IL CASTORO | Si riparla di nucleare: a confronto un fisico e un ingegnere

Romagna | 26 Marzo 2022 Blog Settesere
il-castoro--si-riparla-di-nucleare-a-confronto-un-fisico-e-un-ingegnere
Alessandro Barlotti
Nei giorni in cui l’esercito russo ha preso il controllo della centrale di Zaporizhzhia, dopo aver violato il sito di Chernobyl, il ricorso all’energia nucleare è tornato ad essere un argomento centrale nella discussione nazionale e internazionale. Allo stesso tempo, il rincaro dell’energia, dovuto principalmente all’aumento del prezzo del gas, ha colpito ogni settore delle nostre economie e mette a rischio la crescita economica europea. Perciò nell’ultimo periodo è tornata a farsi strada in Italia, come in tutta Europa, la discussione sul nucleare. In Italia gli impianti sono stati dismessi dopo il referendum del 1987, che ha decretato la fine dell’utilizzo di questa fonte energetica nella nostra penisola. La redazione del Castoro ha intervistato due esperti del settore per capire se convenga reintrodurre impianti a energia nucleare in Italia e se effettivamente sia una strada percorribile per affrontare il caro energia.
La critica fondamentale che viene rivolta al nucleare è che «quando avviene un incidente, di solito risulta molto grave e ha effetti a lunghissimo termine, per cui le centrali non si possono non definire pericolose». A sostenerlo è Pierluigi Zanotti, ingegnere ambientale che lavora da 20 anni nel campo delle rinnovabili. Considerando che gli incidenti nucleari tendono ad avere un esito catastrofico, anche se se ne contano in tutto una ventina, gli impianti a fissione hanno un considerevole indice di pericolosità. D’altra parte però, l’opinione di Enrico D’Urso, trentenne laureato in fisica nucleare con indirizzo biomedico, è totalmente differente, poiché «quelli nucleari non sono più pericolosi di qualsiasi altro impianto energetico o industriale; anzi, stando alle statistiche e ai dati che si affidano a decenni di studi, sono i più sicuri». In particolare, secondo la statistica delle morti per terawatt/h prodotto per tutte le fonti di energia, è risultato come il nucleare sia la fonte tra quelle di maggior successo con incidenza minore, al pari di eolico e fotovoltaico.
Insieme al rischio di incidenti, un’altra spina nel fianco per il nucleare sono i costi e i tempi di realizzazione, anche per il fatto che, in alcune occasioni, questi parametri sono lievitati per alcune centrali. A spiegarlo è Zanotti, il quale osserva che «al momento l’unica centrale in costruzione in Europa, da 19 anni, è in Finlandia. Il costo è quadruplicato, così come i tempi». In generale, comunque, i costi di gestione e di manutenzione stanno crescendo enormemente, perché gli standard di sicurezza si alzano sempre di più. Le altre tecnologie, invece, come le rinnovabili, hanno fatto passi da gigante: ad esempio, il fotovoltaico ha dimezzato di dieci volte il suo costo in 20 anni.
Anche D’Urso ammette gli alti costi del nucleare, ma insiste sull’esigenza di contestualizzare. È necessario in primo luogo paragonare le varie fonti per unità di potenza, dato che una centrale nucleare, che produce un gigawatt, non può essere paragonata a una pala eolica da 2 megawatt. Bisogna inoltre tenere conto dell’unità di energia prodotta, perché se una pala eolica produce un gigawatt/h all’anno e una centrale nucleare invece ne produce 8, con la stessa potenza, anche il costo dell’energia cambia totalmente. L’opinione pubblica si sta concentrando solo su determinati impianti, come quello francese di Flamanville, che rappresenta un caso tipico: da quando si è smesso di investire sul nucleare sono scomparse le maestranze specializzate e nel caso del sito francese 8 saldature errate hanno causato ritardi pluriennali e multimiliardari.
Una tematica su cui però il fisico e l’ingegnere sono concordi è la questione delle scorie nucleari. Infatti queste ultime sono solo una delle tante tipologie di rifiuti prodotti dalle centrali nucleari. I primi due tipi derivano da strumentazione contaminata, il terzo consiste nel combustibile, cioè le scorie vere e proprie. Sia per i rifiuti normali, sia per le scorie nucleari, la quantità dei prodotti di una centrale, in media, risulta essere nell’ordine dei metri cubi. Basti pensare che le scorie nucleari prodotte dall’Italia, nel corso di tutto il suo programma nucleare civile, sono al di sotto dei 20 metri cubi di materiale radioattivo. Pertanto esse si riescono a gestire e ne è prova il fatto che questo avviene da decine di anni in molti paesi.
L’obiettivo principale rimane quello di contenere l’aumento della temperatura terrestre sotto la soglia di un grado e mezzo. «È essenziale -puntualizza D’Urso - imporre un limite all’impatto ambientale e individuare quali fonti di energia permettano di diminuirlo». Anche Zanotti è d’accordo: «dobbiamo mettere mano al sistema dei consumi, per ridurre al minimo i nostri bisogni e sprechi». Se però l’ingegnere punta tutto sulle rinnovabili, più convenienti, competitive e veloci per risolvere il cambiamento climatico, il fisico, invece, esprime le sue perplessità, ritenendo che «solo con le rinnovabili (geotermico, eolico, fotovoltaico) e senza nucleare, dovremmo diminuire il fabbisogno energetico totale del 70%, cosa totalmente irrealistica e fantasiosa, dato che già abbiamo difficoltà a diminuirlo di qualche punto percentuale».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-il-castoro-si-riparla-di-nucleare-a-confronto-un-fisico-e-un-ingegnere-n33143 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione