Grande successo per la seconda edizione di «Faenza in un bicchiere», cresce la «nostalgia» per una nuova Enologica
Riccardo Isola - Quello che si è tenuto nei giorni scorsi in piazza del Popolo rappresneta una prova del nove, forse (?), di quello che Faenza, il territorio e le persone chiedono: conoscere in punta di calice le eccellenze vitivinicole ed enogastronomiche in genere. Lo attesta il bilancio dell’iniziativa «Faenza in un bicchiere» che, seppur rimandata per il maltempo, sabato 26 ottobre, ha visto i loggiati della piazza trasformarsi in una cantina o meglio in un’osteria all’aria aperta, che funziona, incuriosice, colpisce nel segno. Stando al commento degli organizzatori, i comemrcianti di «Faenza C’Entro» sono stati circa «1.500 i visitatori che hanno potuto conoscere in modo facile e immediato le eccellenze vitivinicole abbinate a piccole degustazioni». Sempre per i promotori dell’iniziativa «sono stati quasi 4mila i ticket consegnati agli artigiani del vino della Romagna mentre un migliaio i pacchetti venduti. Una performance che ha regalato un bel colpo d’occhio del cuore di Faenza, trasformatosi, per una sera, in una cantina a cielo aperto sotto le architetture della città con tavoli al centro dove i tanti hanno potuto accomodarsi e degustare le mille sfaccettature della produzione vinicole di qualità della Romagna». Molto interesse anche per lo stand dedicato all’Albana Déi, il concorso che ogni anno mette a confronto le migliori etichette di uno dei vitigni più rappresentativi del territorio. Questo risultato «evidenzia la ricchezza del territorio nel quale producono i nostri artigiani vignaioli e che ci porta a sottolineare la bontà dell’idea che intendiamo mantenere anche nei prossimi anni arricchendola con nuove iniziative». Che siano le fondamenta per una «nuova» Enologica, salone dedicato, diversi anni fa, proprio a Faenza alle eccellenze romagnole in calice che di fatto si è perso nella memoria di chi aveva sempre apprezzato format, contenuti e offerte. Si spera che qualcosa possa sbocciare anche perché spazi urbani capaci di ospitare eventi simili, al coperto (Palazzo del Podestà o Palazzo delle Esposizioni) o all’esterno (le piazze del cuore manfredo), ci sono.