Faenza, orizzonte 2022, il sindaco Isola: «Comunità solidale e vivace, tanti nuovi progetti oltre la Pandemia»

Romagna | 30 Dicembre 2021 Politica
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Manuel Poletti - Sindaco Isola si chiude il 2021, primo anno completo della sua giunta. Tanta energia e tempo dedicati giustamente alla Pandemia (sanitaria ed economica), ma anche, in estate soprattutto, cultura e sociale. Che sensazione le rimane di questi ultimi 12 mesi? Rimpianti ne ha?
«Si chiude un anno difficile, caratterizzato da una doppia dinamica: da un lato l’energia per resistere all’urto della Pandemia e l’altro di riscoprire l’esigenza di socialità, ma anche di riscoprire una comunità forte per avere slancio con progetti e investimenti che ci saranno in futuro. La sensazione che mi rimane è quella di avere governato una città che ha saputo resistere dal punto di vista sociale, ma anche sanitario ed economico. Credo che la sensazione è quella di avere visto una città solida, orgogliosa, vivace, solidale, una città che ha saputo utilizzare un’emergenza per rendersi più forte nei suoi fondamentali sociali. Volontariato e terzo settore hanno dato il loro contributo rilevante, il pubblico ha avuto un ruolo forte, riconosciuto e centrale, ed il nostro ruolo di stare in un sistema in provincia e romagnolo a dimostrazione di come Faenza abbia dimostrato di avere idee forti ed una personalità chiara. Non ho rimpianti, sicuramente ci siamo spesi per aiutare il mondo sociale ed economico come meglio potevamo. Se avessimo avuto più risorse mi sarebbe piaciuto investirle in queste direzioni, tutto quello che era nelle nostre possibilità lo abbiamo fatto, ci abbiamo messo anima, cuore e passione e tantissmo tempo».
A livello istituzionale l’Unione Romagna faentina come si raccorderà con il «rilancio» delle province? Si rischieranno sovrapposizioni?
«No, a dire il vero si tratta di perimetri diversi. Alcuni percorsi avranno a che fare con l’Urf (l’Unione Romagna faentina), soprattutto nei confronti della Regione. Su tanti bandi saranno le municipalità a candidarsi al secondo livello progettuale. Sul Pnrr ci sono alcune progettualità solo per le province. Non ci saranno sovrapposizioni perché abbiamo sviluppato progetti diversi, soprattutto con Urf. Dopo un anno di duro lavoro e messa a fuoco delle priorità del territorio, oggi abbiamo chiaro quali sono gli obiettivi principali da perseguire nei diversi livelli. In questo nuovo quadro chi esce rafforzata è l’Unione Romagna faentina, sulla quale vogliamo investire risorse. Con la Regione c’è piena sintonia sul futuro dell’Urf e ci sono già progetti su cui lavorare, come la lotta alle disuguaglianze sociali».
Romagna Next appare qualche cosa di più pragmatico rispetto alle passate idee politiche ventilate di Provincia o Regione di Romagna. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
«Romagna Next è un progetto importante, non si pone obiettivi politici, deve essere lo strumento per realizzare un Piano strategico di territori vasti su scala romagnola. Si indicano valori, opportunità e strategie. Solo così potremo attingere alle risorse che possono venire anche dal Pnrr ed ai progetti più interessanti. E’ un percorso fondamentale che aiuta a metterci insieme su tematiche di sistema: sanità, turismo, mobilità su tutti. Alcuni vanno al di là dei nostri confini amministrativi ed è giusto affrontarli in ottica di area vasta romagnola».
Dalla Pandemia ai fondi del Pnrr, il 2022 sarà l’anno decisivo. Il territorio faentino, oltre al comparto sanitario, quali nuove progettualità vedrà finanziate?   
«C’è un tema chiave, abbiamo parlato di resilienza e rilancio. Ci aspettiamo tanto, alcuni progetti sono già stati finanziati, penso ad esempio alla ex colonia di Castel Raniero, che sarà ristrutturata con fondi importanti. Spero che dal 2022 possa fare il salto di qualità. Penso anche a Villa Orestina, il cui progetto è finanziato dal Gal con 350mila euro  per un importante restyling. Poi abbiamo avuto finanziamenti decisivi per spostare la stazione delle corriere. Si farà il sottopasso che così unirà due pezzi di città oggi divisi dai binari. Poi dal Pnrr ci possiamo aspettare le risorse per la Casa della salute a Faenza, si tratta di circa 2 milioni di euro, possiamo farcela. Poi c’è la caserma nuova dei Vigili del fuoco e una caserma della Guardia di finanza, due progetti che possono aiutarci ad avere delle strutture completamente nuove e lavori edilizi per le nostre imprese. Nel 2022 partirà la progettualità della Chiesa dei Servi, i soldi li cercheremo nei Fondi europei; poi c’è un progetto su Tebano, per allargare lo spazio del Polo tecnologico con una nuova cantina e un nuovo centro di sviluppo. Non dimentichiamoci poi scuole, palestre e mobilità sostenibile, tre temi da Pnrr. In Regione siamo candidati con un progetto di ristrutturazione della Cavallerizza e stiamo lavorando sul tema della Graziola. Infine parteciperemo a bandi ad hoc per la mobilità sostenibile verso Imola e verso Ravenna».
Il nuovo rettore Unibo Giovanni Molari ha tenuto per sè la delega dei Campus romagnoli. Faenza può ambire a veder crescere corsi e numero di studenti in città? Enologia e ceramica meriterebbero più attenzione anche a livello universitario o no?   
«Sul piano universitario abbiamo consolidato i nostri tre poli più l’Isia e la nascita dell’Ifts della ceramica. Sono stati anni complicati, ma noi abbiamo confermato i poli che avevamo. In questi anni è nato un nuovo laboratorio in chimica ed è stata rafforzata la nostra presenza in Logopedia ed Infermieristica agli ex Salesiani. Abbiamo obiettivi chiari per il futuro: su Tebano vogliamo crescere sulla formazione in ambito enologico, con una nuova grande struttura. Ci siamo candidati per rafforzare il nostro presidio sanitario, per ospitare anche il corso di laurea di Assistente sanitario, molto importante agli ex Salesiani. Sul tema post diploma, siamo in campo sia in ambito sanitario che ceramico. L’Isia ha potenzialità importanti che vogliamo sviluppare».
Green economy e transizione ecologica, l’imprenditoria faentina che ruolo sta giocando in questi settori chiave per il futuro? Il pubblico che ruolo puà avere?
«Stiamo crescendo in due direzioni: costruzione di una comunità energetica e la realizzazione del distretto del carbonio. Vogliamo creare una funzione nuova del pubblico che su due eccellenze produttive del territorio le trasforma per raccogliere fondi e fare imprenditorialità. In particolare sulla comunità energetica abbiamo avviato un percorso serio, abbiamo dato vita alla “Settimana dell’energia”, con un tavolo permanente sui temi green che si confronti con la Regione. Sulla produzione di energia c’è il tema anche della formazione di manodopera qualificata, quindi un lavoro comune con la Regione e l’Università».
Al netto dei disagi dovuti al Covid, il mondo rionale dovrà aprirsi di più al turismo in futuro. Lei in campagna elettorale nel 2020 spinse molto su questo aspetto. Ci sono già progetti specifici? Per il Niballo il campo di gara non sarà più lo stadio comunale?
«Il mondo rionale è un pezzo importante della nostra comunità, in questi due anni ha pagato un prezzo molto alto dalla Pandemia. Palio, Bigorda e Nott de Bisò sono andati in grande sofferenza ed è stato messo in discussione il loro ruolo sociale. Abbiamo comunque fatto iniziative nel 2021, è stato fondamentale questo elemento per mantenere viva la vitalità dei Rioni. Se ci saranno le condizioni nel 2022, in chiave turistica, sia per il Palio ma soprattutto per le Bandiere, faremo passi avanti. Servirà un piano di comunicazione forte, poi il tema degli spazi che sarà fondamentale. Abbiamo gestito bene il 2021, c’è un confronto aperto per il futuro per capire come mondo del calcio e mondo dei Rioni abbiano due spazi adatti per svolgere al meglio le proprie attività. Gli spazi saranno determinanti per fare il salto di qualità in chiave turistica, su questo però non c’è ancora nessuna conclusione, nei prossimi 6 mesi dovremo trovare la strada giusta in maniera collegiale».
 
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