Il Grande Nulla Agricolo dai podcast al teatro Testori di Forlì

Romagna | 29 Settembre 2023 Cultura
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Federico Savini
«Organizzare questo spettacolo è come organizzare un matrimonio, il medesimo stress mentale. Del resto, parliamo di un “ragù di teste e di testi” e lo vedo come un giro di boa del progetto». Nicolò Valandro, alias Johnny Faina, continua a dividersi tra la Milano del lavoro e le campagne della Bassa romagnola, dove affondano sia le radici biografiche che l’immaginazione che lo ha portato a creare la cittadina virtuale di Villamara, dove da tre anni si svolgono le vicende in podcast del Grande Nulla Agricolo. Ma l’idea di webradio di Valandro & co. è sempre stata inusuale per usare un eufemismo, tanto che tra le maggiori peculiarità di «C’è vita nel Nulla Agricolo» c’è stata, da subito (vedi il battesimo del fuoco all’Arena delle Balle di Cotignola) l’esperienza dal vivo, dove il podcast diventa una delirante creatura teatrale che sabato 30 settembre approderà per la prima volta in un teatro vero e proprio, il Testori di Forlì, dalle 18.30 con il «Grande Nulla Agricolo Super Special». Tutto, naturalmente, dal vivo e su un palco. Con tanto di biglietto d’ingresso.
«In pratica sarà una maratona di tre spettacoli - spiega Niccolò -, una “mattata” in piena regola per la quale ringrazio i ragazzi del teatro Testori, che ci conoscono da tempo e si sono presi la responsabilità di ospitare questa cosa assurda per la quale stiamo facendo in questi giorni le prove al Cisim di Lido Adriano».
Un punto d’arrivo o di ripartenza?
«Spero entrambi, ma di certo è il culmine di un percorso, anche perché quando partimmo tre anni fa, in pandemia, ci eravamo detti che per tre anni avremmo coltivato il Nulla Agricolo, per capire se il progetto poteva davvero funzionare».
Quello s’è capito prima…
«Siamo sempre un podcast indipendente, ma la vittoria del premio per la “fiction” ai Podcast Italian Awards non solo ha confermato la bontà del progetto, ma ci ha dato molta visibilità anche attraverso la vetrina di Spotify».
Come vanno i numeri? Un anno fa eravate a 80mila ascolti all’anno…
«Ora siamo a quasi 150mila, merito anche del premio ma il passaparola resta, credo, la nostra forza».
Cosa diavolo farete a teatro a Forlì?
«Celebreremo un po’ la nostra storia, dopo quell’apice creativo che secondo me è stato la terza stagione. E lo faremo portando sul palco tre podcast dal vivo. Alle 18 partiremo con La mazurka del Diavolo, che vedrà sul palco anche il cantautore faentino Fabrizio Caveja. Poi ci sarà l’aperitivo di Campagna Amica, perché per tenere la gente cinque ore a teatro bisogna farla magiare sano… Seguirà la versione deluxe dello spettacolo Villamara drive in, che porteremo in scena con due ospiti specialissimi: l’attrice Stefania Medri, nota ai fan come la voce della Pro Loco di Villamara, e Gianni Gozzoli, nostro mentore del podcasting che farà Agroradio dal vivo. A quel punto celebreremo una specie di gemellaggio con Bucinella, paese toscano simile a Villamara scaturito dalla fantasia di Federico Guerri, che nell’intervallo proporrà una specie di spettacolo di rivista legato proprio a Bucinella, a proposito della quale ha pubblicato racconti e fumetti. Per chiudere, proporremo l’anteprima di VHS - Villamara Horror Show, nuovissimo spettacolo improntato proprio sul live, una performance con giocattoli, effetti vocali e tanti televisori a tubo catodico per una puntata del podcast dal “digitale extraterrestre”. Lo spettacolo è comico ma vorrei riuscire ad inquietare il pubblico, puntando su quel ribaltamento dell’effetto nostalgia che ultimamente si vede in tanto horror: anziché scaldarmi il cuore, i frammenti del passato possono anche perturbare».
La squadra del Nulla Agricolo?
«Non cambia anche sul palco. Io come Johnny Faina sarò al microfono, Leonardo Passanti sarà ai synth, Gianluca Dario Rota alla regia e Federica Carioli all’artwork, ma anche alle chitarre. Faccio caso che è la nostra prima volta a teatro, di solito ci dividiamo tra i festival e i posti più assurdi, vedi l’ultimo tour nelle sale da biliardo…».
Una quarta stagione ci sarà?
«La stiamo imbastendo, ma uscirà probabilmente solo fra un anno, voglio scriverla con calma. L’ultimo anno è stato molto pieno, non solo di puntate ma anche di eventi. E ne faremo tanti anche nei prossimi mesi. Inoltre, evolvono i progetti collaterali di ciascuno di noi».
Quanto manca a te per fare del podcast un lavoro a tutti gli effetti?
«Ormai rappresenta un abbondante 50% dei miei impegni e introiti, quindi lavoro lo è già e sta crescendo. È un impegno che richiede alcune ore tutti i giorni, e magari la scrittura fosse al primo posto!».
Progetti collaterali?
«In novembre vedrà la luce la nostra collaborazione col Progetto Apri, praticamente una lettera d’autore che arriverà con un episodio audio allegato e tanti indizi e pezzi di mondo di Villamara; una cosa molto curata e particolarissima. Poi è in sviluppo il gioco di ruolo del podcast e lavorerò a una serie spin off del Nulla Agricolo, di ambientazione più rivierasca, che mi piacerebbe completare per la prossima estate. È in sviluppo anche un libro, la Guida ai misteri del Grande Nulla Agricolo. L’alluvione ha fatto saltare il tour che avrebbe racimolato i fondi necessari, ma ci lavoreremo in questi mesi».
Il successo del podcast, in generale, è consolidato, ma anche il «podcast dal vivo» sta diventando un genere. Voi come vi distinguete?
«La nostra trasposizione live ha caratteri teatrali, e non è una cosa molto tipica perché i podcast che si prestano meglio per il live sono i talk e i comedy, vedi Tintoria che fa grandi numeri dal vivo o Bouquet of Madness che, per capirci, ha la stessa agenzia italiana di Bruce Springsteen… Anche serie crime come Indagini o Demoni Urbani hanno avuto la loro trasposizione sul palco. Del resto, tanti booking musicali si sono buttati nella stand up comedy che, dal punto di vista tecnico, è molto simile al podcast. Sono in aumento anche i luoghi in cui esibirsi. Credo che si potrebbe cominciare a ragionare su come inserire i podcast dal vivo in programmazioni più canoniche, come stagioni teatrali o festival».
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