Gli Extraliscio tra il nuovo disco doppio e il Festival della Canzone italiana

Romagna | 24 Febbraio 2021 Cultura
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Federico Savini
«Un regalo ci aspettava, in qualche modo lo sapevamo ma non avremmo mai pensato di poter partecipare a Sanremo. Da quando suono con queste superstar del liscio, ho capito di aver a che fare coi musicisti più puri che ci siano. Hanno suonato decenni letteralmente per la gente, per farli divertire. Il liscio è la musica più anti-divistica che c’è: in orchestra non ci si mette in mostra, si va per far divertire il pubblico. E il palco dell’Ariston per noi sarà come una balera. La prima balera che riapre, per cinque sere, durante una pandemia». Mirco Mariani approccerà così il palco di Sanremo, quando insieme agli Extraliscio - a partire da martedì 2 marzo - prenderà parte al Festival della Canzone Italiana più difficile, quello che si terrà in piena emergenza sanitaria.
Presentando la partecipazione al Sanremo, Mariani era con Moreno il Biondo Conficconi (straordinario clarinettista, già leader del’orchestra Casadei negli anni ’90, che abita a Gatteo) e con Mauro Ferrara, la «voce di Romagna Mia», anche lui in pista dagli anni ’70, lughese e destinato a far innamorare della sua voce potentissima mezz’Italia, quando dal palco dell’Ariston vibrerà di pathos sulle note di Bianca Luce Nera, la canzone che gli Extraliscio presenteranno insieme a Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e che è stata scritta da Mirco Mariani insieme a un asso del songwriting come Pacifico e con lo zampino (non andiamo oltre a «ino» solo perché è una signora) di Elisabetta Sgarbi, letteralmente travolta dalla band, che produce da un anno e coinvolge in ogni cosa. Proprio Elisabetta Sgarbi, infatti, ha diretto un onirico documentario su di loro, inserito la canzone Non partir all’interno del film Lei mi parla ancora, che Pupi Avati ha tratto dal libro di suo padre, e ha pure scritto la metà dei pezzi di È bello perdersi, nuovo doppio album degli Extraliscio in uscita per Sony Music proprio in corrispondenza del Festival e che nel secondo disco contiene brani tratti dal documentario Si ballerà finché entra la luce dell’alba e che per la band rappresenta l’approdo verso un mondo lirico e sonoro nuovo, nel quale a farla da padrone saranno le tastiere vintage raccolte da Mirco Mariani nel suo studio Labotron.
«Per un anno ho cercato di capire chi fossero - dice Elisabetta Sgarbi -. L’incontro fra due eroi del liscio come Mauro e Moreno con uno scienziato pazzo della musica come Mirco Mariani ha davvero definito una dimensione ‘extra’ per il liscio, la musica che ballavano i miei genitori. Il progetto mira a combinare elementi estranei, e quindi la stessa presenza di Davide Toffolo serve a creare quel cortocircuito punk da balere che omaggerà la tradizione andando verso la contemporaneità».
La canzone scelta, Bianca Luce Nera, non sarà un pezzo facilmente riconducibile al liscio. «Appena l’ho ascoltata non ritrovavo il liscio – commenta Moreno il Biondo -, ma ho comunque immaginato delle melodie col clarinetto, che poi Mirco e il direttore d’orchestra Roberto Molinelli hanno sapientemente inserito nel brano e nell’arrangiamento che a Sanremo non lascerà con la mani in mano nessun componente dell’orchestra. Alle prove mi son sentito a casa, tanti orchestrali mi hanno detto di essersi formati nelle orchestre di liscio».
«Bianca Luce Nera nasce da un mio confronto con Elisabetta Sgarbi durante il primo lockdown - ha detto Pacifico -. E’ una canzone d’amore tutt’altro che malinconia, frutto di due amanti che si inseguono perennemente. Una vera imprudenza per Sanremo». «Una di quelle canzoni - aggiunge Davide Toffolo - così grandi da farmi pensare di poterla cantare al Festival. E’ una canzone sincera, ci pulsa dentro una femminilità molto reale».
«Musicalmente - spiega Mirco Mariani - è nata dal bajon che l’indimenticabile Silvana Mangano balla nel film Anna. Poi ho inserito un pianoforte alla talk Talk, ma centrifugato in balera. Siamo dei fuorilegge: il ballo oggi è la cosa più vietata che c’è».
Per la serata dei duetti Mariani non si è smentito chiamato sul palco Peter Pichler, musicista sconosciuto al grande pubblico e tra i pochi al mondo a saper suonare il Trautonium, esoterico strumento elettronico degli anni ’30 che venne usato per le musiche d’avanguardia di Paul Hindemith e Oskar Sala. All’Ariston riserverà il suo trattamento alla superclassica polka Rosamunda, del ceco Jaromír Vejvoda.
«Ricercheremo le radici, l’avventura e anche gli errori del liscio – aggiunge Mariani -. Siamo orgogliosamente fuori moda, per noi salire su quel palco vuol dire aver già vinto». «Il Mondo delle balere là fuori è fermo - conclude Moreno il biondo - e noi abbiamo una grande opportunità per riaccenderlo».
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