Gessi romagnoli, ecco cosa ci si aspetta dal punto di vista turistico dal riconoscimento a Patrimonio Unesco
Riccardo Isola - Il mondo della politica territoriale esulta e si compiace per l’ottenimento del riconoscimento a Patrimonio della Umanità del «Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale». Area che da Reggio Emilia arriva fino al riminese dentro la quale ci sta anche la Vena del Gesso romagnola del territorio imolese e faentino. Tra i primi a commentare l’esito c’è stato l’assessore regionale Andrea Corsini che proprio a Settesere sottolinea come questa sia «una bellissima notizia, un fatto importante per la promozione del territorio, è la consacrazione dell’ambiente naturalistico romagnolo e non solo, ci sarà certamente più visibilità anche a livello internazionale». Gli fanno eco da Ravenna il sindaco e presidente della Provincia Michele De Pascale, per arrivare al primo cittadino faentino e presidente dell’Unione dei Comuni, Massimo Isola che sottolineano come «questa notizia straordinaria servirà oltre che alla tutela anche alla valorizzazione del nostro territorio». Altri commenti che uniscono soddisfazione e visione per lo sviluppo futuro dell’area faentino-imolese arriva dal presidente della Comunità del parco, di fatto organismo che raggruppa i primi cittadini dei territori interessati. Per Gabriele Meluzzi, sindaco di Fontanelice «aver ottenuto a livello internazionale un riconoscimento come quello di Patrimonio dell’Unesco è importante per una serie di motivi. In primis per il grande valore e per il volano che potrà essere in ambito turistico, a questo si aggiunge anche l’eventuale possibilità che arrivino risorse, ma su questo sarà solo il tempo a poter dire se e quando, e poi non in ultimo - prosegue - per il grande valore scientifico, naturalistico e di tutela naturalistica e paesaggistica che possiede. Come Comunità sappiamo però che ci sono delle situazioni ancora aperte, mi riferisco alla questione cava nel territorio riolese, e occupazionale, per quanto riguarda il casolano. Tematiche che non possiamo certo far finta che non esistano e che quindi - conclude il primo cittadino di Fontanelice - già nelle prossime e imminenti riunioni che dovremo fare saranno uno dei temi e dei punti trattati». Infine Legambiente rimarca come «il riconoscimento apre ricadute sull’ecoturismo, didattica, tutela del paesaggio, realizzazione del parco geologico museale, che darebbero qualche risposta allo sviluppo economico e sociale della comunità locale, assieme alle attività agricole e industriali compatibili».