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Ha creato molti malumori a Faenza il «precetto» inviato nel novembre 2024 dal vescovo Mario Toso a don Antonio Samorì, prete molto amato dai parrocchiani. Di seguito la lettera ricevuta da Romano Zama, che abbiamo pubblicato anche sul settimanale cartaceo uscito venerdì 7.
Romano Zama - Gentile direttore, passato il clamore suscitato dal cosiddetto «precetto singolare» che il vescovo Toso ha voluto inviare «personalmente» ed in forma pubblica al nostro caro don Antonio Samorì, provocando numerose reazioni, più che altro negative, al messaggio, se tale voleva essere. Poi, arriva la reazione in alcuni casi scomposta, in altri più formale. Ma, veniamo a noi. Nulla da eccepire in punta di diritto ecclesiastico e canonico, ma il mancato rispetto di alcune norme elementari pregiudica l’affermazione che la validità dei sacramenti non può essere accolta.
Ricoverato diverse volte in ospedale per problemi di salute, per la durata di alcuni giorni, spesso mi sono trovato quasi abbandonato, senza alcuna assistenza morale e spirituale, eccezion fatta per la presenza della moglie e dei famigliari. E, cosa c’è di più bello che trovarsi un amico ai piedi del letto che con un sorriso ed un saluto ti chiede se sei pronto per comunicarti recitando anche alcune preghiere. Cosa che non hanno fatto quei cappellani che l’hanno preceduto negli anni precedenti.
L’attacco nominativo, così come sembra e viene giudicato, a don Antonio, non rientra certamente nella casistica di un intervento di fratellanza e rispetto alla persona, soprattutto ad un fratello in Cristo, ma solo di un’offesa gratuita ed ingiustificata ad un personaggio che, come il vescovo Toso afferma, potrebbe dare luogo a provvedimenti più gravi. Negando in tal modo la formula «Tu es sacerdos in aeternum». A parte il fatto che troppa amicizia mi lega a don Antonio fin dai tempi della vita trascorsa in Seminario, senza considerare i tempi trascorsi durante le vacanze estive in bicicletta. Nonostante tutto, mi professo ancora suo fedele, caro monsignor Toso.
Sono amico di Don Antonio, mi ha anche sposato, ritrovarlo mentre ero ricoverato in ospedale e scambiare quattro chiacchiere e due preghiere mi ha fatto molto bene. Esprimo piena solidarietà a Don Antonio, ammiro la sua dedizione verso il prossimo.
11/02/2025 - Pier Antonio Lama
Caro don Samori' tutti i preti dovrebbero essere come te, sei amato da moltissimi, cioè da quelli che ti conoscono bene, sei molto di più di come sei stato descritto in questa lettera !
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