Focus immobili, «Patto per la casa»: non sempre una scommessa vincente

Romagna | 30 Marzo 2024 Cronaca
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Con l’obiettivo di aumentare gli alloggi in affitto a canone calmierato la Regione ha promosso il «Patto per la casa» con l’obiettivo di offrire vantaggi a proprietari e ad inquilini. «La Regione cerca continuamente di costruire nuove modalità per contribuire ad incrociare domanda/offerta introducendo incentivi sia ai proprietari che agli inquilini per risolvere un problema pesante, strutturale che negli ultimi anni si manifesta in tutte le città- ha spiegato Giannandrea Baroncini, assessore alla politiche abitative del Comune di Ravenna- . Con il Patto per la casa ci si rivolge al disagio abitativo delle persone appartenenti alla cosiddetta “fascia grigia”, composta da quei nuclei familiari che pur fruendo di un reddito certo, sono in condizioni di fragilità nel libero mercato della locazione, e che contestualmente non riescono o non possono avere accesso all’edilizia popolare. Il Patto per la casa è un’azione innovativa, integrata ad altre misure già in atto per il sostegno alla locazione, che vuole incentivare la formazione da parte dei Comuni delle Agenzie per la casa, in grado di gestire sia sotto il profilo immobiliare che sotto quello sociale, il patrimonio di alloggi - di proprietà pubblica o privata attualmente non occupati - via via messo a disposizione per questo Programma. Un percorso virtuoso che la Regione sostiene con 4.668.000 di euro, destinati agli Enti locali che sottoscrivono una convenzione con le Agenzie per la casa. Nella nostra provincia, l’Unione della Romagna Faentina ha fatto da apripista ed è un po' il progetto pilota che potrà portare un’esperienza utile a tutto il tavolo provinciale delle politiche abitative in cui, come Comuni, ci confrontiamo su questi temi. Stiamo ragionando su come impostare la manifestazione di interesse rivolta a soggetti privati, associativi o del terzo settore per cercare di dare vita all’agenzia anche a Ravenna. Abbiamo fatto una serie di incontri preliminari e c’è interesse. Per quanto riguarda le risorse, la Regione finanzia il patto per la casa prevede 150.000 euro per i Comuni o Unioni con popolazione residente sopra ai 90.000 abitanti e 100.000 euro per gli altri Comuni o unioni di comuni. Stiamo lavorando su tanti fronti per costruire risposte alla domanda crescente e per aumentare l’offerta, ma servirebbe un grande Piano casa nazionale che realizzi nuove case popolari, ristrutturi quelle inutilizzate, finanzi l’ edilizia residenziale a proprietà indivisa a canoni calmierati favorendo la mutualità, metta a disposizione risorse per il contributo affitto, regolamenti gli affitti brevi ad uso turistico. Purtroppo il Governo ha abolito il contributo affitto e i fondi per la morosità incolpevole, due degli strumenti che negli ultimi anni maggiormente sono riusciti a dare risposte ai problemi delle politiche abitative, impedendo o ritardando gli sfratti fino a consentire ai nuclei familiari in difficoltà di trovare un’altra sistemazione abitativa. Il fondo affitto è ad oggi rimpinguato solo dalla Regione e nonostante gli sforzi conta su risorse nemmeno vicine a quelle su cui poteva toccare con i fondi ministeriali». Perplesso Luca Piovaccari, coordinatore del tavolo provinciale per le politiche abitative. «10/15 anni c’era un’Agenzia per la casa per tutta la provincia gestita da Acer, ma non ha funzionato: si erano attivati pochi appartamenti e mobilitata una piccola parte di patrimonio. Un proprietario che mette a disposizione il suo immobile per fini sociali deve essere garantito, diversamente non accetta. Il Patto per la casa non mette tantissime risorse, una parte per ristrutturare case da inserire nel percorso ERS (edilizia residenziale sociale ndr) e una parte per gestirle. L’Unione della Romagna faentina ha fatto una convenzione con la Fondazione abitare Ets di Forlì per la gestione dell’Agenzia per la casa e ci auguriamo che possa funzionare. Come tavolo valuteremo se possa operare anche in un territorio più ampio. A Modena, lavora bene un’agenzia per la casa che in una decina d’anni è arrivata a gestire circa 400 appartamenti, ma non sono tante altre le città in regione dove questo servizio ha avuto successo».(m.c)
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