Il consiglio per i regali di Natale di... Giuseppe Bellosi
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Siccome ancora per diverse settimane non si potranno visitare musei o mostre, non resta che andare per chiese, dove si possono ammirare con tutta calma straordinarie opere d’arte, alcune anche curiose. Consiglio in particolare di andare a Faenza in Duomo e procedere nella navata centrale fino all’ultimo pilastro, a destra, dove si trova una scultura che rappresenta la morte, un impressionante scheletro alato con un drappo nero, che fa parte del monumento funebre (di autore ignoto, ma della cerchia del Bernini) dedicato al generale Evangelista Masi (Massi), che fu, tra l’altro, governatore di Romagna, nato a Caldarola (provincia di Macerata), intorno al 1594 e morto a Faenza nel 1664. Questa personificazione della morte i faentini di oggi la chiamano confidenzialmente, con un affettuoso diminutivo, la Jacmena, cioè la Giacomina; invece Antonio Morri, nel suo «Vocabolario romagnolo-italiano» pubblicato a fascicoli tra il 1840 e il 1843, testimonia che ai suoi tempi era chiamata, con deferenza, «La sgnora Jacma d’in Dom». Intanto che siete in Duomo non dimenticate di osservare le altre opere d’arte, tra le quali la magnifica arca di San Savino.