IL CASTORO | Educazione civica: ponte tra scuola e cittadinanza. Parlano le insegnanti Minardi e Mazzotti
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Caterina Penazzi
Studio della Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale: questi i tre punti principali del decreto ministeriale n. 35, firmato il 22 giugno scorso da Lucia Azzolina. Così il ministro dell’istruzione del governo Conte applica la legge n. 92 del 20 agosto 2019, sull’insegnamento scolastico dell’educazione civica. A partire dall’infanzia, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, è stato inserito come obbligatorio questo insegnamento, che rimane sperimentale fino all’anno scolastico 2022-2023, durante il quale si prevede un numero minimo di 33 ore all’anno della nuova materia, per ogni corso.
«I professori che insegnano la mia stessa disciplina, e non solo, già da tempo hanno inserito nel loro programma argomenti di educazione civica, imprescindibili per affrontare moltissime tematiche - afferma Emanuela Minardi, coordinatrice del dipartimento di storia e filosofia del liceo Torricelli-Ballardini -. Adesso le ore devono essere certificate e le attività, che già erano svolte, riportate sul registro». Il consiglio di classe è tenuto a programmare i traguardi di competenza e gli obiettivi di apprendimento degli alunni, oltre che stabilire il tempo impiegato per lo svolgimento di ogni azione didattica, volta ad approfondire i tre punti principali. «È importante coinvolgere tutte le discipline -continua la docente- perché queste tematiche sono diventate attuali, non sono solo strettamente collegate alla Costituzione, ma sono anche connesse allo sviluppo sostenibile, all’ambiente, alla conoscenza del patrimonio artistico del territorio e alla cittadinanza digitale».
Il progetto mira a focalizzarsi sullo studio della Carta costituzionale, affinché gli studenti conoscano i propri diritti e doveri e si comportino da cittadini responsabili. Gli alunni imparano a utilizzare consapevolmente strumenti digitali e di comunicazione, quali Internet e social media, con i quali si trovano strettamente a contatto tutti i giorni. Inoltre, al centro dell’insegnamento, ci saranno la tutela e il rispetto del nostro territorio, oltre che il mantenimento di alcuni comportamenti corretti, quali una sana alimentazione. La nuova disciplina è anche oggetto di valutazione da parte dei docenti ed è importante che non sia solo un’esplicazione di contenuti, ma anche un’occasione per inserire l’attualità e la vita quotidiana dentro i percorsi di studio, al fine di creare una connessione fondamentale tra presente e cultura.
«È importantissimo - precisa Minardi - che un insegnante cerchi il dialogo con i ragazzi, renda le lezioni più coinvolgenti ed interessanti ed esca dagli schemi della lezione frontale; l’educazione civica viene veicolata anche attraverso la modalità con cui sono affrontate ed esposte le tematiche». Questa nuova disciplina deve svolgersi in parallelo con l’insegnamento di tutte le materie scolastiche, poiché esse si sostengono reciprocamente e favoriscono una didattica che vede protagonisti gli studenti. In questo disegno generale, l’educazione civica dovrà costituire il ponte tra il sapere la contemporaneità in cui viviamo.
Il compito di coordinamento e progettazione del nuovo curriculum disciplinare all’interno del liceo faentino è stato affidato a Barbara Mazzotti, professoressa di storia e filosofia, che ha individuato le competenze da raggiungere, strettamente connesse ai diciassette obiettivi dell’agenda 2030 di tutti i Paesi membri dell’Onu. Dallo sviluppo sostenibile fino alla lotta contro la povertà, questa modalità di pedagogia collaborativa e partecipativa include tutte le materie, anche le scientifiche, fino ad ora escluse dall’insegnamento dell’educazione civica.
«Sono stata scelta sulla base del mio curriculum - sottolinea Mazzotti - ho già lavorato sui diritti umani, sulla violenza di genere e collaborato con diverse associazioni. Mi sono confrontata con gli insegnanti di altri istituiti, che ricoprono il mio stesso ruolo, per riuscire a organizzare al meglio le informazioni trovate con il grande lavoro di ricerca e studio, in cui sono stata coinvolta. Ora abbiamo un’occasione per mettere in gioco i docenti di tutte le discipline e per valorizzare coloro che stavano già innovando la didattica, aiutando gli studenti a formare una coscienza critica. Questo progetto – conclude - serve alla scuola per evolversi a livello educativo e pedagogico, invita a una formazione continua e spinge gli insegnanti a collaborare per il presente e il futuro degli alunni».