Giordano Sangiorgi tra i primi ad annunciare il Mei 2020 sul web: «Affianchiamo il digitale ai concerti»
![giordano-sangiorgi-tra-i-primi-ad-annunciare-il-mei-2020-sul-web-affianchiamo-il-digitale-ai-concerti](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1591251402_ss21-giordano-sangiorgi-1-1.jpg&w=420&h=248)
«Il quadro normativo è in evoluzione, ma una cosa non esclude per forza l’altra: lo streaming e i concerti dal vivo possono convivere». Giordano Sangiorni, patron faentino del Mei, è stato fra i primissimi ad annunciare che l’edizione 2020 del suo meeting degli indipendenti (dal 2 al 4 ottobre) sarebbe stata on-line. Archiviati i primi festival «in streaming», cerchiamo di capire cosa bolle in pentola. «La situazione è eccezionale e quindi bisogna integrare le due modalità, non vederle come antitetiche - spiega Sangiorgi -. Al Mei 2020 i concerti ci saranno, a meno che la situazione non precipiti, ma ovviamente si farà quel che sarà possibile secondo le normative».
Ad esempio?
«Gli spettacoli al Masini sono sempre strapieni. Si suonerà distanziati ed entrerà il pubblico che potrà entrare, ma da casa tutti potranno vedere l’evento in streaming. Penso sarà possibile fare eventi anche in piazza, vedremo…».
Sapete come procedere per il digitale?
«Ne ragioneremo con Regione e Ministero, ma l’esperienza su Lepida tv e la sua piattaforma digitale è stata ottima. Tra l’altro, con 50 dirette live, 100 videoclip e 500mila contatti stimati, abbiamo creato un bell’archivio regionale sulla musica».
Hai seguito «Buongiorno Ceramica» e il Salone del Libro?
«Sì, entrambi. Mi sono sembrate formule giuste, adeguate alla situazione. Penso, tra l’altro, che la musica possa fare numeri migliori rispetto alle conferenze».
La sostenibilità è un problema?
«Per forza, si va in perdita con costi aggiuntivi per sicurezza, sanificazioni e prenotazioni. Ma abbiamo impegni con gli Enti Pubblici e il Mei si farà. “Faenza Rock” ad esempio non era annunciato ed è saltato, ma in compenso il nostro contest a favore della Croce Rossa faentina ha visto l’invio di 30 video musicali».
Cosa potrebbe restare, in concreto e in futuro, di tutto questo digitale?
«L’opportunità, ben colta dal Mibact, è quella di un grande investimento sulla digitalizzazione del patrimonio musicale indipendente. Attivare un servizio di streaming nazionale indebolirebbe il monopolio degli operatori multinazionali dello streaming, a tutto vantaggio di quei musicisti che da questi colossi raccolgono le briciole, e in Italia sono 300mila. Lo sosteniamo dal 2007: un portale della canzone italiana avrebbe grande seguito, basta pensare ai 30 milioni di contatti che Bocelli ha fatto in un giorno all’inizio dell’emergenza Covid». (f.sav.)