Faenza, racket delle pompe funebri: in 37 a giudizio
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Sono ben 37 persone, una ventina fra addetti alle camere mortuarie e 17 impresari di agenzie funebri faentine e lughesi che andranno a processo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al peculato. L'indagine, coordinata dalla Procura, aveva fatto luce su un giro di mazzette che gli addetti agli obitori avrebbero ricevuto per indirizzare i parenti dei defunti ad un'agenzia funebre piuttosto che un'altra, penalizzando pesantemente sia l'agenzia faentina Zama che la municipalizzata Aser. Il titolare dell'agenzia Zama aveva assunto un investigatore privato per verificare i propri sospetti e aveva fatto un esposto ai carabinieri. Il leader del gruppo, invece, era il 64enne Riccardo Pirazzini, al tempo a capo dell'obitorio di Faenza e poi finito in carcere. Pare che l'uomo stazionasse in borghese fuori dalla camera mortuaria la mattina presto per intercettare i parenti dei defunti o occuparsi della vestizione delle salme. Secondo l'accusa gli addetti avrebbero fornito servizi che esulavano dalle proprie mansioni, come, appunto, la vestizione delle salme che è, invece, compito delle pompe funebri, e favorito alcune agenzie assegnando loro le camere ardenti migliori. Saputo dell'indagine a loro carico, i componenti del gruppo si erano fermati per qualche mese salvo, poi, ripartire, nel 2020, con le stesse dinamiche già collaudate.