Formula 1, c'è anche Pierluigi Martini nel nuovo libro “Quasi ferraristi”

C’è anche un capitolo dedicato a Pierluigi Martini nel nuovo libro “Quasi ferraristi” (Ultra Sport, pp 160) del giornalista e blogger specializzato motorsport Adriano Cisario. Il forte pilota ravennate, ma imolese d’adozione, molto apprezzato dal Drake, è stato davvero vicino a diventare pilota ufficiale Ferrari. Il destino ha però congiurato contro: prima, nel 1983, una improvvisa nevicata primaverile impedì un importante test con la Rossa sul circuito di Imola; poi a fine 1991 una incredibile concatenazione di eventi negò nuovamente la grande soddisfazione nonostante l’esistenza di un contratto già firmato per disputare con la Scuderia di Maranello la stagione 1992.

Per un pilota di Formula 1, correre per la Ferrari è semplicemente il massimo. Pochi ci sono riusciti e per questo sono nella storia dell’automobilismo, perché il mito della casa di Maranello è ineguagliabile. Moltissimi altri, invece, hanno sperato, tentato ogni strada, forzato ogni porta pur di diventare ferraristi, ma alla fine non ce l’hanno fatta. Questo libro è dedicato a loro, agli sconfitti di quella vera e propria corsa nella corsa che si è svolta nei decenni per assicurarsi il sedile di una Rossa di F1. Ecco le storie di dieci piloti (Senna, Patrese, Hunt, Cheever, Moss, Kubica, Nannini, Fittipaldi, Peterson e Martini), alcuni giovani talenti, altri già stelle di assoluta grandezza, che sono arrivati a un passo dal coronare il loro sogno, con tanto di firma su un contratto o su un’opzione vincolante, ma hanno dovuto arrendersi davanti alla sopravvenienza di candidature più forti o di inspiegabili giochi politici, di incauti temporeggiamenti o di impazienze fatali. Altri nove (De Angelis, Giacomelli, Hulkenberg, Perez, Jarier, Montermini, Rossi, Giovanardi e Tino Brambilla) hanno invece alzato bandiera bianca dopo una più o meno lunga trafila. Ripercorrendo fatti di cronaca, interviste, appunti e memorie personali di trentacinque anni di passione e attività giornalistica, Adriano Cisario ci restituisce una narrazione completa, spesso curiosa e talvolta al limite dell’incredibile, di questo coinvolgente “quasi come” a tinte rosse.