Faenza, metà mandato per la giunta del sindaco Isola: «Progetti Pnrr, momento cruciale dei cantieri; Ceramica, Rioni e Motor Valley asset della città»

Romagna | 12 Marzo 2023 Politica
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Manuel Poletti - «Per i tanti progetti Pnrr siamo nella fase cruciale dei bandi e dei cantieri, il Covid ha lasciato un solco pronfondo, nella sanità servono risorse statali per mantenere lo standar dei serivzi di welfare a cui siamo abituati, la Regione sta facendo molto in questo ambito. Ceramica e Rioni sono i simboli confermati di una città più accogliente anche per i turisti, puntiamo anche sulla Motor Valley».
Il sindaco Massimo Isola sintentizza così la prima metà di mandato amministrativo. Eletto con quasi il 60% dei voti nel settembre 2020 - fatto eccezionale -, causa Pandemia, si trovò subito immerso nell’emergenza Covd della seconda ondata che colpì la Romagna. Da quel momento ad oggi sono cambiati tre governi (e anche tre segretari del Pd). Vediamo come sta cambiando anche Faenza.
Sindaco Isola, siamo a metà mandato, la partenza nell’autunno 2020 con la Pandemia fu molto dura. Oggi il sistema sanitario, che all’epoca fu quasi beatificato, sembra già dimenticato a livello nazionale. Lei che bilancio fa?
«Il Covid è stato uno spartiacque, la Storia ce lo racconterà meglio, ma già oggi lo si percepisce. Ha generato due grandi trasformazioni, ci sono stati 2-3 anni inimmaginabili per le nostre comunità, e anche un’accelerazione su alcuni settori che sta portando cambiamenti molto più veloci del previsto. La Pandemia fece emergere con forza alcune fragilità sociali, ha aumentato le solitudini, acuito le problematiche degli adolescenti e della parte più anziana della società. C’è stato un indebolimento dei centri sociali, sul sistema sanitario i costi sono lievitati in modo molto robusto. Poi la guerra e il mix con la Pandemia ha portato ad una situazione sulla sanità molto impegnativa fatta anche da bilanci straordinari. La Regione E-R ha retto bene, ma l’impatto sui conti è stato direttamente proporzionale. Lo Stato ci deve aiutare, non ci sono dubbi, il sistema così non può reggere. Il caso non è solo riferito al sistema emiliano-romagnolo, ma c’è sofferenza in molte altri parti d’Italia».
Ci sono problemi importanti anche sul personale?
«Purtroppo sì, tutto questo è andato a fare i conti anche con la “gobba pensionistica”, in molte professionalità ci sono state uscite rilevanti, in primis fra gli infermieri e i medici. Anche per questo lo Stato deve intervenire per garantire i servizi e i livelli di welfare a cui siamo abituati. Abbiamo un sistema Ausl Romagna che funziona, abbiamo dimostrato che l’interazione fra presìdi ospedalieri e medici di territorio permette di avere in tempi ragionevoli servizi di prossimità di altissimo livello, ma adesso servono più risorse».  
L’altra «gamba» della Pandemia è il Pnrr e «il mare» di risorse collegato. Possiamo parlare di «età d’oro dei sindaci», rispetto ai tempi del patto di stabilità in vigore fino a pochi anni fa? Faenza che percorso sta facendo?
«Giustamente lei parla di seconda gamba e della necessità di trasformare le città. C’è stata un’accelerazione di alcune trasformazioni, come la digitalizzazione, la sostenibilità energetica ed ambientale e non solo. I fondi Pnrr che abbiamo cercato di intercettare sono stati indirizzati proprio per disegnare la città del futuro e quindi la trasformazione di alcuni contenitori urbani. Abbiamo costruito una visione: migliorare la viabilità all’interno del centro urbano, migliorare la socialità per i giorvani e non solo. Il primo progetto, legato alla sanità, è la Casa della Salute in Fiera per una medicina di prossimità. Oggi siamo nella fase chiave, abbiamo vinto tanti progetti, quasi tutti finanziati, che dobbiamo trasformare in cantieri. E’ una fase molto delicata, fra tempi stretti di realizzazione e le osservazioni che arrivano da alcuni enti, in primis dalla Soprintendenza dei beni culturali».
La ricaduta per Faenza è stata stimata in alcune decine di milioni di euro. Quali sono i progetti principali su cui puntate?
«La ricaduta sul territorio faentino, tenuto conto di tutti i progetti vinti, raggiunge circa 40 milioni di euro. Gli interventi principali sono: la trasformazione di Palazzo delle Esposizioni, quella della palestra Cavallerizza, il campo cross di Monte Coralli, che subirà un grande restyling grazie ad un ambizioso progetto, e infine la Graziola, dove sorgerà un vero e proprio campus per le attività sportive per tanti giovani. Poi è presente un rafforzamento della proposta abitativa di case popolari e un aggiornamento della mobilità con tante piste ciclabili nuove. Nel Pnrr ci sono progetti anche per il cinema Sarti e il teatro Masini, con interventi sul tema del risparmio energetico. Infine, collegata a questi piani, anche la Stazione delle corriere, che verrà trasferita vicino alla stazione Fs. Certo, ci sono molte più risorse, ma abbiamo gli stessi organici in campo, in una fase come questa c’è un carico di lavoro straordinario per i nostri uffici, in tempi molto stretti da rispettare».
Abbiamo passato anni difficili, ma la ceramica si è confermata un fattore determinante per Faenza, sia in ambito artistico che in quello turistico. A livello economico il distretto ha retto bene, nonostante le fiammate dei prezzi di energia e gas.  
«Faenza ha una sua unicità nell’ambito ceramico sia dal punto di vista artigianale, che dal punto di vista formativo. Questo ci ha messo un po’ al riparo dalle criticità che hanno toccato invece i distretti produttivi, causa gli effetti della guerra in Ucraina. C’è un mercato in espansione, ma i costi energetici sono stati troppo elevati e la materia prima, l’argilla, non è più arrivata dall’Ucraina, così ci sono state più difficoltà per le aziende. L’artigianato ha tenuto invece molto bene, stanno aprendo nuove botteghe in centro storico, l’evento ‘Made in Italy’ negli ultimi anni ha funzionato molto bene, Argillà invece è stato un evento mondiale. C’è un radicamento sul territorio unico, la ceramica artistica funziona. Siamo un’opportunità per il Paese, abbiamo investito sulla formazione, e ha funzionato bene».
Il Mic, museo unico per dimensione e pezzi ospitati, pare però non sfruttato a pieno regime. Servono risorse anche nazionali? Cosa si può fare di più?
«Sul tema museale alcune case d’artista sono state riconosciute a livello regionale e potranno utilizzare risorse pubbliche. Sta bene anche il Mic, ma è indubbio che nei due anni Covid, quasi tre, per i grandi musei ci sono stati problemi, anche nei bilanci. Qua siamo riusciti a resistere, tenuto conto che le risorse per il Mic arrivano in gran parte dal territorio. E’ uno strumento internazionale, ma di fatto è un museo civico, gestito da una Fondazione locale. Per centrare gli obiettivi che lei mi chiedeva avremmo bisogno di un ruolo più forte da parte dello Stato, mentre la Regione ci sta dando sostegni rilevanti. Spazi per uno sviluppo importante ci sono, ma con l’80% dei finanziamenti che gravitano sul perimetro cittadino è difficile fare un ulteriore salto di qualità, serve una partnership nazionale».
Altro simbolo cittadino uscito rafforzato dagli anni pandemici è il mondo rionale. Dal Niballo agli eventi di aspetto sociale, come la Nott de Bisò, che spazio di crescita c’è ancora a livello turistico?
«Ha ragione, il mondo rionale ci ha aiutato molto ad affrontare il Covid, è servito a mantenere forte la tenuta civica della comunità, è stata un’esperienza fondamentale per la nostra città. Nella ripartenza ci siamo fatti trovare pronti con un Palio 2022 molto partecipato e una Nott de Bisò 2023 come mai si era vista prima. I Rioni rappresentano una grande potenzialità, dal punto di vista turistico c’è ancora spazio per sviluppi futuri. Quest’anno a maggio partiamo con un nuovo evento dedicato al mondo dei cavalli in Fiera; lo faremo tutti gli anni e sono certo che porterà turisti internazionali».
Stadio o Paliodromo, quale futuro per il Niballo?
«In questi giorni è in atto un confronto positivo fra i Rioni, l’amministrazione e il Faenza Calcio per delineare un accordo di medio-lungo termine che ci permetta di lavorare con serenità su questo fronte, cosa che era mancata un po’ negli ultimi dieci anni. Personalmente sono ottimista, c’è voglia di trovare un accordo utile per tutti. Con i Rioni faremo anche una convenzione per utilizzare al meglio il Centro civico. Questo è molto importante perché dobbiamo potenziare la scuola faentina in ambito ippico. In campo c’è già un nuovo progetto educativo nelle scuole, seminiamo per il futuro».
Tra la crescita delle crociere a Ravenna e gli eventi all’autodromo di Imola, Faenza come si colloca per intercettare più turisti possibile?
«Faenza dovrà avere un’identità chiara per attrarre turisti su più fronti, da Ravenna a Imola e non solo. Siamo una città d’arte avanzata, col Mic, con la Pinacoteca che ha una nuova direzione e con Palazzo Milzetti rilanciato. Poi tanti eventi diffusi, tra aprile e ottobre, in centro storico soprattutto. Avremo una densità di eventi molto alta, come amministrazione supporteremo queste attività diffuse con un bando ad hoc. Concerti in piazza del Popolo? Ci sono costi troppo alti e una logistica troppo complessa, non ce li possiamo permettere. Sui turisti da crociere abbiamo lavorato, la concorrenza è regionale, da Maranello a San Marino, ma abbiamo costruito un format tra Faenza e Brisighella con numeri già discreti che potranno crescere. Secondo, c’è il treno di Dante sull’asse Faenza-Ravenna, abbiamo potenziato l’offerta del 2023. Il campo cross è un esempio per il futuro, ci stamo integrando sul tema della motor valley con Imola. Un lavoro ad hoc lo stiamo facendo con Team Gresini e Alpha Tauri per un nuovo spazio che apriremo in città, sceglieremo presto la location per una nuova promozione turistica».
Da quando è sindaco sono cambiati tre governi e tre segretari del Pd. L’ultima, Elly Schlein, eletta a sorpresa alle primarie a discapito di Stefano Bonaccini, che anche lei come tanti altri sindaci ha sostenuto. Cosa cambia?
«In quest’epoca storica, contraddistinta da così tanti cambiamenti politici, un dato è emerso: la provincia sta meglio del livello nazionale. Per anni da Roma sono arrivate le grandi idee, che poi in periferia si praticavano; adesso mi pare di poter dire che avviene quasi il contrario. Al congresso Pd ho sostenuto con determinazione Stefano Bonaccini, lo ritengo un grande amministratore e un presidente di Regione portatore di tanti ideali, ma nello stesso tempo anche molto pragmatico. Il Pd è l’unico partito nazionale che è riuscito a coinvolgere tanti cittadini nella scelta del proprio segretario, il numero dei partecipanti alle primarie non ha eguali in Italia, a dimostrazione che siamo un partito vivo. Elly Schein è riuscita a trasmettere energia e credibilità nelle primarie aperte. Conosco bene la Schlein, è stata più volte a Faenza, c’è rispetto e stima, adesso credo sia il momento dell’unità, due culture che devono convivere bene. Siamo stati per troppo tempo spettatori, dal 25 settembre in poi, da quando il centrodestra è salito al governo, ora abbiamo il tempo per programmare e mettere in azione un’opposizione forte a livello nazionale».
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Motor valley inquina l'ambiente, il turismo non e' l'unica fonte di reddito, ma sembra che non vogliate capire, poi vi lamentate se perdete i voti della gente.
Commenta news 12/03/2023 - Sara
Motor valley inquina l'ambiente, il turismo non e' l'unica fonte di reddito, ma sembra che non vogliate capire, poi vi lamentate se perdete i voti della gente.
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