Faenza, nasce un nuovo comitato di cittadini per il post alluvione, in tutto sono quattro realtà

Romagna | 28 Luglio 2023 Cronaca
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Riccardo Isola - Toni pacati ma fermi nel recriminare interventi, sollecitazioni e preoccupazioni del post alluvione. Nella giornata di mercoledì, all’interno del piccolo campo sportivo presente nelle immediate adiacenze della parrocchia di Santa Maria Maddalena, un centinaio di residenti della zona borgo, quella compresa tra le vie De Gasperi, Fratelli Rosselli, Lesi, Testi, Cesarolo, Corbara e quelle limitrofe che allo stato attuale non hanno un comitato di riferimento, si sono riunite. Un incontro per fare il punto della situazione su case, strade, fognature, ristori ed interventi richiesti per il ritorno alla normalità dopo i fatti del 16 maggio scorso. Une momento che è stato voluto con il fine di coinvolgere il più possibile i residenti colpiti dall’alluvione ascoltando i cittadini affinché nessuno rimanga indietro nelle fasi della ripartenza creando, parallelamente, anche le condizioni affinché le istanze del territorio possano essere ascoltate e siano oggetto di azione da parte delle autorità competenti, Comune in primis. La riunione preliminare, a cui sicuramente faranno seguito altri appuntamenti collettivi, come del resto sta succedendo con gli altri tre comitati spontanei nati a Faenza, viene anche su iniziativa del consiglio di Quartiere Borgo. Questo è un organismo con lo scopo di promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva. Coinvolgendo i cittadini, le associazioni, gli enti di volontariato, le realtà culturali, sportive e ricreative, parrocchiali e rionali l’obiettivo di quest’azione è quella proprio di raccogliere e farsi interprete delle istanze, dei bisogni individuali e collettivi, degli interessi e delle proposte del territorio e dei residenti. Diverse sono state le sollecitazioni presentate. Dalla richiesta di una trasparenza sui finanziamenti, sulle donazioni e sulle risorse che si stanno raccogliendo parallelamente ai pochi soldi fino a ora arrivati dal Governo, fino ad arrivare alla necessità di saper «a che livello di sicurezza sia l’argine che costeggia il quartiere». Su questo tema un cittadino ha infatti sottolineato come «ci sono numerose lacerazioni verificatesi dopo l’esondazioni e vorremmo sapere se queste rotture sono state ricucite e messe in sicurezza in modo definitivo». Ed ancora «rifiuti generici mai raccolti», «polveri e fango ancora presneti su strade, piazze, aree verdi anche vicino alle nostre case senza che si sappiano se siano pericolosi o no per la salute», «conferimento dei materiali domestici ingfangati e alluvionati che se fatti a livello individuale e personale non vengomno accettati con conseguente abbandono in strada» sono altre questioni emerse durante il dibattito serale di mercoledì scorso. Inoltre c’è stato anche chi ha voluto porre l’accento su una gestione complessiva del sistema idrico fluviale. «Bisogna far capire all’amministrazione - hanno detto due giovani residenti - che il problema è anche e soprattutto il marzeno. Se non si fanno e progettano interventi risoluti il problema ritornerà e si ripresenterà anche molto presto». Ma non sono mancate anche considerazioni inerenti il non sempre corretto, e purtroppo reiterato, scarico e deposito di masserizie, macerie e materiale alluvionato in modo disordinato. Una richiesta di alcuni partecipanti allo stessa comunità residente di «essere più civili e organizzati». Ora il referente dell’iniziativa il consigliere del consiglio del Borgo, Gianluca Baccarini avrà il compito di presentare all’Amministrazione comunale il resoconto di queste prime richieste e domande. Un report corposo a cui palazzo Manfredi, come già accaduto nelle volte precedenti con gli altri comitati, dovrà riuscire a dare risposte in tempi ragionevoli.

Gli altri comitati
Con l’arrivo dell’ultimo comitato, Faenza conta, nel post alluvione, la presenza di quattro diverse aggregazioni di cittadini. Il primo a formarsi è stato quello del Borgo, già a partire dalla prima post alluvione del 3 maggio. Attorno alla fine fi giugno, poi, un secondo comitato, denominato «Bassa Italia» ha preso vita riunendo, concretamente, i cittadini di una delle zone più estese e colpite dalla seconda alluvione. Si tratta dello stradario compreso lungo via Lapi, via Renaccio, via Calamelli, via Comerio e altre vie in quest’area della città, praticamente quelle comprese lungo l’argine sinistro tra il ponte delle Grazie e ponte Rosso. Parallelamente ha ripreso vita, ma con mission differente rispetto a quando nacque, anche quello di Orto Bertoni. Infine martedì, l’ultimo. Centinaia le persone coinvolte nei quattro comitati che fin da subito hanno deciso di unirsi per portare le proprie istanze all’attenzione delle istituzioni. Rivendicazioni, richieste, confronti, dibattitti si sono susseguiti nel corso di questi oltre due mesi dai fatti d’inizio maggio. Dai ristori alle ricostruzioni, dalla gestione dei rifiuti a quelle delle auto alluvionate, dalla solidarietà alla vigilanza sugli step, a dir la verità molto lenti per non dire fermi, che dovranno riaccompagnare la comunità alla futura «normalità», sono alcuni degli ambiti operativi in cui si muovono questi comitati. Per essere ancora più efficaci nell’azione di pressing istituzionale di fatto i quattro comitati si sono «uniti» tra loro, pur rimanendo indipendenti nelle singole attività, sperando che con questa forza qualcosa di concreto, tempestivo e necessario si muova. Bisogna ricordare, infine, che sono ben 23.000 faentini colpiti dall’alluvione. Persone, famiglie, case, garage, cantine, strade e fognature che adesso aspettano di avere la giusta attenzione da parte di tutti i livelli amministrativi e istituzionali.

 
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