raccontare, di cui non riusciamo a rendere ragione. Chi si avvicina a Teodora sembra dover perdersi in questo labirinto, è condizione posta dalla Basilissa per arrivare a incrociarne lo sguardo». (f.sav.)