I centri sociali «reggono» tra alti e bassi fra Lugo, Sant'Agata, Bagnacavallo e Alfonsine
Federico Savini
Il problema del ricambio generazionale è comune a tutti, pur con sfumature significativamente diverse, mentre gli anni della pandemia non hanno colpito ovunque nello stesso modo e l’alluvione in qualche caso è persino stata motore della ripresa di una socialità comunitaria. Insomma, lo scenario dei centro sociali della Bassa Romagna, indagato a partire dalle testimonianze dei presidenti della Ca’ di Cuntaden a Sant’Agata sul Santerno (Antonio Bassi), il Tondo a Lugo (Noemi Marzia Ricci), gli Amici dell’Abbondanza a Bagnacavallo (Genziano Zuccherelli) e Il Girasole ad Alfonsine (Iader Emiliani) evidenzia una realtà con tante differenze, e peraltro in una congiuntura storica delicatissima in questo territorio e peculiare anche sotto il profilo generazionale, dato che i settantenni d’oggi sono cresciuti con i Beatles, qualcosa di molto diverso da chi li ha preceduti.
1 - Dall’Ancescao si parla di 40% di calo degli iscritti dal 2021. Com’è la situazione nei vostri centri sociali?
Antonio Bassi (Ca’ di Cuntaden): «Siamo 86 soci, il centro sociale ha tenuto nonostante il Covid e anche l’alluvione ha confermato il nostro ruolo di centro aggregativo, peraltro vicino alla Parrocchia. Il nostro centro, di proprietà comunale, è alluvionato e non ci torneremo prima di due anni. Don Claudio ci concede gli spazi parrocchiali in cui ci siamo già insediati».
Noemi Marzia Ricci (Il Tondo): «Siamo passati da 400 a poco più di 200 iscritti, il calo è stato molto pesante e sia il Covid che l’alluvione ci hanno portato a usare gli spazi del centro per la comunità, dal centro vaccinale all’aiuto alla scuola d’infanzia Capucci».
Genziano Zuccherelli (Abbondanza): «Gli iscritti si mantengono sui 500, ma il bar alla sera è meno frequentato di prima. Ci viene un terzo delle persone che lo frequentavano prima».
Iader Emiliani (Il Girasole): «Per noi è l’inverso: siamo più di 370, mai stati così tanti! Frutto del miglioramento dei servizi e di una gestione che ha trasformato in un gioiello una delle sale più belle di Alfonsine».
2 - Il calo, dove c’è, è più fisiologico per età e ospedalizzazioni oppure molti continuano a non voler uscire di casa?
Antonio Bassi (Ca’ di Cuntaden): «Il Covid ha prodotto paure che si sono fatte sentire, facendo quasi scomparire il gioco delle carte».
Noemi Marzia Ricci (Il Tondo): «Vedo tante persone cambiate. La pandemia ha aggiunto un disagio psicologico a fisiologici problemi di salute diffusi in una popolazione anziana. Molti stanno perdendo l’abitudine a camminare. La stessa Ausl è in prima linea per recuperare chi ha subito danni da lockdown, anche perché sono in aumento le malattie geriatriche e l’alluvione di certo non aiuta».
Genziano Zuccherelli (Abbondanza): «Il Covid ha portato grande paura, così come l’alluvione. Ora confidiamo nel prossimo trasferimento nei locali dell’ex Scottona, al convento di San Francesco, dove avremo 600 metri quadri per le nostre attività».
3 - L’età media dei frequentatori?
Antonio Bassi (Ca’ di Cuntaden): «Innanzitutto la frequentazione è più saltuaria che quotidiana, ma stiamo sull’over 60 con un rialzo negli ultimi anni. Tante iniziative e in particolare le cene sociali però avvicinano anche molti giovani».
Noemi Marzia Ricci (Il Tondo): «È in lieve calo, ma perché non vengono i più anziani. Una settantina di frequentatori usufruiscono proprio di servizi specifici come il traporto sociale»
Genziano Zuccherelli (Abbondanza): «Gli over 70 si potrebbero contare, siamo più sull’ottantina»
Iader Emiliani (Il Girasole): «Si è abbassata. In particolare chi viene a giocare a mah-jong e tombola è abbastanza giovane».
4 - Le attività più gradite?
Antonio Bassi (Ca’ di Cuntaden): «La tombola una volta a settimana e anche i martedì letterari organizzati con l’associazione Kultura di Candido Parrucci, che ci portano anche frequentatori non abituali. In dicembre presenteremo un volume sui musicisti dilettanti di Sant’Agata. La ginnastica dolce, che facevamo con la Uisp prima dell’alluvione, ripartirà a gennaio».
Noemi Marzia Ricci (Il Tondo): «Premesso che con l’anno nuovo si libereranno nuovi spazi, c’è una buona affluenza ai corsi di computer e smartphone, meno in biblioteca. Sono andati molto bene i soggiorni al mar e in montagna ma è molto calato il liscio».
Genziano Zuccherelli (Abbondanza): «Vanno bene i biliardi ma è calato il ballo, da 500 a circa 150 persone. So che ad esempio nelle Marche va sempre fortissimo».
Iader Emiliani (Il Girasole): «Il liscio non va più, anche con nomi importanti. La pandemia lo ha colpito duramente. La tombola va benissimo, con persone che vengono anche da Massa Lombarda, mah-jong e beccaccino non riempiono mai meno di dieci tavoli e poi c’è un corso da sommelier con 40 iscritti».
5 - Il ricambio generazionale da dove potrebbe partire?
Antonio Bassi (Ca’ di Cuntaden): «Dagli eventi aperti alla cittadinanza, specie gastronomici. Aiuta sempre avere giovani al centro, anche se non iscritti. Molte cose cambiano per cultura generazionale, vedi i giochi di carte romagnoli che lasciano il posto al burraco. Anche il corso sullo Spid è stato apprezzato ed è attuale. Siamo stati i primi a organizzare eventi pubblici a Sant’Agata dopo l’alluvione e devo dire che si è sentita un’energia rinfrancante da parte della comunità».
Noemi Marzia Ricci (Il Tondo): «Attraverso le Istituzioni e alcune associazioni cerchiamo di portare al Tondo i ragazzi più giovani. La prospettiva è quella di fare attività per tutti ma in questo momento è difficile anche rinnovare il Consiglio, che peraltro è in scadenza. Per questo faccio proprio un appello ai lughesi che abbiano voglia di impegnarsi. Va considerato anche il 70enne di oggi, diversamente dal passato, non ha la prospettiva standard del centro sociale: viene se un evento gli interessa, diversamente se ne va al ristorante. Così, il servizio da ricreativo che era in origine diventa sempre più sociale, rivolto a chi ha maggiori necessità di aiuto».
Genziano Zuccherelli (Abbondanza): «Le serate all’aperto e il biliardo avvicinano i giovani, che però è impensabile che condividano strutturalmente gli spazi con i novantenni. Spero che la nuova sede ci aiuterà anche in questo».
Iader Emiliani (Il Girasole): «Il circolo è molto frequentato ma siamo in pochi a gestirlo, quindi questo è un problema. La direzione di fatto è collegiale e vogliamo che lo rimanga, è più complessa ma aiuta a fare le cose al meglio. Il nostro obiettivo resta sempre quello di fare il bene della comunità».