Faenza, per Enrico Podestà di Movs «Il Piano ha ridotto in modo significativo i tempi di occupazione della sosta nel centro»
Riccardo Isola - Dopo la prima puntata dedicata agli incassi e alle statistiche economiche legate al piano sosta del Comune di Faenza, adesso l’analisi su quello che è stato e che probabilmente dovrà diventare la gestone dei parcheggi in centro storico passa all’azienda che ne gestisce quotidianamente, da dieci, anni l’organizzazione. Ecco le parole di Enrico Podestà, referente di Movs.-
Alla luce dei risultati in questi dieci anni qual è il bilancio del progetto?
«Il Piano sosta inaugurato il 22 luglio del 2013 fu presentato alla cittadinanza attraverso un incontro pubblico ed un documento consultabile sul portale di Movs in cui si raccontavano l’origine del progetto, il percorso di gara. Nel periodo 2013-2019 i risultati e gli obiettivi del piano sono stati costantemente e gradualmente raggiunti con particolare riferimento al continuo incremento delle presenze e al conseguente miglioramento dei ricavi, dell’utilizzo dei sistemi di pagamento digitale. Anche dal punto di vista della fluidificazione del traffico, il cambio di direzione di marcia che consente di accedere ai Salesiani ha consentito di ridurre il numero di veicoli verso piazza Martiri, così come la presenza dei pannelli di infopark dal 2013 ha consentito di indirizzare meglio i veicoli. Ottimo anche il rapporto con i commercianti del centro. Il Covid ha, tuttavia, modificato profondamente la domanda di sosta anche dopo i periodi delle chiusure ed è da considerare un fenomeno strutturale che impone modifiche sostanziali alla pianificazione».
Nel 2013 il piano si presentava con caratteristiche innovative, quali sono state e nel corso del tempo sono state implementate?
«Faenza si è dotata di sistemi di pagamento innovativi come i primi parcometri che consentivano di gestire un tempo di sosta gratuito una volta al giorno, di non esporre i biglietti e di poter rinnovare il pagamento da qualsiasi terminale, la App Cittadina senza alcun costo aggiuntivo, il portale e, i dati in open data sulla sosta. Input Parking Smart Code (codice per il commercio) è stato inaugurato a Faenza e rappresenta una soluzione in continua espansione in tante città per le quali l’esperienza faentina rappresenta, sempre di più, un punto di riferimento. La App di pagamento è stata aggiornata, così come sono stati certificati tutti i processi dedicati alla raccolta dei. L’amministrazione faentina ha anche scelto, nel 2016 di inserire su alcuni parcometri il pagamento con carte di credito e debito. Molte delle soluzioni adottate da Faenza nel 2013 rappresentano ancora oggi elementi di innovazione e trasparenza digitale di rilievo europeo».
Com’è cambiata la modalità della sosta in questi dieci anni?
Le persone che abitano a Faenza hanno diritto a diverse forme di abbonamento e la sosta di prossimità viene garantita a questa fascia di utenti. Le abitudini che sono cambiate rappresentano i visitatori che sono indirizzati verso i parcheggi in tempi estremamente rapidi e a costi contenuti. La durata media delle soste racconta di una buona rotazione (fino al 2020) senza saturazione dei parcheggi e di un’abitudine di sosta breve dedicata agli acuisti in prossimità del luogo di destinazione».
Cosa si potrebbe migliorare ancora?
Difficile per noi comprendere quali ulteriori soluzioni tecnologiche o strutturali e sostenibili possano essere poste in atto in questa fase nel contesto faentino in una fase in cui l’identità dei centri urbani di piccola e media dimensione è messa alla prova dalle trasformazioni in atto. I dati dei primi 10 anni del Piano raccontano di un sistema che ha garantito la sostenibilità di obiettivi e investimenti fino al 2020 attraverso tante soluzioni che funzionano e che si traducono in una quota di ricavo da per l’80% su ricavi».