IL CASTORO | I «collegi del mondo unito» per la pace perpetua

Romagna | 04 Gennaio 2024 Blog Settesere
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Asia Ronchi
Può esistere un mondo unito, in cui i conflitti sono disarmati dalla pace, il dialogo costruttivo colma le distanze sociali e si vive nel rispetto dell’altro?
La Storia per ora ci dimostra l’impossibilità di una pace perpetua, eppure esiste una realtà, un punto di partenza verso il cambiamento: i collegi del mondo unito.
Diciotto sedi sparse in 4 continenti, una in Italia a Duino, in provincia di Trieste, che perseguono una didattica fatta di sensibilizzazione, responsabilità ed empatia e che accolgono studenti di tutto il mondo, con diversi background, punti di vista e abitudini, che lì frequentano il biennio finale. Potremmo dire che il collegio del mondo unito è un mondo in miniatura, nel quale il dialogo è il fulcro dell’apprendimento. L’obiettivo di questi collegi è proprio quello di educare alla comprensione dell’altro persone provenienti da diversi paesi e riconoscere, davanti a sé, un essere umano, guardandolo senza pregiudizi.
La presidente del collegio del mondo unito dell’Adriatico a Duino, Cristina Ravaglia, racconta che le scuole cercano di mescolare al massimo le diversità e che molto spesso si ritrovano assieme ragazzi russi e ucraini, israeliani e palestinesi, che convivono e si scambiano idee.
Queste scuole vengono fondate nel 1962 quando il Collegio dell’Atlantico, in Galles, apre le porte alla prima annata di studenti. Il piano educativo si basa sulle idee dell’educatore tedesco Kurt Hahn, uno dei padri fondatori del movimento Uwc (United world college), che considerava «il principale compito dell’educazione quello di assicurare la sopravvivenza di queste qualità: una curiosità intraprendente, uno spirito invincibile, la tenacia, la prontezza per una abnegazione saggia e, soprattutto, la compassione».
A Duino nasce nel 1982 e diventa quasi il collegio della Guerra Fredda, a pochi passi dalla cortina di ferro. Negli anni ‘90 è il collegio più vicino al conflitto dell’ex-Jugoslavia e ancora oggi è situato in una regione dove si incrociano culture, lingue e tradizioni diverse. È nato infatti per iniziativa della regione Friuli Venezia Giulia. Nonostante la scuola riceva donazioni da enti pubblici, in particolare dal Ministero degli affari esteri e da alcune regioni, il contributo dei privati e la diversificazione delle fonti di finanziamento è in costante crescita. Per questi motivi, le famiglie degli studenti, gli ex studenti o tutti quei sostenitori pubblici e privati, che credono e si riconoscono nello spirito di questi collegi, spesso donano spazi, edifici e contributi.
La scuola di Duino ogni anno organizza un fundraising, per permettere a più studenti di accedere a borse di studio totali o parziali. La retta per i due anni è pari a 46mila euro. Su un totale di 169 studenti frequentanti il collegio nell’anno accademico 2021-2022, il 66% di questi ha fruito di una borsa di studio totale, il 20% di una parziale e il 14% ha contribuito per intero.
L’idea di fondo dei collegi è che si riesca a ottenere il massimo da ragazzi dell’età tra i 16 ei 19 anni, se responsabilizzati e stimolati da professori pieni di passione.
In queste scuole non si acquisisce solo il diploma di baccellierato internazionale, un attestato che permette di accedere a molte università in tutto il mondo, ma vengono anche promossi l’apprendimento filtrato dall’esperienza, il servizio di comunità e le attività all’aria aperta.
L’istituto di Duino è frequentato quest’anno da Nicola Barchi, ex studente del liceo Torricelli. In questa scuola ogni alunno sceglie il suo piano di studi e, in base a quello, si sposta nelle varie aule, a seconda della materia che vuole seguire. Tale sistema, ci dice Nicola, «aiuta lo studente ad integrarsi meglio, a sentirsi parte della comunità del collegio e a conoscere più persone». La competizione e l’individualismo vengono messi da parte e si predilige la motivazione e la solidarietà, continua Nicola, «ci si motiva a vicenda, ci si aiuta, si sta insieme, nessuno viene lasciato indietro». La scuola prevede anche attività extracurricolari, che - ci riferisce - sono «obbligatorie e di estrema importanza, perché se non vengono svolte non si è ammessi all’esame finale». Devono essere una di tipo creativo, una sportiva e una di volontariato. È soprattutto in queste ultime che si esprimono i valori del collegio.
Nicola ci racconta, inoltre, che le classi sono molto piccole e così l’apprendimento e il dialogo risultano più facili.ì La qualità della didattica richiede non solo molto impegno, ma una giusta dose di tempo. Spesso invece nelle scuole superiori non si riesce a ritagliare uno spazio di dialogo per ogni argomento svolto, perché i programmi sono vasti. Attualizzare però è l’unico modo per tenere in vita e dare valore a ciò che si studia. Nei collegi del mondo unito ci riferisce Nicola «gli argomenti sono meno numerosi rispetto a quelli trattati nelle scuole superiori, ma vengono approfonditi e discussi molto di più», evitando l’autoreferenzialità. I temi di attualità sono dibattuti in un’ottica non eurocentrica e -continua l’intervistato- «è presente una maggiore sensibilità verso ciò che accade intorno a noi perché, molto spesso, se scoppia una guerra, c’è sempre qualcuno che viene da quella parte del mondo». Ragazzi poi che provengono da paesi svantaggiati hanno finalmente la possibilità di essere valorizzati e sentirsi una risorsa. La scuola permette un salto di qualità interiore ed emotivo, grazie al quale ogni studente diventa protagonista del suo apprendimento. «Siamo soprattutto noi studenti - conclude Nicola - che decidiamo quali temi di attualità trattare in classe e li approfondiamo anche attraverso consulte studentesche, in cui ognuno è libero di partecipare e intervenire. Inoltre il rapporto fra studenti e professori è diretto: siamo soliti chiamarli per nome e per noi sono prima di tutto educatori e mentori». A Duino, ogni insegnante, il pomeriggio e nei weekend, ricopre il ruolo di tutor per 8 studenti del collegio.
La selezione per essere ammessi consiste in un colloquio individuale e in lavori di gruppo, che hanno un peso maggiore rispetto al test di logica e a una comprensione del testo. Inoltre la valutazione delle scuole di provenienza non influisce. Nicola sottolinea che «non viene premiato chi sa più cose, ma chi è in grado di stare con gli altri».
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