Federalbeghi Cervia: "Circa venti hotel resteranno chiusi"
![federalbeghi-cervia-quotcirca-venti-hotel-resteranno-chiusiquot](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1592982118_ss05giannicasadei.jpg&w=420&h=248)
«Saranno circa una ventina su 380 le strutture alberghiere che, sul nostro territorio, non riapriranno per nulla durante l’estate: se non fosse per il Covid, sarebbe una notizia da prima pagina». Gianni Casadei, presidente di Federalbeghi Cervia e titolare dell’Hotel Donatella di Pinarella, è tra quelli che hanno scelto di tergiversare prima della riapertura, avvenuta nel suo caso il 25 giugno: «Durante la prima settimana d’estate molti colleghi che ancora erano chiusi sono ripartiti. Io ho preso tempo nell’attesa che la paura nella gente calasse e che arrivasse il momento giusto per fare il passo. L’hotel è una macchina che, una volta in moto, ha grossi costi. In questo senso le strutture gestite a livello familiare, come la mia, se la passano un po’ meglio mentre quelle che si avvalgono di molto personale, davanti a uno scenario come quello attuale, sono più spiazzate. Non a caso gli hotel che fanno parte delle grandi catene, anche da noi, resteranno in buona parte inattivi». Per il resto, da quel che ha modo di vedere anche nel confronto con i colleghi, le dinamiche dell’estate 2020 fanno rima con immobilismo: «Le richieste sono tante ma le prenotazioni poche, il soggiorno medio si è ridotto da 5-6 giorni a 2-3 giorni. In più, la gente non vuole spendere. Magari chiede rassicurazioni sulla sanificazione e sul distanziamento ma il solito buffet, comunque, lo pretende. Si fa fatica a entrare nella nostra ottica, a capire quali difficoltà viviamo noi albergatori. Peccato, perché l’hotel è una fabbrica che a mezzanotte puà dimenticarsi tutto ciò che non è stato: le camere invendute non sono più recuperabili. Quest’anno, poi, c’è il probema del personale, sul quale è difficilissimo fare programmazione visto l’andamento irregolare e non prevedibile delle prenotazioni: si rischia di avere persone che, dal lunedì al venerdì, lavorano poco o niente. Ma vanno ovviamente stipendiate. Insomma, non sarà una stagione facile». Casadei sta provando comunque a metterci dell’ottimismo: «Noi romagnoli siamo così, bastano una birra e un paio di sorrisi a farci tornare di buonumore. Ma non nego che la sera, prima di andare a dormire, la testa viene invasa da parecchi pensieri. A parte le eccellenze e i fuori classe che esistono in tutti i settori, per la media delle attività, in cui mi metto anche io, non sarà facile». (s.manz.)