Riccardo Isola - A quasi un anno dalla presentazione ufficiale del progetto definitivo del recupero e restyling dell’Arena Borghesi da parte di Conad-Cia ancora non si vede nulla di concreto. Era il 6 marzo 2019 quando a palazzo Manfredi si tenne una conferenza stampa in cui i vertici dell’azienda e la stessa amministrazione comunale celebravano la fine di un iter progettale lungo, tutto è iniziato quasi 10 anni fa, tortuoso e a dir poco denso di polemiche. Il capitolo di spesa che Conad-Cia si troverà a dover affrontare per il recupero si aggira su 720 mila euro. Soldi che verranno spesi per riportare all’antico splendore la struttura di viale dello Stradone. Un investimento compensativo arrivato a seguito del via libera per l’allargamento e la ristrutturazione del vicino punto vendita del Conad. In totale il costo dell’operazione si aggirerebbe sui 2,5 milioni di euro.
DI NUOVO UNO STOP
Oggi però di via libera non se ne vede l’ombra. Anzi. In una recente riunione ufficale sul tema, l’Arpae ha evidenziato alcune perplessità. Nuove problematiche che hanno spiazzato sia progettisti che amministrazione comunale, relative al fatto che per l’Agenzia regionale per l’ambiente «il problema del rumore causato dal passaggio di tir e dallo scarico delle merci che avviene tra il supermercato Conad e le case, nell’area contigua all’Arena Borghesi» sarebbe evidente e, appunto, problematico. La questione ha di fatto prestato l’appoggio per l’intervento, come sempre critico, di Legambiente che ha rincarato la dose evidenziando come «è infatti un problema destinato a crescere con l’ampliamento del supermercato, così come quello del traffico di auto che peggiorerà l’attuale congestione. Sono gli effetti di un errore urbanistico creato nel 1981 - ribattono gli ambientalisti faentini - con l’insediamento di un supermercato nel posto meno adatto della città. Un edificio che il Prg del 1996 classificò tra quelli ‘incongrui, fuori contesto’ che con le loro dimensioni hanno stravolto il rapporto dimensionale con il tessuto storico circostante».
NUOVO POSTO PER L’ESTATE?
A questo punto il cantiere, che secondo le migliori ipotesi sarebbe dovuto iniziare proprio in questo periodo, tarderà ancora ad arrivare. Così, però, l’Arena Borghesi, ormai, sembra essere palesemente arrivata ad un livello di decoro, per non dire di «decenza», urbanistica ai minimi storici, non senza palesi e concreti problemi di stabilità e di sicurezza. Al di là delle ideali, e per aluni ideologiche, trincee contro questo restyling, la stagione del cinema estivo potrebbe essere messa a serio rischio per il 2020. Tanto è che già voci iniziano a ipotizzare un possibile spostamento della stagione, se si volesse e potesse fare, all’interno del giardino degli ex Salesiani. Solo supposizioni, ma la situazione in viale dello Stradone non è certo delle più rosee e serene.
IL PROGETTO
Oltre agli interventi urgenti quanto necessari per il restauro del proscenio, dell’ingresso e della pista ciclopedonale, per la pavimentazione, per la cabina di proiezione e della parte interna all’Arena, con l’installazione di nuove e ben più comode sedute (350 unità ndr), il progetto prevede anche l’installazione di nuove alberature in sostituzione di quelle che verrebbero abbattute per far posto all’ampliamento del punto vendita (circa 280 metri quadrati di superficie ndr), la messa in sicurezza del palcoscenico, la realizzazione di camerini, di un nuovo punto ristoro e l’ampliamento del parcheggio vicino. Un’idea progettuale studiata per riportare lo spazio alla sua antica vocazione che lo vedeva essere anche luogo utilizzato per performance artistico-musical-teatrali.