Faenza, torna a febbraio «Tempi di Recupero Week» per ridurre lo spreco alimentare
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Riccardo Isola - Tutto è pronto, o quasi, per la nuova edizione di Tempi di recupero week. Una settimana che accoglie chef innovativi, osti lungimiranti, gelatieri talentuosi, artigiani creativi, bartender esperti, vignaioli appassionati e curiosi di enogastronomia da ogni angolo del globo con un chiaro e semplice obiettivo: promuovere consapevolezza e recupero in cucina. «Vogliamo far risuonare la nostra voce - spiega Carlo Catani - ideatore del format rendendo evidente la nostra passione per la cultura gastronomica, il recupero alimentare e la sostenibilità. Lo vogliamo fare nel modo caratteristico che ci contraddistingue, cioè attraverso un approccio ludico e conviviale che rende la nostra rete ancora più solida e tenace». Dal 3 all’11 febbraio, gli aderenti propongono le loro idee di cucina del recupero attraverso un menu o un piatto con cene a più protagonisti nel piatto e nel bicchiere, con prodotti di artigiani e vignaioli, bartender o gelatieri. Sempre per Catani «gli obiettivi sono ambiziosi: vogliamo ispirare e coinvolgere persone di ogni provenienza, in cui gli osti e le osterie hanno ruolo chiave e privilegiato, per creare un cambiamento significativo nel quotidiano. Desideriamo offrire spunti di riflessione che possano stimolare l’adozione di piccoli o grandi cambiamenti per rendere la nostra vita più sostenibile».
Per promuovere maggiormente tale filosofia, saranno devoluti parte dei proventi a sostegno di due progetti affini. Il primo è di Slow Food Italia che si è attivata per la raccolta di fondi in favore degli apicoltori forlivesi e ravennati e il secondo è Botteghe Arti e Mestieri della cooperativa sociale Areté di Faenza, che si occupa della produzione e vendita di pasta fresca realizzata a mano.
Ci sarà anche un’ultima anteprima, in programma il 20 e il 21 gennaio a Copenaghen con una tavola rotonda all’Ambasciata Italiana con ristoratori, giornalisti e associazioni italiane e danesi. Il tutto condito da una cena a quattro mani da Terra, in cui protagonisti saranno i soci del ristorante Valerio Serino e Lucia De Luca e gli chef del Vecchio Convento, di Odder e di Portico di Romagna. Tra i partecipanti a «Tempi di Recupero Week 2024» gli chef: Gianluca Gorini (daGorini), Cesare Battisti (Ratanà), Alessandra Bazzocchi (Osteria la Campanara), Riccardo Agostini (Il Piastrino), Jacopo Ticchi (Trattoria da Lucio), Sarah Cicolini (Santo Palato), Daniele Citeroni (Osteria Ophis); i gelatieri Giulio Rocci (Ottimo! Buono non basta), Stefano Guizzetti (CiaccoLab); gli artigiani Davide Fiorentini (‘o Fiore Mio), Pasquale Polito (Forno Brisa), Michela Bunino (Azienda Agricola Alba); i vignaioli Mauro Giardini (Villa Venti), Francesco Bordini (Villa Papiano); e tra i bartender Federico Ercolino (19.86). La lista è assolutamente provvisoria e in via di aggiornamento.
«Il Chilometro Consapevole», un libro scritto da Petrini e Catani
È possibile capire se e quanto un prodotto sia buono, pulito e giusto? Possiamo armarci di uno strumento che consenta di chiarire pragmaticamente i dubbi su ciò che acquistiamo? Misurare la sostenibilità è arduo, forse impossibile, ma è utile dotarsi di strumenti intuitivi, che ci consentano di poter effettuare le nostre scelte. Diventa poi necessario nel mondo occidentale, dove gli acquisti vengono fatti di fretta e quasi esclusivamente in luoghi che accorpano diverse classi merceologiche. Da queste domande e da queste considerazioni nasce il libro «Il Chilometro Consapevole» uscito per Slow Food Editore, da scritti da Carlo Catani insieme a Carlo Petrini. Nelle pagine si susseguono 29 diversi contributori, di esperti mondiali nelle varie tematiche di sostenibilità e quindi consapevolezza, incluse alcune esperienze di soci della rete dei recuperatori. Il chilometro consapevole si propone di diventare uno strumento semplice e intuitivo in primis, con spazio per schede di approfondimento, utilizzabile da tutta la filiera, attraverso cui avere risposta a qualche domanda e stimolare ulteriori approfondimenti. Più in generale si propone di comunicare la complessità dietro a semplici gesti quotidiani, ovvero ad essere consapevoli. «Siamo certi che quanto scritto nel libro non possa comunque essere esaustivo - spiegano i curatori - non ne era il fine, ma è innanzi tutto l’occasione, l’incipit di un movimento più ampio che vogliamo seguire».