Il decò, arte del glamour

«Afferrare la vita con un sorriso, come se non ci fosse un domani». Sono queste le parole con le quali Valerio Terraroli, curatore della mostra Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia ai Musei San Domenico di Forlì (fino al 18 giugno), descrive il gusto che si sviluppa a cavallo degli anni ‘20 del secolo scorso, investendo artigianato artistico, sculture, oreficerie, stoffe, vetri, metalli lavorati, stucchi, gioielli.
In mostra a Forlì sono esposte 440 opere che raccontano il Déco come arte del glamour, continua Terraroli: «Il tempo della decorazione iperbolica, fiammeggiante, come nel barocco. Ma anche un fenomeno sociale e politico perché il glamour, grazie all’industria, diventa accessibile a tutti. Un’industria di massa in grado di produrre, anche per ceti sociali modesti, oggetti belli: la moglie dell’impiegatuccio poteva avere così lo scialle simile a quello della famosa marchesa Casati Stampa. Il Déco è un’esplosione di supernova, illumina e abbaglia, ma per la stessa ragione si esaurisce brevemente».
Concentrata in particolare sull’Italia, la mostra forlivese ha come simbolo il ritratto di Wally Toscanini, figlia del famoso direttore d’orchestra vestita da regina di Saba, di Alberto Martini; non manca l’Isotta Fraschini di Gabriele D’Annunzio, vero vate di questo gusto, i suntuosi arazzi di Vittorio Zecchin, quattro splendidi ritratti femminili di Tamara De Lempicka e una wunderkammer di eccezione nella sala di Ebe, con il meglio del gioielliere Alfredo Ravasco (peccato avere già visto diversi pezzi nella stessa sede), che recupera la tradizione antica e la trasforma in oggetto di lusso, secondo le linee della classicità. Del resto la critica d’arte Margherita Sarfatti diceva: «Noi invochiamo la bellezza della decorazione, invochiamo il superfluo».
CASTROCARO | Le «Magiche atmosfere» delle arti applicate al padiglione delle Feste
Inaugura sabato 18 alle 17 la mostra Magiche Atmosfere Déco al Padiglione delle Feste delle Terme di Castrocaro, curata da Paola Babini. Un percorso espositivo ricco di elementi eterogenei tra di loro, caratterizzati dalla ricerca della stessa cifra stilistica e dall’eccletismo tipico dello stile déco che occhieggia dalle pareti di questa sede. In mostra dipinti, pouchoir e oggetti di arti applicate fanno il punto su questo stile internazionale che vede l’Italia proiettata nel cuore del dibattito estetico europeo e modernista. Si possono così ammirare manifesti (Sepo, Donga, Campi), opere futuriste (Depero, Bonetti, Prampolini, Fillia), opere neo-classiche (Ponti, Cellini), vetri, decorazioni, illustrazioni e tavole su pouchoir, xilografie, ceramiche della Regia Scuola Faentina. Orari: 10-19 (sab e dom) fino al 2 luglio.