I migliori spettacoli dei cartelloni invernali nei teatri di Ravenna e della provincia

Romagna | 26 Ottobre 2017 Cultura
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Elena Nencini
Difficile fare una scelta tra le programmazioni teatrali del nostro territorio che da diversi decenni cura l’aspetto culturale proprio tramite la scelta di spettacoli di buon livello. Le nostre segnalazioni vogliono perciò sottolineare la novità o la bravura di alcuni interpreti sui palchi delle nostre città.

Il BEST SELLER DI ECO A LUGO
Attenta al classico, ma anche al contemporaneo e alla commedia la stagione del teatro Rossini di Lugo, con i suoi 7 spettacoli a cui si aggiungono i 3 di danza, offre un interessante proposta sul territorio. Da segnalare il bestseller di Umberto Eco, Il nome della rosa (12-13-14 dicembre), che è diventato uno spettacolo teatrale con la regia di Leo Muscato, per la drammaturgia di Stefano Massini, già venuto a Lugo lo scorso anno con l’intenso L’ora di ricevimento (banlieu). Un progetto nato qualche anno fa proprio con lo scrittore piemontese che ha seguito la stesura fino al momento della sua morte: lo spettacolo riesce ad essere un distillato del testo di Eco, delle sue massime più iconiche. Le videoproiezioni e un impianto scenico costituito da uno scheletro goticheggiante sono lo sfondo per gli orribili delitti che avvengono in un’antica abbazia medievale. Molto interessante la caratterizzazioni dei personaggi.

COSTA  DA’ VOCE AD ASPESI
Questioni di cuore (14-15 marzo) al teatro Comunale di Cervia porta la firma di Lella Costa,per condurre il pubblico in un intrigante itinerario epistolare. Tra le migliaia di lettere che, in venticinque anni, la giornalista Natalia Aspesi ha ricevuto e pubblicato nella rubrica per il Venerdì di Repubblica, Costa ha selezionato le lettere più incredibili, intense o che offrono lo spunto per parlare di argomenti di grande attualità . C’è la ragazza di 16 anni che non riesce a scegliere tra ben tre amori, il ragazzo che si descrive come bello, ricco e intelligente ma che non trova una fidanzata, la donna che si innamora di un sacerdote e il giovane che si scopre gay. Sono alcune delle “vite” che emergono nello spettacolo-reading di Lella Costa, che offre così un ritratto sentimentale ed emotivo, ma anche sociale o sociologico, del nostro Paese.

SE ENEA DIVENTA UN MIGRANTE E se Enea fosse stato considerato un migrante? E’ questa la domanda che si pone uno dei più interessanti talenti della scena italiana, il pluripremiato Fausto Russo Alesi ne Il viaggio di Enea (19 novembre) al teatro Masini di Faenza. La programmazione del Masini è come al solito ricchissima spaziando tra comico, favola, prosa, ragazzi, danza, operette, protagonisti e incontri con gli artisti. Il viaggio di Enea è il racconto poetico delle migrazioni: lo scrittore Olivier Kemeid racconta una storia familiare, una riscrittura moderna, ma comunque fedele del classico di Virgilio, in cui l’autore proietta le vicende di suo padre e della sua famiglia, emigrata dall’Egitto al Canada con mille peregrinazioni e molteplici difficoltà alla perenne ricerca di un mondo migliore, attraverso personaggi e luoghi del mito di Enea. Kemeid ha riconosciuto nel racconto di Virgilio la storia di suo padre, che è la storia dell’uomo, in fuga dai disastri dell’esistenza. 
Il 27 gennaio in una versione inedita Cristiano Cavina accompagnato da Vittorio Bonetti presenta Made in Romagna.

DA PAIATO A PLACIDO A RUSSI
Forse una delle migliori programmazioni teatrali da qualche anno è quella del teatro Comunale di Russi che propone una decina di spettacoli, a cui si aggiungono quelli per bambini e quelli musicali (l’8 febbraio un poliedrico Fabrizio Bosso in Concerto per Jack London. Un melodramma jazz d’amore e pugilato). Da segnalare i padroni di casa, Le Belle Bandiere, che vedono Elena Bucci e Marco Sgrosso impegnati il 9 gennaio in Prima della pensione – ovvero cospiratori; il 22 febbraio Michela Placido con Anna Bonaiuto sono gli interpreti di Piccoli crimini coniugali. Da segnalare sicuramente la bravissima Maria Paiato che interpreta Play Strindberg (20 novembre), un adattamento di Dürrenmatt di Danza macabra di Strindberg. Il testo attraversa le mille sfumature dell’anima, mettendo in scena le frustrazioni dei tre protagonisti all’interno della famiglia, amata e odiata. Le dinamiche tra i tre personaggi rendono lo spettacolo amaramente divertente. Il testo offre a Franco Castellano, Maria Paiato, Maurizio Donadoni una prova attoriale davvero stupefacente. 

MUSICA E FILM ALL’ALIGHIERI
Alla sua uscita nel 1971, La classe operaia va in paradiso il film di Elio Petri innescò un duro dibattito nella sinistra, mettendone in discussione la capacità di rappresentare il proletariato. Lo spettacolo (8-11 marzo) al teatro Alighieri di Ravenna torna allo sguardo eterodosso e straniante del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia del nostro Paese. Lo spettacolo è costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro e ai frammenti che testimoniano la storia del film, riassemblati in una nuova tessitura drammaturgica da Paolo Di Paolo e saldati con la regia di Claudio Longhi a un impianto musicale ricco e articolato eseguito dal vivo dallo stesso ensemble di attori coinvolti nella messinscena. Il registro stilistico deriva direttamente da quello dell’incandescente ‘capriccio’ di Petri, in bilico fra grottesco a tratti velenoso e drammatico e un fantasioso realismo. Tra i protagonisti il giovane Lino Guanciale visto recentemente in tv ne La porta rossa nei panni del commissario Cagliostro, ma che si divide tra piccolo schermo e televisione.
Senza dimenticare dal 7 al 14 dicembre, Va’ pensiero, al teatro Alighieri, una grande creazione corale, una drammaturgia di Marco Martinelli, dove la speranza risorgimentale inscritta nella musica di Giuseppe Verdi fa da controcanto al pantano e alla corruzione delI’Italia di oggi. Una storia di onestà e di corruzione.

CRISTICCHI È L’ULTIMO ERETICO
Simone Cristicchi presenta Il secondo figlio di Dio, (14 dicembre) al teatro Goldoni di Bagnacavallo, ispirato alla vicenda incredibile, ma realmente accaduta, di David Lazzaretti, detto il «Cristo dell’Amiata». E’ la grande avventura di un mistico, l’utopia di un visionario di fine Ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale. 
Tra canzoni inedite e recitazione, il narratore protagonista ricostruisce la parabola di Lazzaretti, da barrocciaio a profeta, personaggio discusso, citato e studiato da Gramsci, Tolstoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci; il suo sogno rivoluzionario per i tempi, culminato nella realizzazione della «Società delle Famiglie Cristiane»: una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza. Cristicchi racconta l’«ultimo eretico» Lazzaretti e la storia di un sogno, di un’idea, in quel piccolo lembo di Toscana, Arcidosso e il Monte Amiata.
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