Il direttore del Safari Ravenna: "Calo degli incassi ma resisteremo"
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Silvia Manzani
«Abbiamo perso marzo, aprile e maggio, che sono i mesi in cui si lavora di più tra Pasqua, 25 aprile e primo maggio. Senza contare che se confrontiamo l’affluenza di visitatori attuale con quella dello stesso periodo del 2019, il calo è del 70%». Osvaldo Paci, direttore del Safari Ravenna, non ha molta fiducia nella stagione in corso, iniziata poco più di un mese e mezzo fa: «La perdita di fatturato, alla fine, sarà cospicua. Il grande allarmismo che è stato creato intorno al Covid ha messo paura nella gente. Senza contare che le minacce che si sentono rispetto all’autunno continuano a fare male al Paese e all’economia che ha necessità di ripartire».
Ma c’è un’altra ripercussione, per il Parco: «In maggio avremmo dovuto ospitare un importantissimo convegno sul monitoraggio del benessere degli animali nei giardini zoologici. Sarebbero arrivati alcuni esperti di San Diego e avrebbe partecipato anche la più grande fondazione mondiale per gli scimpanzé, quella di Jane Goodall. Peccato che tutto sia stato rinviato di un anno, sempre che sia possibile farlo. Qui si vive alla giornata, tra grandi incertezze sul futuro».
Anche rispetto al personale, si naviga a vista: «Le nostre assunzioni sono mensili, perché non si sa che cosa possa succedere da un giorno all’altro: è qualcosa che vivo con grande dispiacere, i nostri collaboratori non si meriterebbero questo. In genere chiudiamo i primi di novembre ma non siamo nemmeno più certi di poter continuare fino a quella data. Si tratta, per noi, di un’estate particolarmente amara. Oltre al calo vertiginosi degli incassi, è andata scemando tutta l’attività che ci vede collaborare, in quanto punto di riferimento sul tema della conservazione, con alcuni grandi giardini zoologici d’Europa, rispetto ai quali sono rallentati trasferimenti dei keeper e comunicazioni». Difficile, a questo punto, fare previsioni: «Per fortuna apparteniamo a un gruppo italiano che negli ultimi 26 anni non ha distribuito utili ma rimesso in azienda i profitti generati. Questo mi fa dire che resisteremo a questo tsunami nonostante tutto».
Quando incontra i visitatori, inoltre, Paci non vede ansia né preoccupazione: «Sono solito interpellare le persone e le famiglie per fare domande e sondare il terreno. La gente che arriva è tranquilla, del resto abbiamo 250mila metri quadri di parco, c’è molto spazio per riuscire a rimanere distanti. Per il resto, le nostre precauzioni sono le solite: mascherine, misurazione della febbre ai lavoratori, distanziamento e sanificazioni, queste ultime responsabili di un certo aumento dei costi».