I nonni faentini: "Abbiamo preso il Covid, il primo nipote conosciuto alla finestra"

Romagna | 26 Aprile 2020 Cronaca
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Barbara Gnisci
«La febbre alta mi è durata dodici giorni, per fortuna mio cognato, che lavora nella sanità, ha contattato un suo collega infettivologo e ho cominciato a prendere una medicina che me l’ha fatta abbassare e mi ha fatto passare anche il mal di testa». Gianni Peroni, 70enne di Faenza, sembra che abbia preso il Covid-19 da sua moglie che aveva avuto dei sintomi molto lievi e quindi non sospetti una settimana prima: «Mia moglie Luisa, una sera dei primi di marzo, ha avuto la febbre a 38, ma poi la mattina dopo era scesa subito a 37 e mezzo. Abbiamo avvisato il dottore, ma non presentando più febbre e non avendo avuto la tosse, non si è pensato al virus. L’unica cosa strana, che con il senno di poi ci ha fatto pensare al Coronavirus, è che aveva perso il gusto e l’olfatto, sensi che non ha ancora recuperato del tutto». Ma dopo una settimana è Gianni ad avere la febbre alta: «Anche nel mio caso, non sono mai subentrati problemi respiratori, nemmeno un po’ di tosse, ed è per questo che, nemmeno questa volta, il mio medico di base ha pensato che potesse trattarsi di Coronavirus. Quando abbiamo visto che la febbre non si abbassava con il paracetamolo, si è attivato mio cognato. Poco dopo abbiamo fatto il tampone e mi sono curato con il farmaco contro l’artrite reumautoide». Nel frattempo si è venuto a sapere di altri casi nel circolo faentino dove la signora Luisa andava a giocare a carte: «Più di una persona di quel circolo si è ammalata e purtroppo una è anche morta». Gianni e Luisa sono sempre rimasti in casa: «Prima che mi venisse la febbre e prima del decreto del 9 marzo ho continuato a uscire, ma non ho visto molte persone. Il mio vicino di casa, con cui sono stato più a contatto, non si è ammalato». C’è stata un po’ di paura all’arrivo della risposta positiva: «Dopo un paio di giorni ci hanno chiamato per dirci che eravamo entrambi positivi. I nostri medici di famiglia ci hanno monitorato costantemente. Ci siamo spaventati, ma sicuramente rimanere a casa nostra ha aiutato. Siamo chiusi in casa da più di un mese e la quarantena continuerà ancora. Il secondo tampone è risultato negativo sia per me che per mia moglie. Ora stiamo aspettando di fare il terzo, ci hanno detto che anche se sarà negativo, dovremo aspettare ancora qualche giorno per uscire». Nel frattempo Gianni e Luisa si fanno aiutare dal figlio, che porta loro la spesa: «Il lunedì di Pasqua è nato il nostro primo nipote: dopo aver preso il bimbo e sua moglie dall’ospedale, mio figlio è passato con la macchina sotto casa nostra e abbiamo visto nostro nipote dal finestrino della macchina». 
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