Faenza, vent'anni «monumentali» per il museo Zauli
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Federico Savini
«Quando sento i faentini dire che il museo Carlo Zauli è “pubblico” lo prendo come un successo. Non solo il Comune ci ha sempre sostenuti ma l’idea che quella del museo fosse una “fruizione pubblica” è una cosa in cui crediamo. E ci credeva anche Carlo Zauli, che già in vita era suggestionato dall’idea di trasformare la sua bottega in un certo culturale. Non era scontato, ma possiamo dire che da vent’anni è così, con la particolarità di essere un luogo di assoluta contemporaneità ma dedicato ad un artista storicizzato». Matteo Zauli è emozionato nel trarre le fila del lungo percorso, ormai ventennale, che del museo che dirige a Faenza da vent’anni nella memoria del padre Carlo - uno dei maggiori ceramisti del Novecento, senza tema di smentita - e che però come giustamente rivendica Matteo è da sempre sinonimo sia di attenzione alla contemporaneità sia di aperture alle istituzioni pubbliche, Mic e Isia comprese, dato che il museo ha fatto e farà progetti specifici su Zauli, che fu trai promotori nonché il primo presidente, dall’80 all’84, proprio dell’Isia, anch’esso coinvolto nei progetti del ventennale di Zauli.
«Considero da sempre il museo Zauli un esempio vincente del “policentrismo faentino” – ha commentato il sindaco Massimo Isola -, perché ha sempre coniugato una dinamica pubblica alla freschezza di un privato. È più che un partner per il Comune e il progetto del Ventennale conferma queste attenzioni, valorizzando anche i calanchi e il parco Bucci, con un’opera che è a sua volta una scommessa.
I PROGETTI DEL VENTENNALE
Molto ampia la proposta del museo per un 2022 denso di eventi, che prevede un autentico «Compleanno MCZ» sabato 28 maggio, con performance al museo e dj-set al Clan Destino, mentre domenica 29 al parco Bucci alle 18 sarà presentatal’opera Armonia Mundi delle giovani artiste (non faentine, ma protagoniste di quell’inesausto progetto di residenze d’artista col quale il museo Zauli sta aiutando a mantenere la ceramica al centro dei radar artistici più sensibili da vent’anni) Giulia Dal Monte e Isabella Benavides. L’opera è dedicata al tema della «Metamorfosi», scelto come leitmotiv dai curatori del Collettivo NN, nominati dal museo Zauli. L’idea è di richiamare l’interconnessione - ambientale ma non solo – che si instaura tra ogni abitante del pianeta.
Il 9 giugno a Mic ci sarà una speciale visita guidata a tutte le opere di Carlo Zauli al museo, tra il 17 e il 18 giugno il museo Zauli cercherà di entrare nel Guinness dei primati con un’incredibile visita guidata di ben venti ore dalle 17 del pomeriggio, in settembre Zauli sarà protagonista di una ostra bolognese a Palazzo Vizzani e in ottobre saranno mostrate alcune opere che realizzò a Toki, in Giappone.
Il museo Zauli proseguirà poi le sue consolidate attività didattiche e di workshop (degno di note l’empowerment per il disagio psichico con la coop LibrAzione) e saranno in residenza due artisti: la designer belga Audrey Large che sarà a contatto anche con l’azienda massese Wasp per realizzare grandi opere in 3D, e lo scultore Cosimo Veneziano. In esteta esporrà al museo Caterina Morigi e dall’8 al 18 settembre il museo Zauli prenderà parte al nuovo «Festival dei Calanchi», attraverso un progetto di turismo culturale con tanto di mostra collettiva di artisti di un certo spessore (Avveduti, Ceroni, Salvatori, Samorè, ovviamente Zauli, etc…). In autunno si terrà poi la sesta edizione del festival di musica contemporanea Ossessioni, all’interno del Mei e con le esibizioni al museo di Enrico Malatesta, Michele Fontana e la Camerata degli Ammutinati.