IL CASTORO | «Anthropocene», fino al 5 gennaio la mostra al Mast di Bologna

Romagna | 23 Dicembre 2019 Blog Settesere
il-castoro--anthropocene-fino-al-5-gennaio-la-mostra-al-mast-di-bologna

Anna Balducci

«Spesso le mostre vanno lette come delle storie, perciò bisogna partire dal titolo per capire cosa contengono». Così esordisce la guida davanti al primo degli smisurati pannelli allestiti al Mast di Bologna fino al 5 gennaio 2020. Antropocene. Dal greco ἄνθρωπος, uomo, e καινός, nuovo, è questo il nome proposto dai ricercatori dell'Anthropocene working group per indicare l'epoca contemporanea. Una nuova era geologica. Specificatamente, quella in cui l'uomo influenza la Terra più di tutti i processi naturali messi insieme e rappresenta la causa principale dei cambiamenti del pianeta. Secondo questi scienziati l'epoca precedente, l'Olocene, cominciata quasi 12 mila anni fa, avrebbe lasciato il posto alla nuova era a metà del secolo scorso. Dopo la «grande accelerazione» del secondo dopoguerra, cioè l'urbanizzazione e il boom demografico, industriale e tecnologico, nulla è stato più come prima. L'uomo ha afferrato il timone della natura e ne ha deviato la rotta per trarre dalle sue risorse immediato vantaggio, turbando e alterando il clima e l’ambiente e incidendo radicalmente sull'ecologia globale. È questo impatto che le fotografie a grande formato di Burtynsky e i filmati di Baichwal e De Pencier, documentano sinergicamente, insieme a murales ad alta risoluzione, videoinstallazioni e realtà aumentata. Tra i risvolti negativi del dominio incontrollato della natura, la mostra mette in luce l'estinzione accelerata di innumerevoli specie, la riduzione dei combustibili fossili e l'aumento delle emissioni di gas a effetto serra. Immagini maestose e toccanti mostrano miniere sconfinate, barriere frangiflutti, bacini e impianti di estrazione, raffinerie, discariche, coltivazioni intensive e scenari desolanti di desertificazione e deforestazione.

Se il filosofo Bacone visitasse Anthropocene, con un salto nel tempo e nello spazio, si metterebbe le mani nei capelli, lui che già nel Cinquecento aveva capito che: «Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura, infatti, si vince solo ubbidendole». E con lui Montaigne: «Chi lo ha persuaso (l’uomo) che questa meravigliosa oscillazione della volta celeste, la luce eterna di queste fiaccole che ruotano tanto fieramente sopra il suo capo, i movimenti spaventosi di questo mare infinito siano stati creati e siano continuati per tanti secoli per la sua comodità, e per servire a lui?». Sullo stesso tono Remo Bodei, rileggendo Spinoza, ci invita a ricordare che «il mondo non è fatto per noi» e che «non c’è nessun disegno divino che favorisca o privilegi la natura umana».

Più che vincere la natura, con essa dobbiamo convivere. Per farlo è necessario conoscere le sue leggi e soprattutto i limiti che essa ci impone. La consapevolezza è la chiave, è ciò che può portarci a cambiare le nostre azioni, a invertire la rotta e quindi a vedere la nuova era in una prospettiva positiva. La mostra non punta a diffondere catastrofismo, ma, mentre descrive la situazione drammatica attuale e diffonde, quindi, consapevolezza, accende un lume di speranza. Ecco, di fianco alle immagini dell’ambiente deturpato dall’essere umano –in netta maggioranza– paesaggi incontaminati che ci dimostrano che non tutto è perduto. I pannelli interattivi di Anthropocene citano tra l’altro iniziative e organizzazioni ed evidenziano il contributo che ognuno di noi può dare, nel suo piccolo, per affrontare i problemi sorti in diverse parti del mondo. Raggiunta la consapevolezza, possiamo fare qualcosa. È proprio questo il motto del progetto: «A shift in consciousness is the beginning of change». E lo si legge anche sulle borse in tela disponibili nel bookshop, rigorosamente eco. Costano cinque euro, ma la mostra e la visita guidata sono gratuite. Nulla, più del pianeta, riguarda tutti e l’opportunità di acquisire tanta consapevolezza a costo zero non può essere sprecata.

Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-il-castoro-anthropocene-fino-al-5-gennaio-la-mostra-al-mast-di-bologna-n22550 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione