«Faenza Rock» torna dal vivo al Piccadilly. È il momento dei giovani musicisti: Pietro Carapia, Mst ed Emisurela

Romagna | 04 Novembre 2022 Cultura
faenza-rock-torna-dal-vivo-al-piccadilly.--il-momento-dei-giovani-musicisti-pietro-carapia-mst-ed-emisurela
Federico Savini
Tecnicamente, «Faenza Rock» non è mai saltata, neanche con il Covid, che anzi, ne ha in qualche modo agevolato la ripresa. Il più longevo tra i contest musicali della nostra provincia, un vero evento su più tappe in particolare negli anni ’90, quando proprio il rock era tornato al centro dell’immaginario giovanile, tornerà ad avere fasi eliminatorie e ad avercele dal vivo, dopo alcuni anni in cui la formula sembrava destinata al declino, tra selezioni on-line e difficoltà a trovare proprio le band. Cosa che valeva anche per gli altri contest del territorio, beninteso, ed era figlia di una moda che per tanto tempo ha visto il rock messo in secondo piano, nei gusti dei ragazzi, rispetto alla musica elettronica, e soprattutto a uno scenario dominato dalle piattaforme dello streaming, dove la musica molto spesso assolve al ruolo di sottofondo a video, vlog e reel sui social network. Le edizioni pandemiche di Faenza Rock hanno invece registrato una crescita di partecipazione, un incontro fra generazioni coincidente con la ripresa della scuole di musica e l’interesse per l’idea di formare una band (cosa sulla quale anche il successo dei Måneskin avrà avuto la sua parte…).
Occasione ghiotta, insomma, per sondare il terreno dei musicisti locali under 30 che si esibiranno e che, in diversi casi, hanno intenzione di fare della musica la loro vita. Dal giovanissimo dj alla band che rimette mano alle chitarre, senza però scordarsi che siamo nel 2022, fino al combo acustico femminile che suona addirittura il liscio, il panorama è abbastanza vasto da aprire le porte di un mondo inesplorato.

Quanti anni hai/avete, da quanto suoni/suonate e come definiresti la tua/vostra musica?
Mst: «Biggie alla voce, Mars a chitarra e produzione, Banner alla batteria. Abbiamo 24, 25 e 31 anni. Suoniamo insieme da tre anni e facciamo musica rivoluzionaria».
Pietro Carapia: «Ho 14 anni e fin da piccolo sono stato appassionato di musica, spaziando tra jazz, rock, funk, reggae, rap, trap fino ad arrivare alla “mia” progressive-house. Ho scoperto quanto mi piacesse mettere su musica tre anni fa, e piano piano, cercando di capire come muovermi, la cosa ha finito per piacermi sempre di più. Così, ho deciso di comprarmi una consolle professionale, abbandonando quella da cui sono partito; una specie di “giocattolo” ma è lo strumento che mi ha motivato a fare, scoprire e appassionarmi sempre più. Definirei la mia musica coinvolgente, trascinante, carica di energia».
Anna De Leo (Emisurela): «Ho 26 anni, mia sorella Angela 23 e Rita Zauli 34. Credo che il nostro sia un sottogenere abbastanza nuovo della musica folk, lo definirei “folk romagnolo proto-femminista”. Anche se suoniamo una musica ballabile e trascinante, devo dire che è la rabbia, una forma di ribellione alle aspettative della società, quello che “muove” la nostra musica».

Rispetto ai trend attuali credi che il tuo/vostro progetto sia allineato alle musiche più in voga o ti vedi/vi vedete in controtendenza?
Mst: «Tutti e tre ascoltiamo musica molto attuale, stiamo al passo coi tempi non per strategia ma per gusto personale. La nostra musica nasce da generi di tendenza mescolati a un metal moderno e orecchiabile».
Pietro Carapia: «Rispetto alla musica che ascoltano i miei coetanei sono in controtendenza. Molti miei amici non conoscono la progressive-house, che di solito è apprezzata da persone più grandi me, che andavano a ballare solo per ascoltare questa musica, ora più di nicchia».
Anna De Leo (Emisurela): «Mi sveglio la mattina e mi chiedo con chi farò la guerra oggi! Col sorriso, ma fuori casa c’è la guerra, specialmente sugli stereotipi di genere. E nel mondo della musica c’è tantissimo da fare. Nell’immaginario comune, ancora oggi, in una band una donna deve per forza fare la corista, mentre io suono il violino, sono il capo, fatturo e rispondo per le rime a chi fa battute sulle tette! Il gruppo è composto da donne, ma ci è capitato di suonare anche con degli uomini: amici, fidanzati... Rigorosamente raccomandati, insomma…».

Ti/vi contatto per la partecipazione a Faenza Rock, un contest che torna totalmente dal vivo. Che tipo di opportunità pensi / pensate che siano questo genere di eventi per un musicista emergente?
Mst: «Per un artista emergente è importante partecipare ai contest per poter conoscere e rapportarsi con altri artisti, oltre a far giudicare la propria musica da professionisti del settore. è comunque solo un tassello di quello che lo scenario musicale offre: oggi lavorare da indipendenti e crearsi il proprio percorso può dare tante soddisfazioni che i contest potrebbero non dare».
Pietro Carapia: «Faenza Rock è un’opportunità per fare esperienza, misurarmi con situazioni nuove, imparare a gestire le mie emozioni e cercare di stare sul “pezzo”. Mai avrei pensato di partecipare a un contest, quindi lo porterò con me come bagaglio esperienziale. Sarà bello confrontarmi con ragazzi che, pur con gusti probabilmente diversi, condividono questa bellissima passione che è la musica».
Anna De Leo (Emisurela): «La cosa più importante dei contest, come Faenza Rock che conosciamo anche dall’interno o come le iniziative organizzate dai circoli Arci, è che siano calati sul territorio. Di buono c’è che permettono di conoscere persone e trovare nuove date. Vincere “Il liscio nella rete”, un contest del Mei, ci ha dato credibilità, è stato importante. Ma se mi parli di “X Factor” hai perso la mia attenzione, non è il mio mondo quello».

Quanto pensi / pensate che interessi, mediamente, la musica alla tua / vostra generazione? Ci sono cose che interessano di più?
Mst: «La nostra generazione vive con la musica nelle orecchie. Che sia in discoteca, per strada, in autobus o in camera, le persone hanno esigenza di ascoltare musica per rilassarsi, sfogarsi, emozionarsi… La musica ha il potere di influenzare il nostro stato d’animo, nel bene e nel male. Ci sono sicuramente alcuni trend davvero poveri di valori, cose che portano le persone a riflettere meno e ad agire in modi molto discutibili, ma non vale per tutto».
Pietro Carapia: «La musica fa parte della quotidianità dei ragazzi della mia generazione, ma magari solo alcuni gli dedicano tempo e dedizione. Io cerco nei miei spazi liberi dalla scuola e dal calcio di ritagliare tempo per la mia consolle, cercando nuovi pezzi e studiando come gestirli; è una cosa che mi trasporta in un mondo parallelo, mi fa sognare, mi rilassa e mi accompagna in ogni situazione. La cosa importante è proprio avercela una passione».
Anna De Leo (Emisurela): «Credo che la mia generazione debba soprattutto risolvere un problema con i sessantenni, che sono quelli che, probabilmente influenzati dagli anni del berlusconismo, hanno legato l’idea di fare musica al guadagno in modo indissolubile. È una cosa che le giovani generazioni rischiano di ereditare, e contro la quale bisogna combattere. Con la musica di Giuseppe Verdi non guadagni, l’opera è sempre in perdita, va finanziata, ma resta musica tra le più belle di ogni tempo. Con le Emisurela io faccio un lavoro imprenditoriale, cerco di viverci ma non appena supero una certa cifra corro a condividerla, chiamo qualcuno a suonare con me e a dividere i profitti. E pago le tasse, un costume sempre troppo poco diffuso… Purtroppo il “genere musicale” che va più forte oggi è quello adatto ai reel di Instagram e TikTok, dieci secondi di melodia adatti ad andare in loop all’infinito. Con queste premesse è difficile che la musica abbia un ruolo importante per chi sta su TikTok, al quale io non sono iscritta e devo dire che, in generale, credo che la mia generazione si stia stancando di questi social. Quando suoniamo in piazza a Faenza con i Musicanti Improvvisi ci sono tanti giovani che si avvicinano, incuriositi, e se suoniamo Casadei va benissimo. Da questa curiosità si deve ripartire, dalla musica suonata in strada, nelle carraie, davanti al supermarket! Conosco già troppi adolescenti che hanno abbandonano la scuola a 15 anni. Non va bene, vanno stimolati e la musica può servire anche a questo».

Hai / avete ambizioni professionali in campo musicale?
Mst: «Per noi la musica è tutto. La cosa che riteniamo importante è regalare emozioni, le stesse che mettiamo nei brani. Riuscire a vivere facendo questo è l’obiettivo».
Pietro Carapia: «Ho voglia di imparare, perfezionarmi e magari chissà, in futuro trovare il mio spazio in questo ambito. Ora è soprattutto divertirmento, ho iniziato presto a cimentarmi in una passione forse più tipica di ragazzi più grandi; per ora non mi aspetto nulla più di quello che sta capitando».
Anna De Leo (Emisurela): «Sto vivendo di questo e anche mia sorella Angela è dello stesso indirizzo. In inverno insegno violino al centro Mousikè a Ravenna e alla Contarini a Russi, mentre Angela insegna fisarmonica all’Artistation a Faenza, ma le Emisurela sono l’entrata principale. Quest’anno abbiamo fatto più di 70 date con il gruppo,  nato da meno di due anni, quindi le cose funzionano. Ho studiato al conservatorio e vengo dalla classica, ma per suonare quella musica, che è davvero grande arte, occorre un’abnegazione che non è la mia. Massimo rispetto per chi ce la fa».


FAENZA ROCK AL PICCADILLY
Venerdì 4 novembre al Piccadilly è in programma la prima serata di Faenza Rock, alla quale prenderanno parte il giovane dj faentino Pietro Carapia, i Jam Republic, Gloriadaicapellibiondi, l’ambizioso progetto della cantante di estrazione lirica Jennifer Turri (che ha incassato l’anno scorso l’importante premio Maria Callas) con la sua band, il cantautore Casco con Pit Berry e Jibes e come ospiti i metal-traper Mst, dell’area di Castel Bolognese. Il 2 dicembre, sempre al Piccadilly, dalle 21 si esibiranno invece Ilculto, i Cardboard Shapes, i 100 Morning, le acclamate Emisurela e l’ospite sarà Martino Chieffo, autore di un disco tra i più interessanti del panorama italiano recente, nonché figlio di Claudio Chieffo. Mentre ancora sono aperte le adesioni, la finalissima è già in programma, il 16 dicembre, sempre al Piccadilly, con ospiti gli psichedelici brisighellesi Horseloverfat.
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-faenza-rock-torna-dal-vivo-al-piccadilly.-e-il-momento-dei-giovani-musicisti-pietro-carapia-mst-ed-emisurela-n36264 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione