Faenza, post alluvione, l’analisi di Baccarini Comitato «Borgo 2»: Abbiamo bisogno di risposte certe su sicurezza, ripristini e ristori»

Romagna | 19 Gennaio 2024 Cronaca
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Riccardo Isola - A otto mesi dalla seconda alluvione di maggio 2023, che ha praticamente messo sott’acqua un quarto della città, ci sono ancora zone che vivono, in modo pesante e incerto sulle tempistiche di recupero e messa in sicurezza, le conseguenze di questo disastro. Un attesa che logora gli abitanti ma che non sconforta chi in queste aree ci vive. Per questo i cittadini vivono l’evoluzione dello stato dell’arte del post alluvione con la «caparbietà e la tenacia di voler ritornare alla normalità» sottolinea il portavoce del comitato Borgo 2, Gianluca Baccarini, che comprende l’area del Borgo Durbecco a sud di via De Gasperi. Una situazione, in questa area, che come in altre zone ha portato interi appartamenti, villette, condomini invasi da acqua, fango e detriti trasportati dal Lamone e rigurgitati dal sistema fognario andato in tilt. Per non parlare delle aree pubbliche, dei parchi, delle strutture sportive come la pista di ciclismo oltre, ovviamente, alle strade e alla viabilità fortemente compromessa e dissestata a seguito degli interventi di sgombero e ripulitura. «Quello che ci preme portare all’attenzione generale - spiega Baccarini - è che la situazione oggi non si può certo dire in via di risoluzione. E’ vero che interventi di somma urgenza, di sgombero e di un primo, insufficiente ripristino delle aree, è stato fatto ma mancano ancora importanti certezze soprattutto su alcuni grandi temi: fognature, installazione di idrovore adeguate, ponte delle Grazie e viabilità di accesso e uscita dal quartiere, messa in sicurezza del fiume e infine, ma non certo per importanza, la questione dei ristori alle famiglie colpite. Sono temi sui quali abbiamo bisogno di certezze su tempistiche, modalità e quantificazioni». Oggi nell’area di via Lesi, del parco Verde, di quella a valle di via De Gasperi le ferite del disastro della primavera scorsa sono ancora ben evidenti. «Abbiamo parchi e aree pubbliche fortemente danneggiate, con ancora fango e detriti - sottolinea Baccarini - abbiamo la situazione che riguarda i campi e i fossi di scolo a sud del quartiere, praticamente tutta l’area che costeggia l’argine destro del Lamone, compromessa e non certo risolta. Sulle fognature e la loro risistemazione per renderle ancora più capaci di rispondere a piogge e situazioni ad alto rischio stiamo ancora aspettando di capire tempistiche e modalità. Per non parlare - aggiunge - della questione ristori per quelle famiglie e cittadini che si sono visti la propria casa sommersa. Qui la burocrazia e l’organizzazione del sistema Fenice non sta dando risposte in termini di chiarezza, immediatezza, facilità ed efficienza. L’emergenza abitativa, in quest’area come in altre, è ancora alta e pressante». Altra questione è la viabilità. «Al di là della questione del ponte delle Grazie - precisa il portavoce - che diventa quanto mai urgente la sua risoluzione, visto che oggi il ponte della memoria si trova di fatto l’unica interconnessione esistente con ovvie ripercussioni su traffico in entrata e uscita, ci sono tutte le varie strade che sono da riportare a uno stato di sicurezza. Per questo - chiude Baccarini - pur consapevoli delle difficoltà per tutti i livelli istituzionali a trovare risposte in tempi certi e rapidi, chiediamo un’attenzione ulteriore e ancora più forte per evitare che il Borgo 2 si trovi ad affrontare anche un’altra emergenza, quella dello spopolamento e della perdita di vitalità che da sempre lo contraddistingue».

Le famiglie sfollate da maggio sono ancora 900

L’emergenza abitativa post alluvione, a Faenza, non è finita. Anzi. «Adesso - conferma l’assessore del Comune di Faenza, Davide Agresti - nella nostra realtà sono ancora 900 i nuclei che hanno richiesto il Cas e che ancora non hanno fatto rientro a casa. Subito dopo la doppia alluvione i numeri erano di 1.700 nuclei per un totale di 3.400 persone. Inoltre a questi vanno aggiunti - prosegue l’amministratore con delega al welfare - anche una sessantina di persone a carico totale del Comune residenti momentaneamente in B&B e hotel (54 persone) e nel monastero di Santa Chiara(10 persone), in definitiva parliamo di una trentina di nuclei». Parallelamente la questione dell’emergenza abitativa riguarda anche la dimensione dell’edilizia popolare. «Il Comune di Faenza - spiega Agresti - ha in dotazione circa 900 appartamenti. Di questi 250 sono stati colpiti dall’alluvione, alcuni solo per fortuna negli scantinati altri invece totalmente. Grazie alla solidarierà dell Bcc e all’aiuto della Regione una quarantina di appartamenti sfitti, non colpiti però dall’acqua e dal fango, sono stati ripristinati a tempo di record e assegnati, a cui se ne devono aggiungere un’altra trentina in via di assegnazione. Infine ci preme evidenziare come già una sessantina di nuclei residenti in queste realtà abitative pubbliche sono state ricollocate in attesa, se lo vogliono e soprattutto nel momento in cui la struttura commissariale ci permetterà di avere le risorse per ripristinare gli appartamenti originari, di poter farvi rientro».

Aree verdi alluvionate via ai lavori  per quasi 500 mila euro

Dopo gli eventi alluvionali di maggio 2023 tra le aree danneggiate di Faenza ci sono anche le zone pedonali, le aiuole e diversi parchi assieme alle tante attrezzature ludiche andate distrutte. Nell’ambito dell’Ordinanza n. 13/2023 del Commissario straordinario, il Comune ha individuato le aree del Parco Azzurro, Parco Verde, Parco Gatti, Parco Cola, Parco Liverani, Parco Orti Renaccio e Parco Baden Powell nelle quali intervenire urgentemente. Nello specifico, gli interventi riguarderanno la manutenzione straordinaria attraverso la rimozione della frazione colloidale venutasi a depositare dopo l’alluvione, in particolare lungo i percorsi che attraversano i parchi e i giardini. Inoltre si interverrà poi nel terreno per ripristinarne il fondo e per la riparazione e messa in ripristino dei vialetti danneggiati. Infine verranno effettuati interventi per ripristinare i livelli e il prato delle aiuole così da evitare che il terreno residuo torni sulla carreggiata rendendo i percorsi scivolosi. Nel Giardino Bertoni e nel marciapiede di via Lapi verranno realizzate nuove staccionate per delimitare le aree frequentate dai pedoni e le scarpate nonché tra la pista ciclabile e il parcheggio in via Renaccio. Nei prossimi giorni i primi interventi riguarderanno il Parco Azzurro per poi proseguire nei parchi Cola, Liverani, nell’area verde di via Renaccio e nel parco Baden Powel. Le attività relative alle aiuole e alle piccole aree verdi partiranno con interventi sulle vie Ballardini, Argnani e Renaccio per poi proseguire nella zona di corso Europa e via De Gasperi e in altre aree coinvolte dalle alluvioni. Il costo complessivo degli interventi ammonta 470mila euro.
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