Faenza, «Ricordi di Ba… l’era» è il nuovo dizionario delle orchestre romagnole di Gianni Siroli

Romagna | 13 Febbraio 2022 Cultura
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«Anni ed anni di collezionismo almeno una cosa me l’hanno insegnata: se una cosa non la trovi nei mercatini, allora vuole dire che la gente non se ne vuole liberare». Pur di non farsi un complimento da solo, Gianni Siroli è diventato piuttosto abile con i giri di parole. E gli va riconosciuto che questo riscontro nei mercatini è davvero indicativo. Il presentatore e collezionista di quella Romagna non abbastanza remota da interessare ai musei e certamente troppo invecchiata per reggere la ribalta del presente, parla del suo mitico «Dizionario delle orchestre romagnole», che negli anni è diventato un piccolo Graal per i pochi (ma non pochissimi) appassionati di storia del liscio, tanto da essere esaurito nel giro di poco.
La prima edizione Walberti del 2006 ebbe infatti quasi subito una ristampa, nel 2008, che si chiamava Orchestre e complessi da ballo nella Romagna del ‘900 ed era già arricchita di foto, informazioni e compendi vari. Ma pure quel tomo, pur stampato in una discreto numero di copie, è esaurito da parecchio e - stando all’autore - non si trova in nessun mercatino. Negli anni la richiesta non è mai completamente scemata, anzi, si è tramutata in insistenza tanto che Siroli ha curato lui stesso una nuova edizione di quel lavoro monumentale, che vede la luce in questi giorni (poche copie numerate, a buon intenditor…) per l’editore faentino Carta Bianca e si intitola Ricordi di Ba… l’era. Storia e discografia delle orchestre da ballo romagnola nel ‘900.
Anzitutto è stata aggiunta un’importante sezione finale dedicata a dancing e balere, con splendide cartoline vintage a colori e un accurato censimento dei locali, che certamente non sarà definitivo ma è stato messo in fila con puntiglio da archivista. E poi sono rinnovate in modo sostanziale le discografie, ci sono orchestre che mancavano, errori corretti e soprattutto i testi che raccontano le centinaia di orchestre censite in modo scrupoloso sono stati ampiamente riveduti e integrati. È praticamente un libro nuovo, insomma, anche se l’impostazione è la medesima delle vecchie versioni.
«Questo anche perché il lavoro possa ulteriormente ampliarsi su un canovaccio ormai solido - spiega Siroli -. In effetti mi viene molto richiesto questo volume e di sicuro c’era molto da fare per correggerlo e aggiornalo. Ad esempio la parte della discografia in cd è particolarmente ampliata, certamente non definitiva ma non ne conosco di altrettanto complete. Del resto, la mancanza di precedenti è stata una caratteristica del dizionario fin dalla prima edizione, a cui cominciai a lavorare nel 2002, proprio vent’anni fa. A proposito dei cd - aggiunge Siroli - va ricordato che ormai sono anche loro oggetti da collezione, che io definisco “ultimi testimoni superstiti della musica solida”. E un po’ il lavoro che sta dietro a questo libro è frutto del collezionismo un po’ patologico (ride, nda) di testimonianze di un tempo andato e che interessano a poche, ma tenaci persone. Qui penso in particolare ai memorabilia, alla cartellonistica e alla piccola editoria legata alle balere, che mi stimola in modo particolare. Il nuovo dizionario documenta una parte infinitesima di questo materiale raccolto negli anni. C’era tanta creatività dietro al mondo che, con umiltà e coraggio, ha reso più colorato e bello da vivere il nostro territorio. Erano ad esempio geniali le cartoline in serie del Peccato Veniale, e per esempio il Baccara introdusse decenni fa dei mini-assegni che sono gli antenati delle attuali drink-card. E poi la Ca’ del Liscio, oltre a miriadi di cartoline, aveva addirittura una linea enologica: il vino Simpatia, creato da Raoul! Insomma, è un mondo molto vasto la cui memoria resta al lavoro ad un’opera volontaria». (f.sav.)
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