Feanza, «Arena Borghesi 2020, l’anno più difficile»

Romagna | 16 Maggio 2020 Cultura
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Federico Savini
«Manca ancora un quadro normativo chiaro sul pubblico spettacolo all’aperto. Maggio di solito era il mese più caldo per fare le programmazioni e, in realtà, siamo al lavoro anche adesso, ma su problemi assai diversi dal solito». Lo dice pacato e razionale, ma quello di Gian Marco Magnani, vicepresidente del Cineclub Il Raggio Verde che gestisce l’Arena Borghesi di Faenza, è un appello alle istituzioni, perché i tempi per mettere insieme la 39ª edizione dell’arena cinematografica così amata dai faentini cominciano a stringere. «E l’incertezza, inedita e gravosa su tempi e modi della riapertura - aggiunge Magnani -, non è l’unica, nel nostro caso».
Si somma all’annoso problema della ristrutturazione. Che poi è partita?
«No, speravamo che il 2020 sarebbe stato l’anno di svolta per i problemi della messa in sicurezza dell’arena. Il cantiere doveva partire a gennaio, poi è slittato a febbraio e quindi è successo quel che sappiamo, e tutto si è fermato. Il virus proprio non ci voleva. Comunque siamo al lavoro, siamo ipotizzando un progetto per la stagione 2020».
Come fate senza i regolamenti?
«Per il momento li stiamo appunto aspettando e ragioniamo con il buon senso, ma ovviamente vorremmo quanto prima misurare i riscontri delle nostre idee su una normativa chiara e apposita. Quasi certamente sarà una stagione più breve, di sicuro con la programmazione che non coprirà ogni sera della settimana. D’altra parte, più tarda la normativa e più questo accorciamento si fa inevitabile. Tra l’altro, visto quanto si diceva prima, non è nemmeno assicurato che l’arena estiva si faccia quest’anno nell’area del Conad. Per questo siamo in contatto con il Comune e con la proprietà».
E per i protocolli?
«Il Comune di Faenza è il nostro riferimento, tra l’altro l’assessore Isola coordina il tavolo provinciale sugli eventi culturali. Ci sentiamo ogni settimana e ci ha assicurato che i protocolli di sicurezza per il cinema all’aperto arriveranno».
Per quando servirebbero?
«Il 18 maggio, con le prime riaperture nel settore culturale, sarebbe una buona data. Avremmo tempo tutto il mese per capire i regolamenti, poi potremmo chiudere il calendario in giugno per partire in luglio».
Fermo restando che, quando ci saranno, vi atterrete alle regole, secondo voi quanta gente potrebbe ospitare l’arena?
«In attesa delle norme, stimiamo che circa un terzo delle sedie dell’arena potrebbero venire occupate, per stare dalla parte del sicuro».
E’ sostenibile economicamente?
«Come associazione culturale noi puntiamo al pareggio di bilancio, a differenza delle aziende, ma non sarà comunque facile. Occorreranno sponsor e abbiamo fatto domanda per un bando comunale».
Difficoltà per il cartellone?
«Noi faremo di tutto per portare il cinema a Faenza, quest’estate, anche solo come atto simbolico. Tra le difficoltà c’è un’incognita notevole sui distributori. Abbiamo alle spalle una stagione che non ha visto uscire molti film, alcuni dei quali potrebbero uscire in qualche modo già d’estate. Una modalità sperimentata in questi giorni è quella della fruizione dei film in digitale, coi distributori che demandano alle sale la vendita dei biglietti virtuali. E’ un sistema che però può danneggiare sale e arene. Se il film disponibile on-demand farà calare il prezzo di noleggio che i distributori chiedono a noi, proprio perché così verrebbe a mancarci l‘esclusiva sulla fruizione, allora questo rientrerebbe in una legittima logica di mercato. Ma se per noi proiezionisti il noleggio di un film visibile in streaming costerà come uno che gira solo in sala, beh, vabberre come incentivare gli spettatori a preferire lo streaming alle sale».
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