IL CASTORO | Balzani: «Il futuro di Predappio? Un museo dell’architettura razionalista»

Romagna | 28 Dicembre 2022 Cultura
il-castoro--balzani-il-futuro-di-predappio-un-museo-dellarchitettura-razionalista
Edoardo Argnani
Per il centesimo anniversario della Marcia su Roma quest’anno più che mai Predappio si è riempita di neofascisti. Ne abbiamo parlato con il professor Roberto Balzani, ordinario di Storia contemporanea all’Università di Bologna ed ex sindaco di Forlì. L’intervista è stata realizzata in occasione di una sua lectio magistralis rivolta agli alunni di quinta delle scuole faentine.
Parlare di neofascismo oggi, anche a scuola, è spesso motivo di polemiche, forse perché l’Italia non ha avuto una sua Norimberga?
«Anche la Germania non avrebbe avuto Norimberga se non ci fossero stati gli Alleati. L’Italia è un paese profondamente moderato, che ha delle caratteristiche di forte individualismo sociale, è un paese di destra nella sua struttura profonda. La sinistra nelle sue varie forme non ha mai preso più di un terzo dei voti e quando è riuscita ad andare al governo l’ha fatto in coalizione, riuscendo a intercettare una parte di elettorato centrista. È già molto far passare l’idea che le persone debbano ragionare con la propria testa, non essere conformiste, accettando le differenze culturali e la scuola è uno dei luoghi nei quali questi temi possono essere più approfonditi. Essa non deve però negare il conflitto, componente fondamentale della società, ma insegnare a gestirlo civilmente. Alcuni professori si espongono, dunque, proprio per creare elementi che possano far nascere una visione contraddittoria, controversa della realtà, da gestire in modo civile».
Che relazione c’è tra i fascisti del Ventennio e i neofascisti di oggi?
«Credo che il fascismo del Ventennio sia un fenomeno proprio di una società in via di modernizzazione, in parte ancora arcaica e dunque che si tratti di un’esperienza storica assolutamente finita. Esiste però un problema di visione totalitaria delle relazioni umane, di violenza, di dominio che non è risolto, né in Italia né altrove, cioè quello di chi manifesta sotto forme che si possono ricollegare, dal punto di vista simbolico, a quelle remote dei totalitarismi. Il fascismo storico è un fenomeno finito e mi sentirei di negare una possibile reviviscenza delle camicie nere, il che non esclude però che non sopraggiungeranno fenomeni altrettanto pericolosi».
Pensa che sia giusto continuare a dare il consenso a cortei neofascisti nel paese natale del Duce? Perché il sindaco Roberto Canali ha negato il patrocinio alla manifestazione dell’Anpi?
«Il rapporto tra Predappio e il fascismo è un rapporto complesso fin dall’origine. C’è stato un lungo periodo di rimozione, anche legato al tema della presenza delle spoglie del duce nel cimitero di San Cassiano. Il suo corpo è stato molto conteso dopo la seconda guerra mondiale. Poi c’è stata una fase di oblio e di rifiuto, che però è stata sempre accompagnata da manifestazioni di nostalgici fascisti. Un piccolo paese come Predappio ha conosciuto tanti sindaci di vario orientamento che si sono trovati ad affrontare un problema più grande di loro. Ogni scelta in questi casi sembra sbagliata: impedire i raduni o tollerarli? È chiaro che nel caso specifico del sindaco attuale si tratta anche di scelte di carattere politico».
Si nega il patrocinio all’Anpi, ma si accetta che sfilino cortei di neofascisti che esibiscono i simboli del Ventennio e fanno il saluto romano. Come può tutto ciò essere compatibile con la legge Scelba del 1962?
«Questa è una delle grandi questioni aperte del nostro paese. È chiaro che il punto è quel famoso articolo della Costituzione che impedisce la ricostituzione del partito fascista sotto qualunque forma e il problema vero è che il sistema politico italiano ha preferito integrare dentro un sistema democratico ciò che rimaneva del fascismo piuttosto che rigettarlo completamente. Questa scelta risale al 1946, con l’amnistia Togliatti, è una decisione che plasma strutturalmente la nostra democrazia nel momento della sua nascita».
Che ne pensa della proposta di rendere Predappio e Forlì un museo all’aperto dell’architettura razionalista? L’Italia è pronta?
«L’Italia è prontissima, tanto è vero che Forlì e Predappio sono fin dal 2014 all’interno di una delle rotte culturali del Consiglio d’Europa sul razionalismo dei totalitarismi, quindi non soltanto di quelli di estrema destra, ma anche di quelli sovietici. Purtroppo però le amministrazioni locali non hanno risorse che siano in grado di sostenere questo progetto».
Lei, in passato, è stato sindaco di Forlì. Perché ha deciso di ritirarsi dalla politica attiva?
«Ho deciso di farlo perché amo molto il mio mestiere di insegnante e non riuscivo a pensare di non poterlo più fare decorosamente. La mia vita vera è in mezzo ai miei studenti, occupandomi delle mie ricerche e mi sento più utile così. Ho inteso l’esperienza politica come una parentesi della mia vita al servizio della comunità. Non trovo nulla di strano in questo ritorno all’insegnamento, anzi, a mio parere dovrebbe essere la norma».

 
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-il-castoro-balzani-il-futuro-di-predappioaun-museo-dellarchitettura-razionalista-n36843 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione