Faenza, sul territorio nessun contagio nelle Rsa tra i 700 degenti e i 600 operatori

Romagna | 09 Maggio 2020 Cronaca
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Riccardo Isola -Ci sono anche belle notizie in questo periodo di quarantena e grandi difficoltà dovute alla pandemia di Covid-19. Nella Romagna faentina, a differenza di territori vicini e in molte parti d’Italia, all’interno delle residenze per anziani (case di riposo e affini) dal 24 febbraio, prima uscita del Decreto del Presidente del Consiglio, non si sono registrati casi di contagio dal virus. Né tra le persone ospitate né tra gli operatori socio-sanitari. Un fatto non certo banale, visto cosa invece è successo anche in zone molte vicine, frutto di un’azione congiunta e coordinata tra tutti i soggetti che operano in questo delicato ambito socio-sanitario. Dal pubblico, come l’Asp della Romagna faentina, alle cooperative sociali (In cammino e Zerocento), fino ad arrivare ai privati (Villa Bella e Villa Linda a Riolo Terme) fin da subito si è operato adottando protocolli di sicurezza molto stringenti, in alcuni casi anche anticipando i successivi provvedimenti imposti a livello governativo. Tra tutti si possono ricordare le sospensioni delle visite in struttura di parenti, l’adozione di grandi quantità dei dispositivi di protezione individuale e di fatto la blindatura delle residenze, comprese le migrazioni del personale assistenziale e sanitario. Si sta parlando di numeri comunque importanti visto che in totale sono oltre 700 gli anziani dislocati in strutture distribuite nei sei comuni dell’Unione faentina e oltre 600 unità di personale.

L’ASP FAENTINA BLINDATA
La parola d’ordine adottata fin da subito è stata quella di blindare tutto. «In primis - afferma il direttore Giuseppe Neri - dal 7 marzo abbiamo sospeso i centri diurni che tra Faenza, Castel Bolognese e Solarolo interessa una cinquantina di persone. Dal 9 - prosegue - abbiamo poi deciso di interdire l’accesso alle strutture se non solo al personale autorizzato, situazione che durerà almeno fino al 18 maggio. Questo però non ha impedito di permettere il contatto tramite telefono e videochiamate». Per quanto riguarda le realtà seguite direttamente da Asp si sta parlando di circa 174 persone ospiti in struttura e oltre 200 unità per quanto riguarda il personale sanitario e affini. «In tutti i casi abbiamo registrato zero contagi - sottolinea Neri - anche grazie a uno sforzo importante nell’acquisto delle protezioni e nell’organizzazione delle strutture. In primis dal 6 marzo è stato interdetto qualsiasi ingresso di nuovi ospiti oltre ad aver realizzato, nelle diverse realtà, il filtro con isolamento precauzionale di qualsiasi paziente che fosse rientrato a seguito, per esempio, di ospedalizzazioni. Sui Dpi - prosegue il direttore - abbiamo investito una cifra considerevole, circa 25 mila euro al mese, per soddisfare il fabbisogno delle strutture. Si tratta di 500/700 mascherine chirurgiche, un centinaio di quelle Ffp2 e 150 camici monouso a cui si aggiungono occhiali e visiere, al giorno. A questo punto l’imperativo è quello di non abbassare la guardia anche perhè - conclude Neri - il rientro alla normalità sarà lento».
 
FAENZA E BRISIGHELLA REGGONO
Per quanto concerne i posti in capo alla  cooperativa «In cammino» anche qui nessun contagio è stato registrato. Nemmeno tra gli operatori. «Stiamo parlando - spiega il presidente Pio Serritelli - per il faentino e il brisighellese, di 428 persone ospitate in struttura e 370 operatori. Un risultato importante quello ottenuto frutto di un lavoro coordinato e seguito in modo scrupoloso da tutte le parti in campo. Sono state prese decisioni e adottati protocolli che all’inizio potevano sembrare estremi ma quello che abbiamo ottenuto è che, fino ad oggi, siamo riusiciti a evitare contagi da Coronovarisus».

A CASOLA CHIUSO DA SUBITO
Per la presidente della cooperativa Zerocento, Arianna Marchi, realtà che gestisce la struttura di Casola Valsenio, «le azioni che abbiamo adottato ci hanno permesso di non registrare contagi tra i 25 anziani ospitati nella struttura collinare ma nemmeno tra gli operatori. Non nascondiamo come inizialmente, soprattutto per quanto riguarda il reperimento dei Dpi abbiamo incontrato qualche difficoltà, anche se va detto che i nostri operatori non sono mai arrivati a esserne scoperti. Grande attenzione è stata fin da subito applicata anche e soprattutto sulla sanificazione dei locali. Uno sforzo, anche economico, che sta premiando. Per quanto riguarda le altre azioni adottate - continua la Marchi - abbiamo di fatto sospeso le visite in struttura dei parenti, ma non la possibilità di rimanere in contatto con i famigliari e con gli operatori grazie all’uso della tecnologia, comprese le videochiamate. Il ritorno alla normalità pre Covid sarà graduale e come tale sarà da gestire in modo efficace come abbiamo fino a qui fatto».

VILLA BELLA E VILLA LINDA
Per la responsabile della struttura riolese di Villa Bella, Alba Cencetti «da noi non si sono registrati casi anche perché fin da subito abbiamo cercato di adottare prassi e protocolli che potessero limitare se non impedire l’ingresso e quindi la diffusione del virus. Abbiamo sospeso le visite dei parenti in sede, anche se abbiamo la possibilità, grazie a vetrate  di poter comunque far vedere i parenti in totale sicurezza e grazie alla possibilità di effettuare videochiamate tra i famigliari e i residenti in struttura, abbiamo, come del resto facciamo sempre, operato con il nostro personale in totale sicurezza grazie all’adozione dei Dpi necessari, abbiamo di fatto isolato la possibilità di contagio tra interno ed esterno, per quanto possibile esso possa essere. Per ora - conclude - non abbiamo nessun caso Covid». Anche nella casa albergo Villa Linda di Riolo Terme la situzione è stata mantenuta sotto controllo. «Noi - spiega il coordinatore della struttura Lamberto Zacchini -  abbiamo fin da subito seguito le indicazioni delle autorità. Partendo dal 9 marzo con il blocco dell’accesso alla struttura ai parenti, con la sensibilizzazione del personale, un’attenzione massima oltre alla dotazione dei dispositivi e alla sanificazioni dei locali anche alle forniture in entrata».
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