Gli studenti di quinta: "Non avremo vantaggi dalla nuova maturità"
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«Ci siamo persi tutto: i momenti tra di noi, i gruppi di studio, la tensione a scuola prima dei compiti in classe». Irene Basso (nella foto) frequenta la quinta al liceo artistico di Ravenna e nonostante le parole e i pensieri positivi rispetto alla didattica a distanza, si rende conto che fare lezione a casa non è come stare in classe e che la maturità, vissuta così, sarà un altro paio di maniche: «Tra circa un mese si svolgerà la prova e noi ancora non sappiamo bene come sarà. Intanto, insieme ai professori, abbiamo cominciato a fare il ripasso di quasi tutte le materie, ma l’incertezza nella quale ci troviamo proprio non aiuta». Più chiare le idee rispetto all’università: «Mi iscriverò a Infermieristica. Mi piace aiutare le persone e mai come in questo periodo avrei voluto farlo». Con un po’ di preoccupazione si avvicina all’esame di maturità anche Giulia Casadei, all’ultimo anno dell’Istituto tecnico agrario di Ravenna: «Sembra che adesso abbiano trovato un compromesso accettabile con 60 crediti che riguarderanno l’intero percorso scolastico di quest’anno, comprese anche le attività extra curriculari, e gli altri 40 che faranno riferimento alla prova che, al momento, sembra essere un orale in presenza, su più materie». Resta il fatto che non tutti i particolari sono stati comunicati: «Sembra che si partirà da un argomento concordato, ma le informazioni sono a oggi ancora molto vaghe. Sappiamo inoltre che il presidente della commissione sarà un membro esterno. L’indeterminatezza non ci fa stare tranquilli». Intanto, grazie alle video-lezioni e alle chat di gruppo, i programmi proseguono: «Da noi hanno partecipato quasi tutti i professori ma la didattica a distanza è una modalità particolarmente faticosa. Ci si stanca molto a stare ore collegati davanti a uno schermo. A fine mattinata ci si arriva spesso spossati, con il mal di testa e gli occhi che bruciano». Anche per Giulia il futuro prossimo sembra più ovvio di quello imminente: «All’università vorrei iscrivermi a ostetricia. Prima, però, devo affrontare questo esame e, sebbene non so come sarà, di certo penso che la maturità 2020 ce la ricorderemo tutti». Relativamente tranquillo si definisce Giuseppe Saracino (nella foto), studente del liceo scientifico di Ravenna: «La nostra è stata una delle prime scuole ad attivarsi per la didattica a distanza, cosa che ci ha permesso di non perdere troppo tempo, soprattutto in vista della maturità. Chiaro, qualche taglio sul programma è stato necessariamente fatto ma non sento di aver perso chissà cosa in termini di contenuti. Sull’esame, invece, una maggior chiarezza avrebbe fatto bene a tutti, d’altro canto ho fiducia nei professori: capiranno la straordinarietà della situazione e ci faranno vivere questo traguardo nel modo più sereno possibile». Anche se gli scritti sono stati cancellati snaturando l’essenza della maturità, secondo Giuseppe l’orale potrà essere comunque un buon banco di prova: «Pensare di sostenere lo scritto di matematica dopo tre mesi di mancata frequenza, credo non avrebbe avuto senso. Alla fine dobbiamo accettare la situazione anche se rifiuto l’idea che io e i miei coetanei, da un esame fatto così, ci guadagneremo». (b.g e s.manz.)