Formula 1, i ricordi di Pierluigi Martini a Imola: «Urlai a Minardi che avevo rotto il motore, invece era uno scherzo e arrivai quarto...»

Romagna | 22 Aprile 2022 Sport
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Luca Alberto Montanari
Tutte le volte che Pierluigi Martini apre la finestra di casa sua, a Imola, e allunga lo sguardo verso la Variante Alta, che in linea d’aria dista poco meno di un chilometro, sente ancora quell’inconfondibile odore di frizione ormai cotta e consumata che resiste nell’aria dal 28 aprile 1991, quando l’allora pilota della Minardi conquistò il miglior risultato della carriera nonostante il contrattempo meccanico: «Se chiudo gli occhi - sorride Martini - e ripenso a quel giorno, mi vengono in mente ancora oggi due particolari: il primo è che appunto ero senza frizione dal 20° giro, altrimenti sarei probabilmente andato sul podio, e il secondo riguarda l’ultimo giro».
Cosa successe all’ultimo giro?
«Ero quarto, quando arrivai alla Variante Alta chiamai Minardi per radio e gli dissi: “Gian Carlo, ho rotto il motore, sono fermo”. Era sul muretto, smise di parlare. Probabilmente rischiò di svenire, ancora oggi ridiamo quando gli ricordo quello scherzo. Per fortuna, pur senza frizione, riuscii ad arrivare fino in fondo e a chiudere al quarto posto, il miglior piazzamento della mia carriera, eguagliato nello stesso anno all’Estoril».
Conserva altri ricordi di quel Mondiale?
«Restando a Imola, ricordo anche che inizialmente pioveva, poi la pista cominciò ad asciugarsi. La macchina andava forte, era affidabile, avevo solo problemi con la frizione. In quel Mondiale non avevamo il cambio automatico e quindi il problema fu persistente: il pedale andava giù e dovevi cambiare senza frizione, se sbagliavi anche solo una volta rischiavi di rompere il cambio. A Imola fu una grande boccata di ossigeno, mentre all’Estoril fu l’unica volta nella quale la frizione non si ruppe. Fosse successo a Imola, chissà…».
Che rapporto aveva con Minardi?
«Da pilota io guardavo, ascoltavo ed eseguivo gli ordini di scuderia. Ci si parlava soprattutto tramite la lavagna, perché la radio veniva usata pochissime volte e solo quando si doveva rientrare e si dovevano preparare i meccanici ai box. Oggi io e Gian Carlo siamo grandi amici e ci sentiamo frequentemente. Sì, penso di essere stato il suo pilota di riferimento, il più longevo e il più fedele, lo dicono i risultati».
Per lei cosa ha rappresentato la Formula 1?
«E’ stata la mia vita da sportivo, l’obiettivo principale della mia passione. Imola, invece, è stata per me la scintilla: ho corso per la prima volta con il kart, ho conquistato il mio miglior piazzamento, ho sfiorato il podio. E’ la città che amo e dove sono venuto a vivere. Abito a 500 metri dal circuito e, quando butto l’occhio fuori dalla finestra, i ricordi affiorano ancora».
A proposito del circuito, qual è il punto più difficile? E quello decisivo?
«La curva più importante da interpretare è l’uscita dalla Rivazza, mentre oggi il punto più difficile è la Piratella».
Se lei dovesse acquistare un biglietto da tifoso per andare a vedere il Gran Premio di domenica, in quale settore lo acquisterebbe?
«I punti più belli sono la Tosa e la Rivazza, poi ci sono le Acque Minerali. Dovessi scegliere, direi Tosa».
Dopo due gran premi a porte chiuse, finalmente torna il pubblico anche a Imola.
«Questo è il risvolto più emozionante del weekend, sarà bellissimo rivedere l’autodromo pieno. Si respirerà quell’aria mancata negli ultimi anni. Anzi, diciamo pure mancata dal 2006 in avanti».
Tra l’altro il pubblico torna proprio in concomitanza con il miglior inizio di stagione possibile per la Ferrari. 
«Credo possa essere davvero un anno speciale per la Ferrari. E’ competitiva e affidabile, ha una coppia di piloti fortissimi, Leclerc è un fuoriclasse. Poter battere due galli come Verstappen ed Hamilton dopo tanti anni di sconfitte è davvero l’ideale per divertirsi dopo questo inizio e per arrivare a Imola con le migliori intenzioni possibili».
Domenica sarà in tribuna o guarderà la gara da casa?
«Se apro le finestre, sento il rumore dei motori. Ma naturalmente sarò presente in tribuna, aspetto questo giorno da tantissimi anni. Il mio sogno è vedere la Ferrari sul primo gradino del podio per accontentare i tifosi italiani dopo anni di sofferenze non solo sportive. Sarebbe una festa meravigliosa».
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