Glorie, omicidio Bravi: la perizia sul marito dice che era in grado di intendere e volere al momento del delitto
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Riccardo Pondi, il 40enne che la notte del 18 dicembre 2019 ha strangolato la moglie 31enne Elisa Bravi era capace di intendere e volere al momento dell’omicidio. L’ha scritto nella sua relazione, depositata il 14 giugno, il professor Michele Sanza, perito nominato dalla Corte per effettuare una perizia psichiatrica sull’uxoricida reo confesso. A Sanza era stato chiesto di verificare se Pondi fosse affetto da patologie psichiatriche e di quale entità, se al momento dell’omicidio, fosse in grado di intendere e volere e se possa considerarsi una persona socialmente pericolosa. A conclusione della sua corposa perizia Sanza scrive «questo tragitto è del tutto estraneo al quadro psichico diagnosticato e destituisce di ogni fondamento l’ipotesi eziologica del delitto fondata sulla psicopatologia. Per quanto illustrato e documentato si afferma pertanto che Riccardo Pondi al momento dei fatti era capace di intendere e volere». Entro il 21 giugno dovranno depositare le proprie relazioni anche il dottor Roberto Zanchini, incaricato dal pm Lucrezia Ciriello, il professor Renato Ariatti, nominato dai legali di Pondi, Ermanno Cicognani e Francesco Manetti, il dottor Ermanno Arreghini nominato dalle parti civili- Udi, associazione Demetra, Donne in aiuto e associazione Dalla parte dei minori- nonché il dottor Umberto Moretto e la psicologa Deborah Mazzanti, nominati dai legali che tutelano le figlie della coppia, i genitori ed uno zio della vittima. Il 30 giugno si tornerà in aula per l’esame dei periti per proseguire il 5,6 e 7 luglio con la requisitoria del pm, le arringhe delle difese e delle parti civili poi la camera di consiglio dalla quale la corte uscirà con la sentenza.(m.c)