Faenza, «Tempi di Recupero» apre l’anno all’Ortofrutticola di Marradi con show cooking a sostegno del presidio 

Romagna | 20 Gennaio 2022 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - C’è un filo rosso che accomuna chef, vignaioli, persone e comunità: è il territorio. Spazio fisico, antropologico e culturale che trova nel concetto di presidio il suo punto di partenza. Il progetto «Tempi di recupero», ideato e sobbollito nelle sue diverse declinazioni performative da Carlo Catani ha così voluto aprire questo, ancora difficile, anno con un chiaro segnale della filosofia, dell’approccio e della visione legata alla sostenibilità.

MARRONI INDIGESTI
Sostenere i temi del ripopolamento sostenibile, sia in termini umani che agroalimentari, della montagna è tra le finalità di Tempi di Recupero. «Parlando con gli amici di Marradi e confrontandoci con gli attori della nostra rete di recuperatori - conferma Catani -  è stata immediata la spinta ad essere presenti per sostenere questa realtà, che opera in una direzione sana di vita di montagna. Abbiamo così ideato un appuntamento che vede protagonisti lo chef Gianluca Gorini (daGorini a San Piero in Bagno), lo chef Riccardo Agostini (Il Piastrino di Pennabilli), gli chef Chiara Pavan e Francesco Brutto (Venissa sull’Isola di Mazzorbo a Venezia) e altri amici chef dell’associazione Chef to Chef Emilia Romagna Cuochi e il sostegno tecnico di Casa Spadoni e i vini di Modigliana – Stella dell’Appennino rappresentati dalla cantina Mutiliana». Nella giornata di martedì il food truck con a bordo gli chef, oltre che testimonianze online portate da altri porofessionisti dell’arte culinaria di montagna, si è piazzato nelle immediate vicinanze del presidio delle lavoratrici e dei lavoratori della fabbrica dei Marron glacé di Marradi offrendo piatti in cui ingredienti principali erano, ovviamente, i marroni e le castagne. Il tutto, dalle 12 alle 15, irrorato da sorsi di vino sempre del territorio appenninico. «Si parla tanto e giustamente di ripopolamento della montagna – sottolinea ancora Catani – perché è in questi luoghi che si gioca il futuro dei territori, e chiudere fabbriche fiorenti va nella direzione opposta, di certo è un evento che non può essere ignorato. Non potevano non esserci e portare la nostra vicinanza dando una carezza di gusto a chi sta rischiando il proprio futuro».

PROGRAMMA DEL 2022
Se questa prima iniziativa solidal-sindacale ha aperto il 2022, non mancheranno però anche altri momenti per entrare in contatto con il gusto del recupero della tradizione, delle materie prime nella loro integrità, degli avanzi del giorno prima. Un modo contemporaneo per valorizzare «produzioni sostenibili e materie prime meno conosciute, promozione di un uso integrale dei prodotti in cucina, diffusione di una cultura alimentare più etica, sensibilizzazione del pubblico verso i temi del recupero in ambito enogastronomico mantenendo al centro - prosegue Catani - la tradizione e conservazione della memoria di antiche ricette, il tutto attraverso l’organizzazione di eventi conviviali». Vetrina internazionale di questa filosofia e modus oeprandi è la Settimana del recupero. «Quest’anno sarà più ampia, di fatto oltre i dieci giorni, e si terrà - sottolinea l’ideatore - dal 5 al 15 febbraio. L’impostazione sarà quella solita in cui un centinaio di operatori, almeno questo è il nostro obiettivo, sparsi in ogni parte del globo abbracceranno la sfida di proporre piatti del recupero per un giorno o anche per tutto il periodo di durata dell’evento. inoltre - prosegue Catani - stiamo lavorando per cercare di realizzare nel corso del 2022 anche altri due appuntamenti similari ma questa volta temmatici. Utilizzando singoli ambiti di proposte, dal latte e derivati alla frutta secca chiederemo, a primavera e nella seconda parte dell’anno, agli aderenti di proseguire nell’educazione del recupero del gusto per continuare a portare in alto e fieri la  bandiera della sostenibilità a trecentosessanta gradi».
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