Faenza, sei incontri su Salvemini
![faenza-sei-incontri-su-salvemini](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1694532226_ss23-salvemini.jpg&w=420&h=248)
Federico Savini
«La presenza del liceo Torricelli ha un ruolo importante per la memoria storica dell’intera città di Faenza. Per questo un anno fa è nata l’associazione degli Ex Allievi del Liceo Torricelli, per valorizzare il contributo del liceo alle vicende cittadine e i materiali archiviati a Palazzo Studi. La prima iniziativa di rilievo pubblico non poteva che essere questo ciclo di conferenze su Gaetano Salvemini, che insegnò al liceo faentino dal 1896 al 1898 e che già venne ricordato nel 1973 a Faenza, in occasione dei cent’anni dalla nascita». L’avvocato Pietro Baccarini è il presidente onorario della associazione degli Ex Allievi del Liceo Torricelli, della quale riassume con queste parole gli obiettivi, presentando il ciclo di incontro con il quale Faenza, da venerdì 22 settembre al prossimo 15 dicembre, prederà parte alle celebrazioni nazionali per il 150° dalla morte di Salvemini, personalità fra le più insigni della cultura italiana a cavallo fra Otto e Novecento, che come detto insegnò per un «felice» biennio a Faenza e fu fervente socialista per tutta la vita, fondando l’Unità, venendo incarcerato per il suo antifascismo e poi insegnando per anni all’esterno.
«Negli anni in cui Salvemini insegnò qui, Faenza era un vero crocevia – spiega Stefano Drei, che sarà relatore dell’incontro del 22 settembre, alle 18 a Palazzo Studi, per raccontare proprio i rapporti del grande intellettuale con la città manfreda -. C’era da poco la ferrovia che legava Faenza a Firenze, da cui Salvemini veniva, e poi Faenza aveva un liceo statale, a differenza degli altri grandi centri romagnoli. Qui Salvemini visse anni a suo dire felici e sappiamo che il preside di allora, uno che formò anche D’Annunzio, ringraziò il Ministero per avergli inviato un giovane promettente come Salvemini. Che tra l’altro a Faenza per certo conobbe Carducci, molto presente in quegli anni in città, potrebbe avere conosciuto un Pietro Nenni bambino, figura con la quale poi collaborerà moltissimo, e quasi certamente conobbe qui anche Mussolini, con il quale intrattenne una corrispondenza postale con invii di numerose lettere proprio da Faenza. Salvemini poi tornerà a Faenza tante volte, almeno fino alla Grande Guerra. Tra l’altro - conclude Drei -, fu sempre un faentino a metterlo in contatto anche con Giovanni Pascoli».
Dopo la conferenza introduttiva di Drei, il programma degli incontri prevede venerdì 29 alle 10.30 al cinema Italia un evento prensato principalmente per gli studenti del Torricelli-Ballardini su «Salvemini, la scuola e l’università», con Tiziana Pironi (Università di Bologna) e Andrea Mariuzzo (Università di Modena e Reggio). La mattina dopo, sabato 30 al museo del Risorgimento sono previsti tre interventi: «Salvemini, storico del Risorgimento» con Roberto Balzani, «L’Europeismo di Salvemini» con Andrea Becherucci e «Salvemini e Guido Valensin» con Lorenzo Valgimigli.
Gli ultimi tre incontri si terranno tutti a Palazzo Studi, il venerdì alle 18. IL 27 ottobre Sergio Bucchi de La Sapienza, probabilmente il massimo studioso dell’intellettuale, parlerà si «Salvemini e la filosofia. Un rapporto conflittuale», seguito il 24 novembre da un altro grande studioso, Gaetano Pecora dell’Università del Sannio, su «Un Socialista Irregolare. Gaetano Salvemini e la critica del bolscevismo». Conclusione il 15 dicembre con Alice Gussoni, ricercatrice di Oxford, su «Salvemini l’antifascista».